@Indrjo: Il discorso sulla fragilità sarebbe il caso di approfondirlo meglio.
Scrivine un po', quando hai tempo e se ne hai voglia, non lasciarlo penzolare lì...
Non fare come qualcun altro che ogni volta: eh, la "distruzione"; eh, "se incontri un buddha, uccidilo"; eh, lo "struggimento"; eh, la "falegnameria tradizionale giapponese"; etc. Poi qualcuno gli chiede di spiegare meglio la sua posizione (il che, se comprendo il grego, vorrebbe dire "istanziare" in un linguaggio appropriato il proprio pensiero) e non riesce a scegliere le parole per farsi comprendere.
Questo comportamento, in un certo modo, mi ricorda una
canzone di Daniele Silvestri di tanti anni fa... Ma no, non sono accurato. In realtà, mi sà tanto di abdicazione del
logos, il linguaggio che spiega attraverso il discorso ed ha il potere di trascendere, proprio della cultura greca, al linguaggio che è convenzione e descrive l'immanente, di derivazione asiatica.
P.S.: Ma tutte 'ste citazioni le insegnano in un corso di CT?
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)