Come è noto, da diversi anni il Ministero dell'Istruzione ha consentito l'utilizzo delle calcolatrici grafiche nelle seconde prove dell'esame di stato, a condizione che non siano dotate di capacità di calcolo simbolico.
Tale disposizione è stata pubblicizzata non solo, come ovvio, da chi produce tali calcolatrici, ma anche da ambienti pseudo-culturali, convinti che bastino certi dispositivi per costruire una didattica più efficace.
Sia chiaro, il divieto di utilizzare le calcolatrice grafiche prive di funzionalità CAS era effettivamente anacronistico, mi pare però sbagliato attribuire non solo una reale utilità a questo strumento nello svolgimento delle prove d'esame, ma anche dei vantaggi nella didattica.
- le calcolatrici autorizzate dal MPI (esiste un elenco in cui sono indicati i marchi e modelli ammessi) si caratterizzano per le modalità di utilizzo farraginose. In pratica utilizzano una tecnologia che pare essersi arrestata agli anni '80: i menu si scorrono utilizzando combinazioni di tasti, lo schermo non è touch e le opzioni relative alla visulizzazione dei grafici vanno quindi gestite inserendo a mano gli opportuni parametri numerici. Sinceramente parlando, per quello che viene richiesto in una scuola superiore, si fa veramente prima a fare tutto a mano con carta e penna.
- il costo delle calcolatrici grafiche è mediamente eccessivo
- non vedo alcuna efficacia nel fare una didattica con le calcolatrici grafiche. Software come desmos o geogebra sono sicuramente più efficaci e veloci da utilizzare durante una lezione. È vero che all'esame di stato tali strumenti non sono utilizzabili, tuttavia, come già detto, si fa prima a operare con carta e penna che con le calcoaltrici grafiche disponibili.
Qual è il vostro parere sulla questione?