La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 30/11/2022, 13:35

Una recente discussione qui sul forum mi ha fatto chiedere quanto importante sia la dispersione in Italia.
Ebbene, secondo l'INVALSI la dispersione in Italia si attesta ad un'allarmante quota superiore al 20%, di cui quella esplicita si attesta attorno al 13%.
Ciò significa che il 7% dei ragazzi italiani ha un diploma che è letteralmente un "pezzo di carta" privo di alcun valore, perché non rispecchia minimamente quelle che sono le loro competenze: tra i dispersi, uno su tre è implicito, una fetta non indifferente, e che deve farci riflettere.
Riflettendo su questi numeri credo proprio che la colpa sia di noi docenti: facendo dei conti a spanne, su una classe di 25 alunni, stiamo parlando di due ragazzi. Due ragazzi che noi docenti mandiamo nelle classi successive, anche senza riorientamento, perché magari si impegnano tanto e ce la mettono tutta, pur non raggiungendo i risultati richiesti. Guarda un po', nella mia bassa statistica mediamente sono proprio due-tre a classe quelli interessati da questo fenomeno, proprio circa quanto la quota di dispersione implicita.
Ormai, fermiamo solo i casi disperati, con tantissime insufficienze, o insufficienze molto molto gravi.
Non credo che sia la strategia giusta, se questo significa diplomare ragazzi senza le competenze necessarie: davvero sarebbe "meno giusto" fermarli un anno in più, o cercare di ri-orientarli? Non significherebbe fare loro del bene fargli avere un diploma realmente spendibile?
Del resto, la nascita delle lauree ad orientamento professionale per svolgere professioni che fino a qualche anno fa facevano i diplomati non è un caso: il diploma, oggi, non vale più niente. E la colpa, in parte, credo sia anche nostra.
Forse, è vero, un ragazzo bocciato rischia di abbandonare precocemente gli studi, andando ad alimentare la dispersione esplicita. Ma è meglio regalargli un diploma alimentando la dispersione implicita? Non potrebbe l'assenza del diploma farlo studiare quando sarà adulto e più consapevole, magari nei corsi serali o negli IeFP?
La questione, mi rendo conto, è estremamente complessa, forse sto vaneggiando, forse sono troppo scoraggiato, ma quel dato mi ha davvero fatto salire lo sconforto: la scuola fallisce nel suo intento se un ragazzo su cinque non raggiunge gli obiettivi minimi per una cittadinanza consapevole... ancora peggio se uno su tre di questi è messo nelle condizioni di non potersene nemmeno accorgere!
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gio73 » 30/11/2022, 21:40

Ciao Giulio
Capisco lo sconforto
Capisco anche che il diploma non abbia valore
Tieni presente però che alcuni studenti ottengono dal sistema educativo quanto promesso: una formazione completa. Il fatto che abbiano lo stesso pezzo di carta di altri che quella formazione non l hanno raggiunta é l aspetto che ti preoccupa?
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 01/12/2022, 14:07

gio73 ha scritto:Tieni presente però che alcuni studenti ottengono dal sistema educativo quanto promesso: una formazione completa.

Non è di questi ragazzi di cui vorrei parlare, per loro il sistema funziona ed è bene così. E, a essere onesti, è la maggioranza (non troppo grande, ma comunque maggioranza).

gio73 ha scritto:Il fatto che abbiano lo stesso pezzo di carta di altri che quella formazione non l hanno raggiunta é l aspetto che ti preoccupa?

Non proprio, l'aspetto che mi preoccupa è che ci siano ragazzi che hanno un diploma senza avere le competenze che quel diploma dovrebbe certificare: che fine faranno nella società? Non hanno competenze per esercitare pienamente la loro cittadinanza, e non hanno le competenze per poterlo capire.
Temo che la dispersione implicita sia decisamente peggiore di quella esplicita: se il diploma non ce l'hai lo sai che da adulto dovrai rimboccarti le maniche, perché il segnale ti è stato dato; se invece ce l'hai, il fatto che la società ti prenda a schiaffi potresti non riuscire a imputarlo alla sua vuotezza e alla tua mancanza di competenze.
Spero di essermi spiegato ora, è difficile esprimere a parole una sottigliezza, che peraltro non sono nemmeno sicuro di avere chiara io...

gio73 ha scritto:Capisco anche che il diploma non abbia valore

Non ce l'ha (più) perché non è (più) garanzia di competenze raggiunte, credo.
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gio73 » 01/12/2022, 18:44

Non dare per scontato che le ragazze e i ragazzi che a fine liceo hanno le competenze matematiche della terza media siano destinati a fallire. Spesso trovano il loro posto nel mondo senza difficoltà.
Le competenze matematiche previste dal liceo sono necessarie in pochi contesti.
Proviamo a elencare qualche mestiere?
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 01/12/2022, 19:10

gio73 ha scritto:Non dare per scontato che le ragazze e i ragazzi che a fine liceo hanno le competenze matematiche della terza media siano destinati a fallire. Spesso trovano il loro posto nel mondo senza difficoltà.
Le competenze matematiche previste dal liceo sono necessarie in pochi contesti.
Proviamo a elencare qualche mestiere?

I dispersi impliciti hanno le competenze di terza media in italiano, matematica e inglese, ovvero sono sotto l'obbligo scolastico. Non solo in matematica.
Ma se davvero non servono per esprimere una cittadinanza consapevole, a che serve l'obbligo scolastico fino a 16 anni? Dove sarebbe il problema nella dispersione scolastica? Se non servono, non è un problema.
Poi, per carità, per affettare il prosciutto alla COOP ti basta saper leggere (neanche tanto fluentemente) i nomi dei prosciutti e dei tasti sulla bilancia, per cui la seconda elementare è sufficiente, ma non credo sia un granché come argomentazione.
In sostanza, non c'è solo il lavoro come cassiere all'Iper o di operaio al tornio, c'è anche tutto il contorno di vita civica e politica.
La scuola dovrebbe servire proprio per innalzare il livello sociale delle famiglie, non per "massì dai, tanto va al tornio, a che gli serve saper interpretare un testo!".
Scusami Gio, ma il minimizzare il problema mi fa tanta paura.
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gio73 » 01/12/2022, 21:23

giuliofis ha scritto:a che serve l'obbligo scolastico fino a 16 anni?

https://youtu.be/yeF_o1Ss1NQ

Direttamente dagli anni '80 la risposta di
Sir humphrey " a mantenere i ragazzi fuori dal mercato del lavoro e i numeri della disoccupazione un po' più bassi"
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 01/12/2022, 21:32

gio73 ha scritto:a mantenere i ragazzi fuori della strada

Questo può starci. Ma siamo sempre lì: "massì dai, tanto poi va al tornio..."
E non potremmo pretendere che l'obbligo scolastico serva anche per dare quelle minime basi per comprendere il mondo che ci circonda e interagirci?

gio73 ha scritto:e i numeri della disoccupazione un po' più bassi

Questo no. La disoccupazione la combatti se dai competenze, perché per affettare il prosciutto alla COOP il diploma (qualunque diploma) non serve, serve saper fare le fette spesse o sottili in base a come te le chiedono. E ad affettare le mortadelle ci vanno anche le persone con la terza media (se ce l'hanno), ma forse per i nostri ragazzi meno fortunati dovremmo poter sperare in un futuro con un lavoro un po' più appagante e qualificato, non arrenderci togliendogli le opportunità di formazione.
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gugo82 » 11/12/2022, 13:03

Il problema è che la scuola non è l'unico agente della formazione, ma è l'unico che ha una forma strutturata; quindi sembra sia l'unico agente che possa prendersi la responsabilità di questi numeri...

Sarebbe interessante capire quanto il tasso di dispersione implicita sia influenzato da altro, come ad esempio un contesto economico/sociale/culturale sfavorevole/poco stimolante, una sbagliata scelta della scuola di secondo grado, etc...
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda giuliofis » 11/12/2022, 13:09

L'INVALSI fa anche questo: i risultati ottenuti suddivisi per fasce di popolazione sono agghiaccianti, l'anno scorso seguii tutta la presentazione, praticamente la scuola oggi non riesce più a fungere da ascensore sociale.
Ma sinceramente non vedo come potrebbe se rinuncia a chiedere risultati: chi non ha una famiglia alle spalle che lo sprona a studiare e gli fa capire il valore dello studio, a che pro dovrebbe studiare se tanto si passa comunque?
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Re: La dispersione implicita: colpa dei docenti?

Messaggioda gugo82 » 11/12/2022, 13:35

giuliofis ha scritto:L'INVALSI fa anche questo: i risultati ottenuti suddivisi per fasce di popolazione sono agghiaccianti, l'anno scorso seguii tutta la presentazione, praticamente la scuola oggi non riesce più a fungere da ascensore sociale.

Da mo'... Altro che 'oggi'!
Sono già 25/30 anni che la scuola 'non riesce più a fungere da ascensore sociale': affinché un ascensore funzioni c'è bisogno che al disopra ci sia qualche piano; ma al momento al disopra -qui in Italia- non c'è nulla.

Testo nascosto, fai click qui per vederlo
Ho un dottorato di ricerca, sono pagato quanto un laureato e non ho un posto in cui lavorare (se si escludono le 15 ore in cui faccio lezione, il resto va fatto a casa con una bimba piccola che fa la bimba piccola).
Mia moglie lavora in azienda, ha il dottorato di ricerca ed è pagata meno di colleghi (certo più anziani) con il diploma.
Dopo il dottorato, sono stato disoccupato ed ho fatto supplenze ad intermittenza per 5/6 anni.
Dopo il dottorato, mia moglie ci ha messo anni per trovare un lavoro serio.
Abito in una casa che fu dei miei nonni, che è più piccola di quella dei miei genitori.
Quindi di che 'ascensore' parli?
Di quello che porta giù, nel garage?


giuliofis ha scritto:Ma sinceramente non vedo come potrebbe se rinuncia a chiedere risultati: chi non ha una famiglia alle spalle che lo sprona a studiare e gli fa capire il valore dello studio, a che pro dovrebbe studiare se tanto si passa comunque?

Il problema è che c'è un'ampia fetta di docenti che fa parte di una generazione che non riesce a fare i conti con la modernità. Gente che si oppone a tutto ciò che non collima col proprio modello di scuola, che è quello che loro hanno vissuto 40 anni fa e -consciamente o meno- ripropongono in maniera inalterata oggi... Per poi scoprire che non funziona e trarre da questo fatto due importanti conclusioni: 1) per me ha funzionato perché noi eravamo ligi al sacro dovere dello studio1 e 2) queste moderne sono generazioni di inetti.2
Entrambe queste conclusioni impattano negativamente sul modo di insegnare e quindi producono quello che si vede: stuoli di ragazzi non motivati che partecipano alla scuola come ad un rito domenicale del quale non se ne sente la necessità né se ne percepisce l'utilità; stuoli di docenti che non riescono a valutare serenamente i propri studenti.

Note

  1. Non è vero. Ha funzionato perché ai loro genitori ed alle loro famiglie importava qualcosa -anche se non sempre sapevano bene come e perché- della loro istruzione ed avevano possibilità di farli studiare. Ha funzionato per la paura di un brutto voto, che comportava il lisciabusso di papà e la perculata dal cugino bravo a scuola. Ha funzionato perché non c'erano altri canali che offrivano alcun tipo di formazione. Etc...
  2. Non è vero. Solo hanno competenze molto differenti da quelle che avevano i docenti alla loro età; tanto differenti da non essere nemmeno riconosciute come tali.
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)
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