Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 12/12/2022, 15:38

@melia ha scritto:Taglia sulle coniche, molte cose le puoi recuperare in seguito prendendole in generale con le funzioni.

Non decido da solo, la decisione è dipartimentale... Già taglio tutto il cap. 9 del Bergamini blu, e questo mi permette di affrontare qualche applicazione alla realtà, alla fisica, allo sport, ma fosse per me taglierei un sacco di altre cose per fare dignitosamente la statistica. Due anni fa, complice anche il Covid, non ho terminato neppure i capitoli su esponenziali e logaritmi, figurati se potevo inserire la statistica.
Credo che nel mondo moderno sia decisamente più importante studiare e conoscere la statistica che le coniche.
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gugo82 » 28/12/2022, 23:11

giuliofis ha scritto:
@melia ha scritto:Taglia sulle coniche, molte cose le puoi recuperare in seguito prendendole in generale con le funzioni.

Non decido da solo, la decisione è dipartimentale... Già taglio tutto il cap. 9 del Bergamini blu, e questo mi permette di affrontare qualche applicazione alla realtà, alla fisica, allo sport, ma fosse per me taglierei un sacco di altre cose per fare dignitosamente la statistica. Due anni fa, complice anche il Covid, non ho terminato neppure i capitoli su esponenziali e logaritmi, figurati se potevo inserire la statistica.
Credo che nel mondo moderno sia decisamente più importante studiare e conoscere la statistica che le coniche.

No, no, giuliofis: sulla didattica decidi tu.
Quelle dipartimentali sono solo indicazioni, cui il docente deve, in linea di massima, attenersi.
Ma le decisioni di ultima istanza spettano a te, che stai in aula con i tuoi studenti tutti i santi giorni, ne conosci lo spirito e le curiosità e puoi usarle per disegnare il percorso migliore per il loro apprendimento. :wink:

Se credi che sia necessario affrontare un argomento piuttosto che un altro, hai tutta la libertà di farlo e di farlo come tu ritieni più opportuno.


P.S.: E che diavolo è il cap. 9 del Bergamini? Possibile che tu debba citare il capitolo di un testo (come se fosse universalmente noto) piuttosto che l'argomento di cui tratta?
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gugo82 » 28/12/2022, 23:48

giuliofis ha scritto:
gugo82 ha scritto:Dici che il diploma non ha senso (come titolo culturale) perché ci sono i corsi di laurea professionalizzanti... Ma scherzi?
La presenza di un corso di formazione superiore non leva nulla al senso del tuo lavoro, né a quello dell'impegno dei tuoi studenti. Sono due cose differenti ed uno è propedeutico all'altro.

No gugo, fino al 2024 si può accedere ad alcune professioni col diploma di scuola secondaria, mentre dal 2025 no, servirà una specifica laurea LP nata proprio per supplire le mancate competenze che il diploma non dà più. Questo è il senso delle lauree professionalizzanti, è una vera e propria sostituzione ai requisiti di accesso.
Ovviamente non è il diploma liceale ad aver perso senso (perché non ce l'ha mai avuto: il liceo proietta all'università), sono soprattutto i diplomi tecnici e professionali ad averli persi, al punto che tra un paio d'anni il diploma tecnico non sarà più sufficiente per fare, ad esempio, il geometra.

"Competenze che la scuola non dà più"?
Non è che anche per fare il geometra oggi servono competenze più avanzate di quelle richieste 50 anni fa? Competenze che non si riescono a formare solo in cinque anni di istruzione superiore, ma ne servono almeno altri tre?

giuliofis ha scritto:
gugo82 ha scritto:Giulio, ma ti rendi conto che non rispondi a domande di senso?
Quelle sono la prima cosa a cui un insegnante dovrebbe voler rispondere, perché se lui trova un senso, allora è più semplice che lo riesca a comunicare ai propri studenti.
Ancora, la mia domanda non è "quanto fai" né "come giudichi quanto fai" e nemmeno "vorresti fare di più".
E da nessuna parte ti ho chiesto di addurre giustificazioni per quello che fai, quindi il pippone sulla seconda prova ministeriale e sul "ma io non ci ho il tempo!" lascialo stare: è fuori tema e fa troppo docente boomer per uscire dalle tue dita di docente giovane.
Ripeto: "Fai qualcosa per assegnare un significato culturale al diploma? Se sì, quello che fai è condiviso dai tuoi colleghi? E lo comunichi ai tuoi studenti? Ed alle famiglie? E loro cosa ne pensano?"

Se per te "fa boomer" "non avere tempo" ok, ma fosse per me toglierei dai miei programmi svolti (anzi, proprio dalle programmazioni di inizio anno) un sacco di cose (relatività, equazioni differenziali, fisica nucleare, mesi e mesi di coniche...) per fare spazio a cose molto più attuali, applicative e che permetterebbero di dare molto più senso allo studio (in primis la statistica). Ma purtroppo non scelgo io le prove ministeriali, e se devo scegliere di tagliare qualcosa taglio le cose che meno frequentemente capitano nella prova. Non so quanto tu abbia insegnato al secondo biennio e quinto anno del liceo scientifico, ma sono necessità reali.
Quindi sì, ti ripeto che faccio meno di quel che vorrei fare. Lo condivido quel poco che si può? Certamente. Che ne pensano gli alunni? Dipende, alcuni sono interessati e vorrebbero sempre e solo fare cose "di senso", altri preferiscono cose più standard perché meno impegnative. È condiviso dai colleghi? Poco, sono in un dipartimento molto vecchio, dove anche i problemi di realtà e la modellistica sono visti male. Le famiglie? Dipende, alcune non capiscono ma si fidano, altre ritengono lo studio inutile.

Siamo nella stessa barca.
Il mio dipartimento (Matematica biennio in un liceo scientifico) fino all'anno scorso constava di sette elementi, sei oltre me, di cui tre sono andati in pensione l'anno scorso. Io sono quello più giovane e più formato scientificamente del gruppo; i colleghi hanno più esperienza.
Nemmeno io sono molto propenso alla modellistica, perché non è il mio campo; piuttosto, cerco di virare verso il lato più concettuale della materia, come si fa Matematica, come e perché certe cose voglio farle andare in un certo modo e non in un altro, etc... Che poi sbaglino qualche calcolo o qualche prodotto notevole, passi.
Per quanto riguarda gli argomenti delle programmazioni, per come stanno adesso le cose, anch'io butterei a mare la parte di Calcolo che riguarda le EDO (tanto, non è che ha molto senso farla all'acqua di rose... Detto da uno che si è sempre occupato di equazioni differenziali) e la parte di Fisica Moderna... Anche se non è proprio ciò che voglio esprimere veramente.
Lo dico bene: io vorrei affrontare (anzi, vorrei che i colleghi potessero affrontare) queste tematiche durante il quinto anno; tuttavia, per farlo in maniera sensata, occorrerebbe spostare verso il basso (i.e., dal secondo biennio al primo biennio ed, a cascata, dal primo biennio alle scuole medie) almeno un paio di cosette ogni anno.
Il punto è che questa voglia di "fare posto" alla fine del liceo spostando verso il basso alcuni argomenti cozza contro lo sviluppo cognitivo degli studenti, i quali alle scuole inferiori non sono ancora in grado di ragionare in astratto (alcuni non ci arrivano nemmeno a metà seconda... :roll:).
Quindi non se ne esce così.
Quello che si dovrebbe fare è rimodulare l'insegnamento per rendere evidenti i principi ed il ragionamento su cui la Matematica si basa. Dopodiché, le commissioni del Ministero che si occupano di redigere le prove d'esame dovrebbero finalmente prendere atto delle Indicazioni Nazionali e dello sviluppo della didattica della Matematica e proporre prove adatte alla nuova impostazione metodologica, piuttosto che copie semplificate di robe che si facevano uguali trent'anni fa.

giuliofis ha scritto:
gugo82 ha scritto:P.S.: In tutta onestà, la parte del ragazzo che prende costantemente 2 l'avevo rimossa.
E, comunque, lasciagli prendere pure 2: anche Beethoven è diventato Beethoven.

E quale sarebbe il senso di diplomare al liceo scientifico qualcuno con 2 in tutte le materie d'indirizzo, e 5 in tutte le altre (eccetto scienze motorie)? Dici che promuoverlo lo stesso aumenterà le possibilità che sbocci nel novello Beethoven?

Dico che se un ragazzo prende quei voti in quinta (o, comunque, al triennio) viene da una realtà difficile o sta passando un periodo non felice della propria vita, oppure è stato orientato male in ingresso/durante il biennio, ovvero è maturato abbastanza da aver capito che quello che la scuola gli propone è lontano da quello che lui vuole essere o fare in futuro.
Parlategli e cercate di capire cosa succede, perché affibbiargli tutti 2 e 5 o non ammetterlo all'esame non deve essere una soluzione accettabile per voi docenti.
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 29/12/2022, 11:18

gugo82 ha scritto:Quelle dipartimentali sono solo indicazioni, cui il docente deve, in linea di massima, attenersi.

Certamente, ma la linea che cerchiamo di darci è proprio quella di mantenersi su un percorso comune, perché la continuità didattica su tutto il quinquennio è un miraggio. Anzi, lo è anche al triennio, riusciamo a garantirla solo negli ultimi due anni. Mantenendo il percorso il più omogeneo possibile il cambio (inevitabile) di docenza è meno traumatico per noi e per loro. E, sinceramente, sono pienamente d'accordo con questo principio e voglio continuare a seguire la linea comune, che è un compromesso tra più visioni.
Anche perché entro cinque anni un terzo del dipartimento va in pensione...

gugo82 ha scritto:Dopodiché, le commissioni del Ministero che si occupano di redigere le prove d'esame dovrebbero finalmente prendere atto delle Indicazioni Nazionali e dello sviluppo della didattica della Matematica e proporre prove adatte alla nuova impostazione metodologica, piuttosto che copie semplificate di robe che si facevano uguali trent'anni fa.

Per me il problema è tutto qui. Bellissima sulla carta la libertà d'insegnamento, ma questa cozza brutalmente con il fatto di cui scrivi.

gugo82 ha scritto:Parlategli e cercate di capire cosa succede, perché affibbiargli tutti 2 e 5 o non ammetterlo all'esame non deve essere una soluzione accettabile per voi docenti.

Ci si è già provato, e ci hanno già provato. Non sono accettabili né la via della non ammissione, né la via di consegnare un diploma vuoto, bisognerà scegliere la strada che faccia meno danni a livello educativo. Probabilmente voterò per la non ammissione, per cercare di spezzare il filo del "tutto è concesso, nulla è dovuto in cambio", ma mancano ancora diversi mesi e magari le cose cambiano.

gugo82 ha scritto:Quello che si dovrebbe fare è rimodulare l'insegnamento per rendere evidenti i principi ed il ragionamento su cui la Matematica si basa

In questa direzione, secondo me, si muove molto molto bene il nuovo Matematica in Movimento della Guidone, edito da Pearson. La parte teorica la trovo la migliore in circolazione, se non hai già il volume ti consiglio tantissimo di fartelo dare. Purtroppo la parte degli esercizi lascia un po' a desiderare, per cui nel mio dipartimento l'hanno bocciato... :(

gugo82 ha scritto:P.S.: E che diavolo è il cap. 9 del Bergamini? Possibile che tu debba citare il capitolo di un testo (come se fosse universalmente noto) piuttosto che l'argomento di cui tratta?

Stavamo parlando di coniche... il capitolo si chiama "coniche" e tratta le coniche, sinceramente mi sembrava ovvio.
I vari Bergamini sono comunque i libri di testo più adottati in assoluto.
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