Messaggioda Gatto89 » 18/06/2008, 16:14

Beh domani c'è la prova, rinnovo l'in bocca al lupo a tutti :P

Per quel che mi riguarda, la nostra prof ci ha fatto arrivare alla seconda prova preparati benissimo e i 15 di domani (sperando che ci siano :D) non saranno "regalati" come dicono alcuni, ma derivano dal lavoro svolto bene durante l'anno.

Per il resto è invece vero che si copierà, noi siamo già ben pronti e con i posti già assegnati, dopo che noi ai posti centrali faremo il compito lo spirito santo lo farà avere anche ai compagni... :roll:
"La reductio ad absurdum è una delle più belle armi di un matematico. È un gambetto molto più raffinato di qualsiasi gambetto degli scacchi: un giocatore di scacchi può offrire in sacrificio un pedone o anche qualche altro pezzo, ma il matematico offre la partita."
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Messaggioda phaphe » 19/06/2008, 11:44

Cozza Taddeo ha scritto:Dovevate protestare vigorosamente prima di adesso contro una scuola che non vi prepare ad affrontare uno scritto di matematica che negli ultimi anni è diventato di una facilità disarmante (quello di un paio di anni fa conteneva un problema risolvibile con le conoscenze di terza media o poco più!).

Ciao, prendo spunto da questa frase per risponderti con la mia diretta esperienza. Al liceo, la condizione della mia classe sfiorava il limite del ridicolo. Lungi da me il mettere in discussione le competenze tecniche del professore, ma il clima che si era creato dagli inizi alla fine dell'anno non è stato sicuramente dei migliori. Sin dai primi mesi (sfortunatamente abbiamo cambiato professore di matematica ogni anno) abbiamo manifestato un disagio sentito da tutti (dalle menti più acute a quelle più libertine) nei rapporti tra questa persona e la vita scolastica. E non eravamo i soli nell'istituto. Il suo modo di rapportarsi è stato fin dai primi tempi ostile. La matematica ha fama di essere il macigno che grava sulle spalle degli alunni sin dalle scuole medie, figurati quando chi dovrebbe insegnartela si perde in continue derisioni, fornisce spiegazioni sobrie e inefficaci, cerca di creare disagi alla vita della classe. Ci siamo lamentati con lei, diretta interessata, ci siamo lamentati con la preside, abbiamo fatto ricorso al consiglio di classe. La situazione era sentita da tutti, la tensione era in aumento e ad ogni ora di lezione la classe era quasi avvolta da un aura di sfiducia reciproca (tra le altre cose da parte sua volavano minacce di ricorso ad organi di polizia, di risarcimenti morali come rondini in primavera). Inutile soffermarsi su questi dettagli, ma tutto questo per dire: non eravamo soddisfatti della nostra preparazione e abbiamo fatto appello a tutto l'immaginabile, assieme ad altri corsi della stessa professoressa. A causa delle forti pressioni la preside aveva anche portato i fatti all'attenzione di alcuni ispettori, ma per come è il sistema scolastico, non è stato possibile fare nulla. Un professore di ruolo non può essere ovviamente destituito, il massimo che si sarebbe potuto ottenere sarebbe stato il cambio del corso, ma se ne sarebbe potuto parlare per l'anno successivo (e noi eravamo all'ultimo anno).
Arrivo al punto, l'effetto di queste lamentele non ha sortito alcun effetto, se non un aumento della tensione, di ritorsioni nei confronti degli alunni e dei problemi tra le classi. Capisco che il mio è stato un caso particolare, e sono d'accordo sul fatto che se il rendimento dell'alunno è insufficiente, questo è dovuto in primis a quello stesso, ma quando si manifestano situazioni di malcontento generali (nel mio caso non era una cosa sentita da un gruppetto della classe, bensì da diverse e intere sezioni del liceo) cercare di ricorrervi, interrogando i piani più alti, è automaticamente degenerazione ai danni per primi degli alunni.
Un altro caso simile nella prassi, qualche anno prima, si era verificato con un professore di fisica (noi lo abbiamo avuto solo in I liceo), la cui giornata-tipo era: saluto, sedia, giornale, campana. Oddio, era una persona simpaticissima e molto buona, ricordo ancora momenti epici, come i dibattiti sulle donne, e i discorsi spudoratamente maschilisti, partiti da libri che ci leggeva in classe, ma come insegnante, no, non si meritava quella cattedra. Chi si era lamentato in quel caso erano state altre sezioni, al punto (alcuni alunni) da scrivere in mezzo ai campi da basket e pallavolo all'aperto frasi abbastanza offensive nei suoi confronti. Li la reazione è stata diversa, lui ha deciso di andare in pensione. Da una parte una ha deciso di restare mettendo tutto a ferro e fuoco (e li non aveva scelta), dall'altra c'è stata la consapevolezza della situazione e una decisione giusta. Entrambi i casi hanno il fatto comune che nè preside, nè i consigli di ispezione hanno potuto fare assolutamente nulla, e il lamentarsi ha sortito solo un ulteriore aumento dei problemi. Ci sono passato e posso assicurare che è stata una brutta e amara esperienza, non tanto per quanto riguarda la preparazione (alla fine io vista la situazione pagavo le mie ripetizioni e stavo tranquillo in classe), ma per il clima ostile che si era creato.
Lo scopo della scuola non è solo quello di predisporre l'alunno all'apprendimento, ma di farlo nel relazionarsi nel rispetto degli altri. Se l'insegnante è il primo che non tiene conto di questi fattori, allora ci si deve adeguare per forza, poichè ogni forma di protesta sarà inutile.
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Messaggioda Gauss91 » 19/06/2008, 12:38

Io penso che questi professori (quest'anno è venuta anche da noi una prof del tipo che mi hai detto, ed è stato un anno tremendo. Per fortuna, non nella magnifica Matematica, ma in scienze...) siano una delle cause principali del ribrezzo che la maggior parte della gente prova per la scuola, e della conseguente mancanza di meritocrazia nella società (uno che va molto bene a scuola, è difficilmente apprezzato dai coetanei).
Purtroppo il coltello dalla parte del manico ce l'hanno loro, e noi non possiamo fare altro se non stare tranquilli e subire pazientemente; l'unica cosa che ci rende immuni è il nostro rendimento: continuiamo a studiare e andiamo avanti per la nostra strada. Se fai una verifica di Matematica perfetta, non puoi prendere un voto più basso del massimo, è inconcepibile. Questo forse non vale agli esami (non mi pronuncio: sono solo in terza), ma l'importante è passare con un voto buono e andare bene in una buona università, in cui non ho mai sentito parlare di grossi "imbrogli" del tipo delle scuole superiori.
La preparazione e il bagaglio di conoscenze conta di più di un numero scritto su un foglio di carta, e prima o poi questo verrà riconosciuto, spero... Ma in generale non penso che un bravo studente possa prendere un voto bassissimo (tipo 3-4) all'esame di maturità; magari non prenderà il massimo, ma si avvicinerà comunque al 15. Ed è questo l'importante, secondo me.
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Messaggioda vict85 » 19/06/2008, 14:10

Gauss91 ha scritto: ma l'importante è passare con un voto buono e andare bene in una buona università, in cui non ho mai sentito parlare di grossi "imbrogli" del tipo delle scuole superiori.


Cosa intendi esattamente per "imbrogli"? Io non considererei imbroglio quello fatto dell'insegnante di phaphe, al massimo era una persona che non sapeva rapportarsi agli alunni.
Ti assicuro che all'università capitano cose anche peggiori. Soprattutto in alcune facoltà in cui gli allievi sono incapaci di far valere i propri diritti (non parlo per esperienza personale ma per i racconti di miei amici che fanno medicina). Non capita ovunque ma capita, a volte potresti essere aiutato, a volte invece potresti trovarti un professore molto pignolo.
Capiamoci, tutti i professori universitari apprezzano che una persona sappia bene la loro materia e sia interessato ma per alcuni l'esame può essere più facile che per altri (soprattutto negli orali).

Comunque in generale, parlando di maturità: i commissari esterni tendono a dare voti basandosi sul passato, i commissari esterni sulla prima impressione (e non sanno cosa e come hai fatto la materia). Quindi a seconda del rapporto con il professore averlo interno o meno può essere positivo o negativo.
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Messaggioda enomis » 22/06/2008, 10:31

Salve a tutti,
insegno matematica nelle scuole superiori dall'a.s. 2005/2006..

Quest'anno per la prima volta nella mia comunque breve carriera di docente, non ho lavorato al liceo scientifico.

Il primo anno che ho insegnato avevo la quinta, ma facevo solo fisica.

L'anno scorso invece di quinte ne avevo due, in una insegnavo matematica, nell'altra fisica.

Svolgere tanti argomenti con tre ore settimanali facendo in modo che la classe ti segua non è facile. Bisogna avere ben chiaro cosa può essere richiesto nelle prove ministeriali e sopratutto evitare di perdere tempo in cose inutili. Per intenderci, non è pensabile che si perdano mesi in ESERCIZI sullo studio di funzione e che si trascurino invece i PROBLEMI di analisi, collocandoli nelle ultime settimane del mese di maggio.

A volte mi capita di sentire dei ragazzi i quali credono al luogo comune che per fare una prova d'esame sufficiente sia necessario saper studiare una funzione. In coscienza non me la sento di avallare questa strana teoria, dato che il più delle volte, quando è richiesto uno studio di funzione, è necessario preliminarmente determinarla.

La razionalizzazione delle scelte ovviamente deve iniziare dalla terza classe. Parti come la discussione di un'equazione parametrica con metodi non legati all'analisi matematica (penso ad esempio al metodo di Tartinville) vanno tagliate, perchè comunque nel quinto anno è possibile risolvere un siffatto problema mediante lo studio di funzione.
Nelle quarte classi si fa ancora troppa goniometria, rubando tempo ad argomenti come il calcolo combinatorio e lo studio di particolari successioni, che frequentemente compaiono nell'esame di stato.

Nei due anni in cui ho lavorato allo scientifico ho avuto la fortuna di avere il supporto di un collega con 35 anni di esperienza, che mi ha aiutato molto nelle scelte.

Dell'anno scorso ricordo un lavoro molto intenso, che vissi con una preoccupazione maggiore rispetto a quella che provai nel 1998 da studente.
La classe non era eccezionale, la conoscevo già per essere stato loro insegnante l'anno precedente (però insegnavo fisica) e sapevo che in matematica aveva avuto un percorso particolare, in quanto il fatto di avere, per vari motivi, lavorato assai male al biennio, aveva fortemente influenzato il lavoro di matematica fatto nel terzo e nel quarto anno (ho duvuto trattare in quinta i logaritmi).
Facendo ricorso anche ad ore pomeridiane per le esercitazioni, riesco comunque a svolgere tutto il programma e, tutto sommato, considerando la storia e la particolarità della classe, quasi tutti comunque hanno acquisito gli obiettivi minimi programmati (e tra l'altro, quest'anno che ho insegnato in un istituto tecnico, e dove ho visto tragiche situazioni di ignoranza matematica, mi domando con quale coraggio gli anni scorsi mi lamentavo così tanto dei miei studenti del liceo. Ma questo è un altro discorso...).

L'anno scorso matematica al liceo scientifico era materia esterna. Avrete presente il testo dei due problemi d'esame dello scorso anno. Particolari, antiquati nella tipologia, ma comunque, se il commissario avesse fornito le indicazioni opportune (ossia avesse esplicitato bene cosa stava chiedendo il problema, il che, ovviamente, non significa risolvere il problema per loro), la prova sarebbe andata meglio, anche perchè, nonostante globalmente la classe non fosse eccezionale, c'erano comunque delle eccellenze e dei ragazzi di discreto livello.

Invece, e mi dispiace dirlo, il collega ha dato delle indicazioni furvianti, quando non errate. In particolare

- consigliò loro l'applicazione dei teoremi sui triangoli rettangoli per trovare il luogo geometrico richiesto dal primo problema. Peccato che il triangolo fosse qualunque !

- diede esplicita indicazione di lasciar perdere il problema 2. E' vero che non ero riuscito a fare una trattazione sistematica delle successioni a valori reali, ma in quel problema con S_n si indicava semplicemente l'area del poligono regolare con n lati inscritto (o circoscritto, adesso non ricordo) in un cerchio di raggio r. Poichè per risolvere il problema serviva solo un po' di trigonometria, che ovviamente i ragazzi conoscevano, l'indicazione si è rivelata completamente furviante.

I ragazzi molto bravi, nonostante le discutibili indicazioni, sono riusciti comunque a fare una buona prova.
Mi è dispiaciuto per coloro che erano ad un livello sufficiente o discreto, che, con le adeguate precisazioni, avrebbero comunque potuto svolgere una prova migliore.

L'esperienza della V scientifico è comunque sempre stimolante. Quest'anno sono passato di ruolo nella A047 e quindi per qualche anno dovrò rinunciare a matematica e fisica nei licei.
Spero però di ritornarci a breve !
enomis
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