Messaggioda tecnos » 15/01/2007, 14:55

lore ha scritto:
tecnos ha scritto:Il punto è anche un'altro, ed è questo : il titolo di ingegnere ha lo stessa importanza in termini lavorativi per un ingegnere civile e un ingegnere informatico??
A mio avviso la risposta è NO!


Questa mi interessa... puoi spiegarti?



Certo :D .

Solitamente un ingegnere civile/edile/edile-architetto e in minor misura ambientale, è fortemente vincolato all'ordine professionale, in quanto per operare sul territorio o nell'edilizia ( ma anche nella sicurezza....) è necessario iscriversi all'albo per firmare i progetti e fare qualcosa di concreto a livello professionale. Di fatto i grandi studi di ingegneria sono presenti nelle grandi città e per operare dignitosamente nel settore civile-ambientale è necessaria una certa indipendenza. Alcuni ingegneri "civili" saranno destinati alle industrie, ma in minor misura.

Il discorso cambia nel settore dell'informazione, infatti la maggior parte degli informatici/elettronici/tlc sono assorbiti dall'industria o dalle aziende del terziario nelle quali si richiede un laureato che soltanto in pochi casi di responsabilità deve progettare "con firma".
L'abilitazione professionale può essere vantaggiosa ai fini dell'assunzione ma non la vedo determinante. Sono convinto, ivece, che le buone statistiche riguardanti le assunzioni degli ingegneri informatici siano il frutto di un percorso di studio ampio, elastico e non improntato sull' iperspecializzazione.
Avatar utente
tecnos
Senior Member
Senior Member
 
Messaggio: 893 di 1720
Iscritto il: 28/09/2005, 10:25

Messaggioda GreenLink » 15/01/2007, 20:56

tecnos, non mi sembrava di aver fatto una domanda stupida. chiedo scusa se ho offeso l' intelligenza dei partecipanti di questo forum.
GreenLink
Junior Member
Junior Member
 
Messaggio: 29 di 332
Iscritto il: 15/11/2006, 19:47
Località: Bologna

Messaggioda tecnos » 15/01/2007, 21:43

GreenLink ha scritto:tecnos, non mi sembrava di aver fatto una domanda stupida. chiedo scusa se ho offeso l' intelligenza dei partecipanti di questo forum.


Ma figurati, in effetti la mia risposta può essere soggetta a diverse interpretazioni, il mio voleva essere "non lo so", tutto qui. Non devi affatto scusarti :) :wink: .
Avatar utente
tecnos
Senior Member
Senior Member
 
Messaggio: 894 di 1720
Iscritto il: 28/09/2005, 10:25

Messaggioda lore » 16/01/2007, 21:00

tecnos ha scritto:Certo :D .

Solitamente un ingegnere civile/edile/edile-architetto e in minor misura ambientale, è fortemente vincolato all'ordine professionale, in quanto per operare sul territorio o nell'edilizia ( ma anche nella sicurezza....) è necessario iscriversi all'albo per firmare i progetti e fare qualcosa di concreto a livello professionale. Di fatto i grandi studi di ingegneria sono presenti nelle grandi città e per operare dignitosamente nel settore civile-ambientale è necessaria una certa indipendenza. Alcuni ingegneri "civili" saranno destinati alle industrie, ma in minor misura.

Il discorso cambia nel settore dell'informazione, infatti la maggior parte degli informatici/elettronici/tlc sono assorbiti dall'industria o dalle aziende del terziario nelle quali si richiede un laureato che soltanto in pochi casi di responsabilità deve progettare "con firma".
L'abilitazione professionale può essere vantaggiosa ai fini dell'assunzione ma non la vedo determinante. Sono convinto, ivece, che le buone statistiche riguardanti le assunzioni degli ingegneri informatici siano il frutto di un percorso di studio ampio, elastico e non improntato sull' iperspecializzazione.


Senti senti... tecnos, posso chiederti come fai ad essere così informato? Sei stato ministro della Pubblica Istruzione XD ?
There exists... an entire world which is the totality of mathematical truths... just as a world of physical reality exists, the one like the other independent of ourselves, both of divine creation. (C. Hermite)

Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni. (H. Ford)
lore
Senior Member
Senior Member
 
Messaggio: 746 di 1118
Iscritto il: 15/03/2006, 19:28

Messaggioda sil » 19/03/2007, 20:31

Ciao a tutti! Sono una studentessa di Matematica al primo anno della specialistica.
Ho letto un po' quello che è stato scritto e volevo portare la mia esperienza, anche per aiutare Green Link nella sua scelta.
Dicevo, sono al primo anno della specialistica a Bologna, dopo la laurea triennale sempre a Bologna.
Quello che distingue i matematici è indubbiamente il modo di pensare, di ragionare e quindi di risolvere i problemi che acquisiscono durante il corso di studi. Questo si sviluppa, chiaramente, studiando teoremi, definizioni, lemmi e via dicendo riguardanti le cose più astratte che la mente umana possa concepire (spazi n-dimensionali, solo per dirne una). Tuttavia i matematici, dopo aver fatto loro questo tipo di approccio ai problemi, sono capaci di portarlo anche nella vita quotidiana, più nello specifico nel mondo del lavoro. Ed è proprio per questo che i matematici sono ricercati dal mondo del lavoro: IL LORO MODO DI RAGIONARE. Per spiegare meglio la cosa, un mio professore è solito dire: "Un matematico non sa fare niente, ma impara in fretta", cioè l'azienda ti assume, ti fa un periodo di formazione se ti servono conoscenze che non hai e poi inizi a lavorare sul serio. Quindi, a priori, un matematico non ha un lavoro specifico che potrà andare a fare (sto chiaramente tralasciando l'insegnamento), ma dipende dal settore in cui viene inserito. Per portare alcuni esempi, proprio al dipartimento di matematica a Bologna sono state organizzate delle conferenze in cui dei laureati in matematica raccontavano il loro lavoro al di fuori dell'ambito scolastico o accademico. Sul sito
http://www.professionematematico.dm.uni ... gramma.php
cliccando su "Profili dei relatori" trovate appunto gli esempi di persone laureate in matematica che lavorano negli ambiti più disparati.

Per quanto riguarda la discussione sul fatto che un matematico possa fare o meno il programmatore, devo dire che tanti matematici fanno i programmatori. Voglio essere più precisa. Personalmente, poco più di un mese fa ho ricevuto la lettera di un'azienda che mi invitava ad un test attitudinale proprio per programmatori. Sono andata, più per curiosità che per altro, e ho fatto il test: benchè sulla copertina ci fosse proprio scritto "Test per programmatori", all'interno sui linguaggi di programmazione non c'era un bel niente, solo sequenze alfanumeriche da completare (=trova il numero che viene dopo) e semplici problemini. Per la cronaca, ho superato il test. Una ragazza che conosco, laureata anche lei in matematica, lavora tutt'ora come programmatrice. Inoltre, molte delle persone che hanno partecipato alle conferenze di cui parlavo prima lavorano come programmatori. Alcuni di questi hanno detto cose molto indicative:
- dal momento che i linguaggi di programmazione diventano vecchi in fretta, le aziende preferiscono un persona che abbia la mente "flessibile" e sappia adattarsi facilmente
- nel caso tu non abbia le conoscenze di programmazione necessarie, è l'azienda che te le fornisce.

E qui veniamo alla richiesta di Green Link su quanta programmazione si faccia a matematica. Per quel che riguarda Bologna, c'è l'esame di Informatica I al secondo semestre del primo anno. Devo dire che è un esame abbastanza impegnativo (almeno per noi matematici) e, comunque, io lì ho imparato cosa sono un puntatore e uno stack. Ovviamente non ti darà tutte le conoscenze di programmazione, ma una buona idea te la fai.
Per il resto, come dicevo prima, gli esami sono su cose piuttosto astratte, e questo secondo me è una bella differenza rispetto alla matematica del liceo. Per esempio, al liceo si studiano rette, circonferenze, coniche in genere nel piano cartesiano, quindi a 2 dimensioni, e al massimo in 3 dimensioni, mentre quando arrivi all'università si parla subito di n-dimensioni, solo che fai fatica ad esempio ad immaginare spazi di 4 dimensioni!! Oppure, in algebra, si considerano non solo i soliti insiemi dei numeri (i naturali, gli interi, i razionali, i reali), ma altri insiemi dove ad esempio 2+3=0, che è una cosa fuori dalla realtà, ma che, con un po' di pratica, diventa molto più che familiare.
Poi, ovviamente, la matematica che fai all'università è quantitativamente molta di più di quella del liceo: quello fatto al liceo viene rifatto quasi tutto, anche se da un punto di vista abbastanza diverso, nei corsi di geometria 1, analisi matematica 1 e 2.
Qualcuno nel forum aveva detto che all'università si dà molta più importanza alla teoria, mentre al liceo venivano privilegiati gli esercizi. Questo è sostanzialmente vero, ma dipende dal corso di laurea che vai a fare. A matematica, ad esempio, gli esercizi sono sì importanti, ma la teoria lo è molto di più, e questo lo si capisce anche dal fatto che quasi tutti gli esami sono sia scritti che orali. Inoltre uno scritto così così si può tirare molto su con un orale eccellente, ma il contrario non è per niente vero. In altre facoltà invece la teoria non è così importante. Sto pensando ad esempio ad ingegneria, anche per esperienza personale: ho dato un esame là e lì l'orale (a parte che era facoltativo) aveva un peso molto diverso rispetto a quello che ha da noi. Comunque, in generale a matematica la teoria è fondamentale, anche perchè se non è fondamentale lì dove dovrebbe esserlo?

In definitiva, io non mi sono assolutamente pentita della scelta che ho fatto, anzi la rifarei anche domani! :-D :-D
sil
Starting Member
Starting Member
 
Messaggio: 1 di 3
Iscritto il: 14/03/2007, 23:13
Località: Imola

Messaggioda tecnos » 19/03/2007, 21:10

lore ha scritto:
tecnos ha scritto:Certo :D .

Solitamente un ingegnere civile/edile/edile-architetto e in minor misura ambientale, è fortemente vincolato all'ordine professionale, in quanto per operare sul territorio o nell'edilizia ( ma anche nella sicurezza....) è necessario iscriversi all'albo per firmare i progetti e fare qualcosa di concreto a livello professionale. Di fatto i grandi studi di ingegneria sono presenti nelle grandi città e per operare dignitosamente nel settore civile-ambientale è necessaria una certa indipendenza. Alcuni ingegneri "civili" saranno destinati alle industrie, ma in minor misura.

Il discorso cambia nel settore dell'informazione, infatti la maggior parte degli informatici/elettronici/tlc sono assorbiti dall'industria o dalle aziende del terziario nelle quali si richiede un laureato che soltanto in pochi casi di responsabilità deve progettare "con firma".
L'abilitazione professionale può essere vantaggiosa ai fini dell'assunzione ma non la vedo determinante. Sono convinto, ivece, che le buone statistiche riguardanti le assunzioni degli ingegneri informatici siano il frutto di un percorso di studio ampio, elastico e non improntato sull' iperspecializzazione.


Senti senti... tecnos, posso chiederti come fai ad essere così informato? Sei stato ministro della Pubblica Istruzione XD ?


No, sottosegretario :lol:
Avatar utente
tecnos
Senior Member
Senior Member
 
Messaggio: 1054 di 1720
Iscritto il: 28/09/2005, 10:25

Messaggioda Pedeslo14 » 07/04/2007, 11:48

Pedeslo14
Starting Member
Starting Member
 
Messaggio: 1 di 1
Iscritto il: 06/04/2007, 16:34

Messaggioda lore » 07/04/2007, 12:34

Rispondendo a Sil: indubbiamente, chi studia matematica acquista una notevole capacità di ragionamento astratto, nonché un rigoroso metodo logico e l'elasticità per affrontare problemi nei più svariati ambiti. E non dubito sul fatto che i matematici siano richiesti come programmatori: sono due materie che vanno a braccetto.

Però, non me la sento proprio di confermare il fatto che i matematici sarebbero addirittura preferiti agli informatici, nel loro ambito. Casomai il contrario.
Questo per una serie di motivi (parlo da studente di Informatica, non di ingegneria Informatica, per la quale lascio la parola al nostro sottosegretario :D):
innanzitutto, è falso dire che, siccome i linguaggi di programmazione invecchiano, l'informatico sarebbe svantaggiato. Al corso in informatica si insegna molto con il cosiddetto pseudo-codice, che è un linguaggio di fantasia. Questo perché, alla base, tutti i linguaggi di programmazione hanno gli stessi costrutti fondamentali. Programmare non è imparare un linguaggio, ma imparare le tecniche che stanno poi alla base di tutti i linguaggi, acquistando la capacità di usarli facilmente, e imparando poi con relativa tranquillità le caratteristiche e le differenze che comunque distinguono i tanti linguaggi per computer.

Inoltre, per quanto riguarda l'elasticità mentale: tieni conto che da noi il primo semestre del primo anno fanno Analisi, Logica, Matematica Discreta, e un corso completamente teorico di programmazione: grammatiche, invarianti, metodi formali di verifica della correttezza di un programma... non tocchi computer e non senti parlare di linguaggi particolari.

Questo appunto per fornirti quella forma mentis e quell'elasticità a cui tu accennavi, e che non è prerogativa dei soli matematici.

Tu mi hai detto che hai imparato cosa è uno stack e un puntatore. A un corso di Informatica impari:

-Come funziona, nei dettagli, l'architettura di un'elaboratore
-L'assembly
-I sistemi operativi
-Le classi, i design patterns, il polimorfismo...
-Le Basi di dati
-Il funzionamento delle reti
-L'analisi di complessità dei principali algoritmi, e il funzionamento delle strutture dati non banali (tipo gli alberi)
-Il Calcolo Scientifico
-La progettazione teorica di un compilatore (analisi lessicale, sintattica, semantica) per un qualsiasi linguaggio
-Multiprogrammazione
-ecc... ecc...

...e questo solo nei primi 2 anni. In più, altre materie di più ampio respiro come Algebra Lineare e Fisica. In pratica si fornisce la stessa elasticità mentale di un matematico, eliminando dal corso di studi tutte quelle parti che non hanno a che fare con l'informatica (anche a materie come Fisica, ad ogni argomento, viene riportato il programma in matlab per la simulazione). Quando esci da Matematica, è probabile che tu non sappia proprio cosa è la forma normale di Boyce-Codd per uno schema del modello relazionale, o che cambia tra un mergesort e un heapsort, oppure in cosa consiste la tecnica del passing the condition per la multiprogrammazione tramite monitor. E sono cose alla base di ambiti importanti dell'informatica.

Quindi, se GreenLink è appassionato soprattutto di matematica e non disdegna di programmare, anche io sarei per consigliargli di scegliere Matematica e poi di specializzarsi relativamente all'Informatica. Ma se vuole fare il programmatore, allora la scelta è studiare nel relativo corso di laurea.

Altrimenti, se dovessimo dire che matematica va scelta perché dà l'elasticità mentale per tutto, dovremmo togliere le lauree in Fisica, Chimica, Meccanica... e formare matematici "tuttofare" e basta.

Poi magari anche tu in realtà eri d'accordo su quello che ho detto... ma tantovale puntualizzare :-)

Buona serata

Lorenzo
There exists... an entire world which is the totality of mathematical truths... just as a world of physical reality exists, the one like the other independent of ourselves, both of divine creation. (C. Hermite)

Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia 20 o 80 anni. (H. Ford)
lore
Senior Member
Senior Member
 
Messaggio: 866 di 1118
Iscritto il: 15/03/2006, 19:28

Messaggioda daniele-gnudi » 11/04/2007, 11:20

lore ha scritto:Però, non me la sento proprio di confermare il fatto che i matematici sarebbero addirittura preferiti agli informatici, nel loro ambito. Casomai il contrario.

beh, dire che un matematico e' sempre preferibile ad un'informatico e' una sciocchezza..
ovviamente negli ambiti dove e' richiesta una certa conoscenza informatica teorica, il matematico annega subito (a meno che non abbia preso certi indirizzi) con il solo corso di informatica I (o II).
Riguardo il contrario invece, direi che proprio la cosa e' del tutto assurda in OGNI circostanza, non riuscendo a intravedere un solo settore (escludendo ovviamente l'informatica) nel quale un informatico possa essere in linea di massima preferibile ad un matematico.

lore ha scritto:Questo per una serie di motivi (parlo da studente di Informatica, non di ingegneria Informatica, per la quale lascio la parola al nostro sottosegretario :D):
innanzitutto, è falso dire che, siccome i linguaggi di programmazione invecchiano, l'informatico sarebbe svantaggiato. Al corso in informatica si insegna molto con il cosiddetto pseudo-codice, che è un linguaggio di fantasia. Questo perché, alla base, tutti i linguaggi di programmazione hanno gli stessi costrutti fondamentali. Programmare non è imparare un linguaggio, ma imparare le tecniche che stanno poi alla base di tutti i linguaggi, acquistando la capacità di usarli facilmente, e imparando poi con relativa tranquillità le caratteristiche e le differenze che comunque distinguono i tanti linguaggi per computer.

da ex studente di informatica, confermo e sottoscrivo!
infatti molti studenti vengono delusi da questo modo di imparare a programmare, ma e' molto piu' importante imparare cosa sia la programmazione che uno, due, cento linguaggi..

lore ha scritto:Inoltre, per quanto riguarda l'elasticità mentale: tieni conto che da noi il primo semestre del primo anno fanno Analisi, Logica, Matematica Discreta, e un corso completamente teorico di programmazione: grammatiche, invarianti, metodi formali di verifica della correttezza di un programma... non tocchi computer e non senti parlare di linguaggi particolari.

la praticita' o meno di un cdl varia parecchio da un ateneo all'altro. ad esempio dove andavo io il computer lo toccavamo eccome al primo anno, visto che il primo semestre imparavamo la programmazione funzionale ed il secondo quella orientata agli oggetti. non credo sia una gran cosa teorizzare troppo: la programmazione si impara soprattutto stando al computer e vedere dove in realta' le cose non vanno...
lore ha scritto:Questo appunto per fornirti quella forma mentis e quell'elasticità a cui tu accennavi, e che non è prerogativa dei soli matematici.

che non e' pero' nemmeno paragonabile a quella che ti fornisce un corso di laurea in matematica, e questo per ovvi motivi.
e ti diro' che per quanto mi riguarda non e' per forza uno svantaggio: troppo rigore non e' sempre producente, soprattutto per chi lavora con un calcolatore che e' un aggeggio che ignora completamente cosa siano il rigore, la precisione e l'astrazione.
un buon informatico teorico ha, secondo me, il giusto rigore e la giusta elasticita' che gli permettono di risolvere vari problemi computazionali. un matematico va decisamente oltre proprio perche' il suo percorso affronta situazioni e teorie che superano di gran lunga qualsiasi esame matematico affrontabile ad informatica.
ma questo e' ovvio, non e' mica una vergogna a meno che non si gareggia a chi ce l'ha piu' lungo

lore ha scritto:...e questo solo nei primi 2 anni. In più, altre materie di più ampio respiro come Algebra Lineare e Fisica. In pratica si fornisce la stessa elasticità mentale di un matematico,

in poche parole il cdl in matematica e' del tutto inutile?
lore ha scritto: eliminando dal corso di studi tutte quelle parti che non hanno a che fare con l'informatica (anche a materie come Fisica, ad ogni argomento, viene riportato il programma in matlab per la simulazione). Quando esci da Matematica, è probabile che tu non sappia proprio cosa è la forma normale di Boyce-Codd per uno schema del modello relazionale, o che cambia tra un mergesort e un heapsort, oppure in cosa consiste la tecnica del passing the condition per la multiprogrammazione tramite monitor. E sono cose alla base di ambiti importanti dell'informatica.

guarda che e' meglio non affrontare gare di questo tipo, perche' non basterebbe l'intero server di matematicamente.it per elencare le cose che un informatico non sa a differenza di un matematico e che nell'ambito scientifico (anche informatico) sono indispensabili.
non a caso (stando buoni) a capo di grandi risultati scientifici informatici ci sono spesso matematici anziche' informatici.
ad ognuno il suo campo e viviamo tutti felici
lore ha scritto:Quindi, se GreenLink è appassionato soprattutto di matematica e non disdegna di programmare, anche io sarei per consigliargli di scegliere Matematica e poi di specializzarsi relativamente all'Informatica. Ma se vuole fare il programmatore, allora la scelta è studiare nel relativo corso di laurea.

assolutamente.
sembra banale, ma se a uno piace lettere non vedo perche' dovrebbe iscriversi a storia antica...
lore ha scritto:Altrimenti, se dovessimo dire che matematica va scelta perché dà l'elasticità mentale per tutto, dovremmo togliere le lauree in Fisica, Chimica, Meccanica... e formare matematici "tuttofare" e basta.

a parte il fatto che spesso e' proprio cosi', visto che di matematici ne incontri nella finanza, in politica, nella medicina, nell'informatica, nella fisica, nell'ingegneria, nella scienza, ecc... a differenza di altri percorsi che specializzano maggiormente lo studente, nessuno dice che un matematico e' uguale ad un chimico.
semplicemente un matematico acquisisce una mentalita' ed una capacita' di astrarre che non ha eguali in nessun'altro corso di laurea.
solo quando esistera' un'altro corso dove verra' richiesto di imparare camionate di teoremi, proposizioni, lemmi, corollari, definizioni e sara' NECESSARIO dimostrare anche l'aria che respiri, sara' possibile fare paragone da questo punto di vista, secondo me.
Avatar utente
daniele-gnudi
New Member
New Member
 
Messaggio: 29 di 68
Iscritto il: 08/01/2007, 21:45
Località: Bologna

Messaggioda desko » 11/04/2007, 13:49

Solo oggi scopro questo topic; non ho letto tutto (anzi, quasi neinte, quindi non so come si è evoluta la discussione; a GreenLink che aveva aperto il topic dico, molto brevemente che io mi ero iscritto a Matematica perché mi è sempre piaciuta, ma all'università (a Modena) ho trovato qualcosa di molto diverso da quello che pensavo.
Molto diverso e immensamente più bello.
Per ora mi fermo qui.
"Caso è lo pseudonimo che Dio usa quando non vuole firmare col proprio nome" (Anatole France)
Avatar utente
desko
Average Member
Average Member
 
Messaggio: 337 di 805
Iscritto il: 15/05/2006, 09:06
Località: Nonantola (MO)

PrecedenteProssimo

Torna a Orientamento Universitario

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite