Cozza Taddeo ha scritto:Dovevate protestare vigorosamente prima di adesso contro una scuola che non vi prepare ad affrontare uno scritto di matematica che negli ultimi anni è diventato di una facilità disarmante (quello di un paio di anni fa conteneva un problema risolvibile con le conoscenze di terza media o poco più!).
Ciao, prendo spunto da questa frase per risponderti con la mia diretta esperienza. Al liceo, la condizione della mia classe sfiorava il limite del ridicolo. Lungi da me il mettere in discussione le competenze
tecniche del professore, ma il clima che si era creato dagli inizi alla fine dell'anno non è stato sicuramente dei migliori. Sin dai primi mesi (sfortunatamente abbiamo cambiato professore di matematica ogni anno) abbiamo manifestato un disagio sentito da tutti (dalle menti più acute a quelle più libertine) nei rapporti tra questa persona e la vita scolastica. E non eravamo i soli nell'istituto. Il suo modo di rapportarsi è stato fin dai primi tempi ostile. La matematica ha fama di essere il macigno che grava sulle spalle degli alunni sin dalle scuole medie, figurati quando chi dovrebbe insegnartela si perde in continue derisioni, fornisce spiegazioni sobrie e inefficaci, cerca di creare disagi alla vita della classe. Ci siamo lamentati con lei, diretta interessata, ci siamo lamentati con la preside, abbiamo fatto ricorso al consiglio di classe. La situazione era sentita da tutti, la tensione era in aumento e ad ogni ora di lezione la classe era quasi avvolta da un aura di sfiducia reciproca (tra le altre cose da parte sua volavano minacce di ricorso ad organi di polizia, di risarcimenti morali come rondini in primavera). Inutile soffermarsi su questi dettagli, ma tutto questo per dire: non eravamo soddisfatti della nostra preparazione e abbiamo fatto appello a tutto l'immaginabile, assieme ad altri corsi della stessa professoressa. A causa delle forti pressioni la preside aveva anche portato i fatti all'attenzione di alcuni ispettori, ma per come è il sistema scolastico, non è stato possibile fare nulla. Un professore di ruolo non può essere ovviamente destituito, il massimo che si sarebbe potuto ottenere sarebbe stato il cambio del corso, ma se ne sarebbe potuto parlare per l'anno successivo (e noi eravamo all'ultimo anno).
Arrivo al punto, l'effetto di queste lamentele non ha sortito alcun effetto, se non un aumento della tensione, di ritorsioni nei confronti degli alunni e dei problemi tra le classi. Capisco che il mio è stato un caso particolare, e sono d'accordo sul fatto che se il rendimento dell'alunno è insufficiente, questo è dovuto in primis a quello stesso, ma quando si manifestano situazioni di malcontento generali (nel mio caso non era una cosa sentita da un gruppetto della classe, bensì da diverse e intere sezioni del liceo) cercare di ricorrervi, interrogando i piani più alti, è automaticamente degenerazione ai danni per primi degli alunni.
Un altro caso simile nella prassi, qualche anno prima, si era verificato con un professore di fisica (noi lo abbiamo avuto solo in I liceo), la cui giornata-tipo era: saluto, sedia, giornale, campana. Oddio, era una persona simpaticissima e molto buona, ricordo ancora momenti epici, come i dibattiti sulle donne, e i discorsi spudoratamente maschilisti, partiti da libri che ci leggeva in classe, ma come insegnante, no, non si meritava quella cattedra. Chi si era lamentato in quel caso erano state altre sezioni, al punto (alcuni alunni) da scrivere in mezzo ai campi da basket e pallavolo all'aperto frasi abbastanza offensive nei suoi confronti. Li la reazione è stata diversa, lui ha deciso di andare in pensione. Da una parte una ha deciso di restare mettendo tutto a ferro e fuoco (e li non aveva scelta), dall'altra c'è stata la consapevolezza della situazione e una decisione giusta. Entrambi i casi hanno il fatto comune che nè preside, nè i consigli di ispezione hanno potuto fare assolutamente nulla, e il lamentarsi ha sortito solo un ulteriore aumento dei problemi. Ci sono passato e posso assicurare che è stata una brutta e amara esperienza, non tanto per quanto riguarda la preparazione (alla fine io vista la situazione pagavo le mie ripetizioni e stavo tranquillo in classe), ma per il clima ostile che si era creato.
Lo scopo della scuola non è solo quello di predisporre l'alunno all'apprendimento, ma di farlo nel relazionarsi nel rispetto degli altri. Se l'insegnante è il primo che non tiene conto di questi fattori, allora ci si deve adeguare per forza, poichè ogni forma di protesta sarà inutile.