da Platone » 07/08/2006, 22:54
Certo, oramai è risaputo che la risposta è quella.
Ma praticamente come ci arrivi a quel risultato?
Facendo un discorso un po' più formale, si dovrebbe avere che la probabilità che il premio sia dietro la prima carta scelta sia minore rispetto all'altra carta.
Ma, inizialmente le tre carte hanno tutte la stessa probabilità, mentre successivamente (usando la probabilità condizionata), l'ulteriore informazione in mio possesso è che so con certezza una delle tre carte che non vince. A questo punto "ridistribuisco la mia fiducia" tra le due carte rimaste" (come ale volte si usa dire) e ottengo un'eguale probabilità del 50%.
Perchè nel momento in cui rimangono solo due carte dovrei ripartire in maniera non equa la "mia fiducia" tra di esse?
Forse (o meglio, evidentemente) la risposta sta nel fatto che quando si scopre una carta, non si scopre una carta a caso tra le tre, ma tra le altre due non scelte dal concorrente. Ma se è così, come questo entra formalmente nel calcolo della probabilità dell'evento?
Non so cosa intendi per definizione intrinseca, ma accettando la definizione basata sugli assiomi di Kolmogorof (al 99% non si scrive così), che è una definizione "operativa", a prescindere poi dai possibili riscontri empirici (tipo simulazione random al computer dell'evento un numero statisticamente alto di volte), formalmente non dovrebbero esserci cmq problemi.
Nel caso quest'ultimo possaggio non sia stato chiaro, ecco un esempio chiarificatore.
Quello che voglio dire e che, per esempio, a prescindere se nella realtà la geometria che governa il modo sia quella euclidea o meno, una volta che si fissano gli assiomi, all'interno di quel sistema le cose "funzionano"; no?
Stessa cosa credo debba valere per la teoria della probabilità.
Aspetto commenti.
Platone
Non ho mai conosciuto un matematico che sapesse ragionare. (Platone)