Messaggioda mircoFN » 05/05/2007, 09:37

Non sono un esperto, ma vuoi che anche in tali passaggi (parlo di aggregati di tante molecole) non ci sia proprio possibilità per qualche forma di energia vibrazionale di diffondersi nel materiale e quindi di essere successivamente trasformata in aumento di temperatura e conseguente aumento di entropia?
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Messaggioda GIOVANNI IL CHIMICO » 05/05/2007, 09:47

Direi che olo per i polimeri c'è qualche problema.
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Messaggioda mircoFN » 05/05/2007, 09:51

Può darsi, ma scusami se resto scettico.
A me sembra che in un sistema termodinamico la reversibilità completa non possa esistere, in ogni caso, sono disponibile a controesempi.

ciao
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Messaggioda GIOVANNI IL CHIMICO » 05/05/2007, 10:05

Al momento mi risulta che se parliamo di liquidi il calore latente di evaporazione e il calore latente di liquefazione siano uguali, e che si tratti di fenomeni completamente reversibili, certo che si innesca un qualsiasi fenomeno di convezione entrano in gioco gli sforzi viscosi e la frittata è fatta.
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Messaggioda mircoFN » 05/05/2007, 10:10

OK

allora concordo, possiamo quindi dire che:

il cambiamento di fase in se è reversibile ma quando viene attuato in pratica (quindi considerando le effettive sequenze spazio-temporali del processo) comporta irreversibilità che sono comunque generlamente inferiori a quelle di molti altri processi?

ciao
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Messaggioda Inmytime » 05/05/2007, 12:43

mirco59 ha scritto:
GIOVANNI IL CHIMICO ha scritto:Ciao, Inmytime, potresti dimostrarmi che in una trasformazione irreversibile il primpo principio della termodinamica è violato?
A quanto mi risutlta il primo principio della termodinamica vale a prescindere dalla reversibilità o meno di una trasformazione, anche perchè se così fosse potremmo estrarre energia a gratis da qualsiasi fenomeno, dal momento che le trasformazioni reversibili nella realtàè si contano sulle dita.


:smt023

aggiungerei sulle dita di un monco ambidestro

ciao


io aggiungerei che non si contano proprio. non esistono trasformazioni reversibili in natura: il calore, che in un certo modo dovrebbe misurare il passaggio di entropia da un sistema ad un altro, ha significato solo in ambito macroscopico. microscopicamente non ha alcun significato, le interazioni tra i vari sistemi sono talmente complesse che non è possibile descriverle banalmente con il primo principio della termodinamica. la teoria delle fluttuazioni, che non posso riportare perchè è lunga e me la ricordo poco, dimostra questo fatto: possono esistere variazioni di entropia anche quando il sistema non interagisce con altri sistemi, in questo caso la definizione stessa di calore credo perda di significato. quando occorre una fluttuazione il sistema si comporta in modo irreversibile...
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Messaggioda GIOVANNI IL CHIMICO » 05/05/2007, 16:14

Ti riferisci allo sviluppo in serie dell'entropia in un intorno di un punto di massimo, che mostra come tali fluttuazioni siano almeno del secondo ordine?
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Messaggioda Inmytime » 05/05/2007, 17:38

GIOVANNI IL CHIMICO ha scritto:Ti riferisci allo sviluppo in serie dell'entropia in un intorno di un punto di massimo, che mostra come tali fluttuazioni siano almeno del secondo ordine?


si quella roba lì
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Messaggioda kinder » 05/05/2007, 17:56

Inmytime ha scritto:... la teoria delle fluttuazioni, che non posso riportare perchè è lunga e me la ricordo poco, dimostra questo fatto: possono esistere variazioni di entropia anche quando il sistema non interagisce con altri sistemi, in questo caso la definizione stessa di calore credo perda di significato. quando occorre una fluttuazione il sistema si comporta in modo irreversibile...


non è necessario invocare la teoria delle fluttuazioni. Basta considerare un sistema macroscopico, costituito da due corpi a diversa temperatura ed in contatto termico, isolati dall'ambiente (contenitore adiabatico e rigido). Il processo che porta all'uniformità della temperatura produce entropia (è un esercizio tipico di termodinamica il suo calcolo).

Riguardo al dubbio iniziale di +Steven+, rilevo un errore nell'approccio, che suggerisco di correggere. Lui si chiede se è valido il primo principio, partendo da considerazioni sulla variazone di temperatura nei cambiamenti di stato e sulla conseguente variazione di energia interna. In fisica i principi vanno utilizzati diversamente. Nel fatto specifico, si deve partire dall'assunto che il primo principio sia valido, e trarne le conseguenze. Se si perviene ad un assurdo, vuol dire che si è sbagliato qualcosa nei ragionamenti, e non che il primo principio non funziona. Sempre rimanendo nel caso specifico, lui ne avrebbe tratto la conseguenza, da solo, che la variazione di energia interna non è necessariamente accompagnata da una variazione della temperatura, e che quindi ha anche componenti diverse da quelle cinetiche. Ma per fare ciò deve dare per assodato il primo principio. Questo diverso approccio deve essere seguito con tutti i principi, altrimenti si rischia di inseguire farfalle.
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Messaggioda Inmytime » 05/05/2007, 18:36

kinder ha scritto:non è necessario invocare la teoria delle fluttuazioni. Basta considerare un sistema macroscopico, costituito da due corpi a diversa temperatura ed in contatto termico, isolati dall'ambiente (contenitore adiabatico e rigido). Il processo che porta all'uniformità della temperatura produce entropia (è un esercizio tipico di termodinamica il suo calcolo).


perfetto, anche quello è un argomento valido
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