Trasferimenti Interprovinciali

Messaggioda warrior » 06/09/2007, 10:16

Cari colleghi,

voglio affrontare una problematica che credo coinvolga migliaia di docenti in tutta Italia, in special modo quelli delle scuole secondarie superiori. Quelli che come me per ottenere il ruolo hanno accettato una nomina in altra provincia ed ora sperano, forse invano, di potetr far rientro a casa.

Due sono le questioni gravi da registrare:

A) la mancata informazione ai docenti di ruolo, in attesa di trasferimento interprovinciale, riguardo alla facoltà che avevano di potersi iscrivere nelle graduatorie della provincia di destinazione, ora ad esaurimento...

B) l'impossibilità pratica di usufruire della famosa quota del 25% sulle disponibilità annuali per i trasferimenti da fuori provincia

Riguardo al primo punto, da una ricerca da me appena compiuta sui documenti online dell'USP di Ancona, risulta che di tutti coloro che risultano stati assegnati provvisoriamente in questa provincia e titolari altrove (insegnanti di scuola superiore), soltanto, badate bene, soltanto il 14% risulta essersi iscritto nella graduatoria permanente, ora ad esaurimento, relativa alla classe di concorso di titolarità. Vale a dire che soltanto un docente su sette sapeva che il modo più celere e sicuro, per molti l'unico, di poter prima o poi ottenere un ruolo nella provincia dei desideri (spesso della propria famiglia) era quello di riiscriversi nelle gradutorie dove per anni magari si figurava come precari. Si, proprio così, si aveva questa facoltà e in tantissimi, me compreso, non lo sapevamo. In ciò hanno una responsabilità enorme i sindacati e l'amministarazione pubblica (segreterie del personale) che evidentemente, in numerosi casi, sono venuti meno al loro compito di essere preparati in materia e di informarci. Sarebbe bastata una circolare scolastica...
Una soluzione a questo pasticcio e alla disparità che si è venuta a creare tra chi lo sapeva (pochissimi) e chi no, sarebbe quello di riaprire le gradutorie soltanto per i docenti di ruolo in attesa di trasferimento.


Veniamo al secondo punto. Il contratto collettivo nazionale sulla mobilità (vedi link sotto) fissa un massimo del 25% come porzione dei posti disponibili nell'anno scolastico in corso da attribuire per i trasferimenti da una provincia all'altra. Il principio di per se è condivisibile, ma si scontra con la legge dei "piccoli numeri", quelli inferiori a quattro. Infatti in situazioni dove ci sono abbondanza di cattedre sparse per la provincia, vuoi per la specificità della classe di concorso o per la consistenza demografica della provincia stessa (Roma, Milano, Napoli) un quarto delle diponibilità annuali, seppur arrotondato per difetto, porta quasi sempre un numero intero positivo: 1, 2, 3... e dunque un docente in attesa di trasferirsi in quella provincia prima o poi, per avanzamento punteggio, riuscirà ad ottenerlo.
Diversamente in situazioni di classi di concorso con numero ridotto di cattedre disponibili (casi d'ora in avanti sempre più probabili...) magari in provincie numericamente modeste, un quarto, arrotondato per difetto, fà e farà sempre uguale a ZERO!
Dunque un docente potrebbe far domanda di trasferimento per anni e anni fino al pensionamento, senza mai ottenerlo pur magari essendoci ogni anno una, o due, o anche tre cattedre disponibili. Oltre al danno anche la beffa di vedere uno dopo l'altro i colleghi entrati ad insegnare dopo di te prendere il posto su quella provincia che si lasciò non per andare a fare vacanza, ma per dare magari una prospettiva di maggiore certezza economica alla propria famiglia.
La soluzione è quella di storicizzare il processo di immissione in ruolo. Ad esempio per ogni due immissioni in ruolo, si potrebbero rendere disponibili in modo alternato una cattedra per il trasferimento professionale e una per il trasferimento interprovinciale. Così facendo si garantirebbe il 50% minimo delle cattedre per il ruolo e la restante parte equidistribuita negli anni, in base alle richieste, tra i due tipi di trasferimento menzionati.

DUNQUE QUESTO CONTRATTO VA RIVISTO E I SINDACATI DEBBONO FARSENE CARICO

Lasciare il contratto così come è sarebbe tradire migliaia di docenti sparsi, loro malgrado, nelle numerose provincie italiane e che d'ora in avanti vedranno sempre più sfumare le loro possibilità di ritornare nella propria terra e di ricongiungersi, in non pochi casi, con i propri familiari. L'attuale politica, positiva, volta a prosciugare il precariato grazie a massicce immissioni in ruolo avrà il risvolto infatti di ridurre sempre più le disponibilità utili per i trasferimenti. Dunque il problema non potrà che acuirsi sempre di più per estendersi a tutte le graduatorie della scuola secondaria superiore e forse interessare fra qualche anno anche gli ordini scolastici inferiori.

Invito chiunque fosse coinvolto in tale questione a contattarmi, diffondere la notizia, sollecitare i sindacati, insomma a muoversi perchè prima del rinnovo del contratto sulla mobilità, che avverrà intorno a gennaio 2008, ci sia stata una presa di coscienza da parte dei sindacati e dell'Amministrazione sulla gravità della situazione venutasi a creare e mettano mano ad una modifica del contrtto stesso. L'ideale sarebbe creare una rete di docenti e sottoscrivere una petizione da presentare al ministero e alle organizzazioni sindacali.

Saluti,

Andrea Guerriero

Contratto Collettivo Nazionale sulla Mobilità del personale
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Iscritto il: 06/09/2007, 10:09

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