Consiglio testi

Messaggioda sequence95 » 29/08/2020, 10:16

Salve. So che è difficile trovare dei testi, magari con degli estratti, che trattino unicamente di quello che sto cercando. Vi riporto l'estratto dalla fonte (Wikipedia) per far capire a cosa mi riferisco: "La tradizione matematica dal 150 a.C. al V secolo

La produzione matematica cessa piuttosto bruscamente intorno alla metà del II secolo a.C. Questo viene collegato con lo stabilirsi dell'egemonia dell'impero romano in gran parte del Mediterraneo. In particolare intorno al 150 a.C. viene distrutta Corinto e vengono massacrati molti cittadini di lingua greca ad Alessandria d'Egitto. Entrano anche in crisi molte istituzioni dei regni ellenistici aventi il fine di sostenere iniziative culturali. La matematica perde gran parte dei sostegni a persone che esercitino una professione di matematico. In questo periodo vengono quasi a scomparire le figure in grado di portare innovazioni nella matematica. Questo forse è dovuto al mutato clima politico: la crescente importanza dello schiavismo fa diminuire l'importanza di un pensiero critico che produca innovazioni nella matematica, nella scienza e nella tecnologia quando non vi siano obiettivi immediatamente riconoscibili. In questi campi risulta sussistere solo la possibilità di mantenere vive le tradizioni. Si hanno ancora attività in astronomia e rimangono le tradizioni tecnologiche riguardanti l'architettura e le attività militari, ma vanno scomparendo le cognizioni in grado di dare motivazioni alle metodiche costruttive che si continuano ad applicare.

La società romana ha lasciato scarsa evidenza di interessi verso la matematica e le speculazioni scientifiche. Interessava solo il mantenimento della capacità di sviluppare calcoli utili ad attività come i rilevamenti geodetici. In particolare si può ritenere che l'espansione della dominazione romana nel mediterraneo sia stata un'importante causa del declino della scienza ellenistica, e della matematica specialmente. La conquista romana del mediterraneo si compì attraverso una fase di guerre violente (la conquista di Siracusa è per esempio del 212 a.C.) che culminarono nel 146 a.C. con la distruzione di Cartagine e Corinto. La fase di guerra ebbe fine nel 30 a.C. con la conquista di Alessandria, evento che realizzò la totale conquista romana del bacino del Mediterraneo. Durante queste fasi la civiltà romana era ad un livello culturalmente assai più primitivo della cultura dei popoli conquistati; in particolare nel campo delle scienze, il livello romano era nella fase pre-scientifica; tale livello non consentiva agli eruditi romani a partire da Varrone, ma successivamente anche in epoca imperiale, ad esempio con Plinio, di comprendere i discorsi e i modelli scientifici della civiltà ellenistica, mancando totalmente il fondamento e lo sviluppo di un metodo razionale e di una conseguente mentalità scientifica.

Gli eruditi romani, anche nel periodo imperiale, non furono veramente mai in grado di comprendere le teorie della scienza e della matematica ellenistica, che erano basate su metodi e sviluppo scientifico che i romani non raggiunsero mai, permanendo durante tutta la storia dell'impero sempre ad un livello pre-scientifico. La conseguenza della mancata comprensione della scienza dei popoli assoggettati fu l'interpretazione delle conquiste e dei risultati scientifici raggiunti dalla civiltà ellenistica solo a un livello superficiale, e a lungo andare una perdita di fiducia nella conquista scientifica e nella crescita della scienza; l'idea stessa di scienza divenne sempre più confusa e con il progredire dei primi secoli della nostra era si trovò sempre più assimilata ad altre pseudoscienze come l'astrologia.

L'establishment romano, mentre a partire dalla prima parte del I secolo a.C. si preoccupa, giustamente, di procurarsi insegnanti greci che consentano lo sviluppo della cultura umanistica e artistica, non si cura affatto di persone che possano trasmettere alla classe dirigente una cultura matematica e scientifica. Mentre per vari secoli potranno fiorire attività umanistiche ed artistiche, la cultura matematica sarà sempre più emarginata e si avranno pochissime figure dotate di qualche autonomia. Nel mondo romano va ricordato solo Vitruvio, architetto e poligrafo, vissuto probabilmente nell'età di Augusto; Vitruvio scrisse un trattato in dieci libri intitolato "De Architectura"; si interessò principalmente all'architettura militare e all'idraulica. Il trattato di Vitruvio è importante per quanto riguarda anche la archeologia e la storia dell'arte antica; nella sua opera Vitruvio parla di architetti ed edifici della Grecia; analizza poi molte soluzioni architettoniche romane, tra cui fori, edifici pubblici, terme, basiliche e teatri, illustrando anche tecniche e materiali utilizzati. Per la descrizione dell'architettura greca Vitruvio utilizzò probabilmente fonti greche tuttora incerte, come Piteo, Ermodoro e Metrodoro e probabilmente manuali e riassunti circolanti in latino in quell'epoca che si rifacevano a tali autori; la sua opera resta comunque fondamentale per lo studio dell'architettura antica.

Anche la cultura cristiana non sostenne le attività matematiche e scientifiche, considerando che le speculazioni in queste direzioni fossero da considerare molto meno importanti di quelle volte alla salute eterna. Va anche ricordato Severino Boezio, importante per le sue opere di filosofo cristiano, ma anche autore delle opere De geometria, De institutione arithmetica e De institutione misticae, opere scientificamente poco originali, ma testimoni del tentativo di conciliazione del pensiero cristiano con quello scientifico.

Nel mondo ellenistico vanno ricordati l'astronomo Claudio Tolomeo (100-178), Menelao (intorno al 100) cultore di trigonometria sferica, Erone di Alessandria (I secolo), l'ebreo (Pabbi Nehemiah?) autore dell'opera Mishnat ha-Middot e Nicomaco di Gerasa (seconda metà del I secolo) Più importanti sono invece Diofanto di Alessandria e Pappo di Alessandria (IV secolo). Va poi ricordato anche Proclo. Alla fine del periodo si collocano Teone di Alessandria e la di lui figlia Ipazia, uccisa da un gruppo di cristiani."

In particolare qualcosa che aiuti a comprendere questo passaggio: la diminuzione dell'importanza di un pensiero critico che produca innovazioni nella matematica, nella scienza e nella tecnologia quando non vi siano obiettivi immediatamente riconoscibili.
sequence95
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Re: Consiglio testi

Messaggioda @melia » 29/08/2020, 12:27

Mi sembra che tu stia cercando più un libro di filosofia, che un testo di matematica. Hai provato a guardare tra le opere di Geymonat (Ludovico) se c'è qualcosa che ti può essere utile? Magari nel volume Storia del pensiero filosofico e scientifico ; vol. 1.
È un filosofo che ha un occhio di riguardo per la scienza e il mondo scientifico.
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Re: Consiglio testi

Messaggioda gabriella127 » 29/08/2020, 13:42

Ciao sequence95.

Per darti delle indicazioni, sarebbe bene capire un po' più precisamente cosa devi fare e di cosa vuoi occuparti.

E' una tesi? Una tesina? Università?

Naturalmente la tradizione matematica dal 150 a.c. al V secolo è un argomento enorme, ma il brano che tu riporti parla principalmente della decadenza della scienza durante l'Impero Romano, e del cristianesimo.
E' questo che ti interessa, il ruolo di Roma nella decadenza della scienza?

In ogni caso io guarderei in primis un libro di storia della matematica, un classico è il Boyer, Storia della matematica. Ad esempio nella edizione che ho io (I edizione Oscar Mondadori), a pag. 208 parla di quanto erano buzzurri i romani nelle scienze.

O piuttosto, come mi pare, sei interessato a occuparti in generale dell'argomento che citi alla fine : "la diminuzione dell'importanza di un pensiero critico che produca innovazioni nella matematica, nella scienza e nella tecnologia quando non vi siano obiettivi immediatamente riconoscibili".
Si tratta di un argomento di estremo interesse, ma anche questo molto vasto, diciamo che si potrebbe riscrivere la storia della scienza in questi termini. E' noto che l'Impero Romano e il Medioevo sono considerati periodi bui per la scienza. Ma a mio modo di vedere è difficile mostrare come la scienza sia decaduta 'quando non vi sono obiettivi immediatamente riconoscibili', senza mostrare come abbia avuto invece impulso in periodi con obiettivi riconoscibili.
Cioè tutta la storia della scienza....

Non vuol dire che la ricerca che vuoi fare non si possa fare, ma andrebbe circoscritta in qualche modo.
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