Sapete tutti del video, ripreso con un cellulare, dell'insegnante di matematica che si fa palpeggiare dagli alunni mentre è seduta sulla cattedra di una scuola di Lecce.
Io penso che l'accusa rivolta alla professoressa di violenze sui minori sia più che fondata. Costei, avendo un figlio di 11 anni, si dovrebbe vergognare.
Quando mai si va a scuola in perizoma? Perché quei ragazzi non erano al loro posto? Perchè la prof era così consenziente?
Ai "miei tempi" (mi sono diplomato solo sei anni fa...) tutto ciò era inconcepibile.
Inoltre ho visto video di professori che cantano sulla cattedra come se fosse il palcoscenico dell'Ariston, che urlano "Non ce la faccio piùuuuu!!!", che sono ad un passo dal ricovero psichiatrico.
D'accordo che il cellulare a scuola andrebbe vietato, ma non penso che tali episodi siano imputabili ai telefonini.
Il problema risiede in chi li usa.
Mettiamocelo in testa, siamo nella società dei media, dei soldi e dell'immagine. Il resto non conta, ivi compresi, ahinoi, gli insegnanti e la scuola, non esclusi molti docenti universitari. Al ragazzino figo non gliene fotte un cazzo dell'insegnante perchè, secondo lui, produce solo parole e niente di concreto, per soli 1000/1500 euro al mese, dunque è uno sfigato che non conta niente nella società; forse, come ho letto in un altro topic, conta quanto un assistente sociale -non trovo parole più coerenti con il contesto che sto trattando; non me ne vogliate, anche voi assistenti sociali, per il linguaggio...-.
Secondo me, la soluzione sarebbe di mediatizzare la didattica in tutti i suoi aspetti. I ragazzi vogliono questo. Si divertirebbero da morire a scuola. Insieme ai docenti. Sarebbero molto più motivati ed apprezzati.
Mia zia, ad esempio, ha insegnato alle elementari per trentacinque anni.
I suoi alunni la adorano ancora: il massimo dei risultati senza compiti per casa, matite bicolore, concordando i voti con gli alunni, cantando, recitando e facendo attività pratiche.
In questo modo i ragazzi acquistano fiducia in se stessi, spirito critico, capacità pratiche e si divertono da morire, acquisendo solide basi in modo naturale.
La voce del docente dovrebbe essere la più suadente possibile. Come quella di mia zia.
La Moratti, a mio avviso il miglior Ministro dell'Istruzione della storia repubblicana, nonchè stupenda e bellissima donna, lo aveva capito, ma non è stata capita.
Ci ho messo mesi per accettare questa realtà, ma è la naturale evoluzione dei tempi ed ora sto imparando a convivere con essa, mi sento più libero.
Anche la scuola italiana potrebbe sentirsi, così, più libera. Intendo: al passo con i tempi.
Vi auguro che la vostra vita sia quanto più possibile luminosa e colorata a tinte vivaci. Abbiamo bisogno tutti di questo, la scuola ancora di più. E di tanto amore.
W LA LIBERTA'!