Stavo ancora riflettendo sulla composizione di trasformazioni, e vorrei riuscire ad interpretare un risultato che ho ottenuto applicando l'inversa ad una rotazione $R_(+45°)$ (ottenendo quindi $R'_(-45°)$), prima con le equazioni del libro e poi ricavandomi l'inversa manualmente, attraverso la prima rotazione ($R_(+45°)$).
Dal libro leggo che l'inversa di $R_(+45°): \{(x'=1/sqrt(2)x-1/sqrt(2)y), (y'=1/sqrt(2)x+1/sqrt(2)y) :}$ è $R_(-45°): \{(x'=1/sqrt(2)x + 1/sqrt(2)y), (y'=-1/sqrt(2)x+1/sqrt(2)y) :}$ e, in effetti, componendole ottengo: $\{(x''=x), (y''=y) :}$, come mi aspettavo.
Però, se ricavo l'inversa di $R_(+45°)$ attraverso le sue equazioni, ottengo: $(R_(+45°))^-1 = R_(-45°): \{(x'=sqrt(2)x+y), (y'=sqrt(2)y-x) :}$, che infatti composta con la prima rotazione dà ancora $\{(x''=x), (y''=y) :}$.
Se confronto queste due equazioni, ad esempio quelle relative ad $x'$: $ sqrt(2)x+y=1/sqrt(2)x+1/sqrt(2)y => sqrt(2)x-1/sqrt(2)x = 1/sqrt(2)y-y => x = y - sqrt(2)y$, come dovrei interpretare questo risultato? Siccome non ho ottenuto un'identità (qualcosa di verificato per ogni $x$ ed $y$), io interpreterei questo risultato pensando che l'inversa di una trasformazione geometrica non è unica. Voi cosa ne pensate?