Il moto di rotazione della terra è regolare ?

Messaggioda Res » 30/09/2006, 13:08

Mi sono posto la domanda in oggetto ed inoltre se, in ipotesi di discontinuità, si potrebbe raccogliere in qualche modo l'energia resa disponibile dalle micro accelerazioni e decelerazioni.

Ammetto l'ingenuità della domanda , ma sino ad ora alcun "esperto" ha saputo darmi una riposta convincente. :-k
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Messaggioda mircoFN » 02/10/2006, 15:47

Forse dovresti definire meglio alcuni aspetti:

1) Cosa intendi per moto della Terra? Forse non la puoi considerare un punto materiale e nemmeno un corpo rigido....

2) Cosa intendi per moto regolare? Continuo, differenziabile, periodico .....

ciao
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Messaggioda fireball » 02/10/2006, 15:56

Scusa mirco59, quale sarebbe la definizione di moto
differenziabile? Io conosco la definizione di
differenziabilità per funzioni definite
in $X sube RR^n$ a valori in $RR$.
Forse tu intendi il moto come una funzione
definita in $X sube RR$ a valori in $RR^3$,
ovvero la parametrizzazione di una curva?
Ultima modifica di fireball il 02/10/2006, 21:24, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Res » 02/10/2006, 18:04

Per moto intendo il moto di rotazione intorno ad un asse. Il primo quesito è se la velocità angolare è costante oppure no. Una mezza risposta l'avrei trovata ma devo verificarla meglio, secondo la quale tale velocità è più lenta in alcune stagioni e più veloce nelle altre.

Per passare da una velocità all'altra c'è bisogno di una acc(de)celerazione, ergo energia in gioco che si potrebbe (non so come) sfruttare.

Però sarebbe bello sapere se oltre a queste lente variazioni, qualcuno ne abbia misurate altre più repentine.
In sostanza, se ci fossero delle micro accelerazioni, in pura teoria un megapendolo posto lungo la direzione del moto potrebbe oscillare e produrre energia.

Come corollario oserei dire che se ciò fosse vero e sfruttassimo energia terrestre, che poi gira e rigira se ne andrebbe in calore, tenderemmo a frenare il moto di rotazione riscaldando la terra. Un po' come i dischi dei freni che si surriscaldano :-D
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Messaggioda Maxos » 02/10/2006, 21:48

@fireball et aliis

per moto in fisica si intende una curva regolare a tratti, una curva è una funzione, dunque moto differenziabile è ben definito

Poi, il moto della terra è il tipico moto incasinato di una maledettissima trottola quindi niente di integrabile analiticamente, nessuna delle velocità che entrano in gioco è ovviamente costante, per motivi che mi permetto di definire banali.

Dalla regolarità del sistema di eq. differenziali a cui il moto deve obbedire si deduce la grandissima regolarità della soluzione.
nessuna discontinuità.

A meno di cavar fuori la meccanica quantistica, ma solo un demente lo farebbe.
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Messaggioda mircoFN » 03/10/2006, 07:47

@ Maxos

OK, era proprio quello che volevo dire! Nella concisione della risposta, per moto regolare indendevo infatti la regolarità delle componenti della legge oraria (e delle sue derivate).


Concordo con Maxos anche nella risposta generale.


Inoltre non capisco perchè si dovrebbero sfruttare quelle che sono chiamate 'irregolarità' del moto (che a questo punto forse sarebbe meglio definire come deviazioni dalla costanza di un particolare moto della Terra, indipendentemente dalla loro presunta irregolarità) e non il moto stesso della Terra.
Inoltre, ci sono già applicazioni del genere che sfruttano fenomeni (maree e venti) che sono proprio connessi con alcune 'irregolarità' del moto della Terra o di sue parti (la Terra, come ho già detto, non è un corpo rigido).

Ricordiamo che gli impianti di conversione (se non ho capito male, si ipotizzano mega pendoli ai quali dovrebbero poi essere connessi generatori elettrici, ecc....) hanno un loro costo, anche energetico. Tale costo deve essere restituito, e con gli interessi, nella vita dell'impianto, altrimenti il tutto si riduce a un esercizio teorico.

Credo che la cosa più saggia sia quella di rassegnarci, a regime, a intercettare parte dell'energia che il Sole 'dissipa' sulla Terra e farcela bastare! A tale scopo ci sono problemi sufficienti per soddisfare generazioni di scienziati e tecnici (e anche politici). Ma questo è un discorso che porterebbe molto lontano.

ciao
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