Albesa81 ha scritto:All'OT mi sento di dire che se deciderà di proseguire con il corso di studi dovrà darsi allo studio anima e corpo se vorrà arrivare in fondo, perchè a ingegneria non c'è tempo per le distrazioni e gli amichetti/e.
Questo concetto (culminante in quanto sottolineato), proposto anche da Intermat, in base alla mia esperienza di studente (di un corso di laurea scientifico che ha molti punti in comune con i più blasonati corsi di Ingegneria di vari tipi e Fisica, ossia Chimica Industriale) assai mediocre in base agli standard del 3+2, lo trovo assai critico e tengo particolarmente a spiegare il perché (essenzialmente, TL;DR per usare lo slang di Internet, quello che voglio dire è che
tra il dire e il fare c'è pur tuttavia il mare, e non basta dire "studio di più" o, al contrario, "devi studiare di più").
Lo trovo critico in quanto, pur non abbandonando alla prima difficoltà, ma perseverando e anche molto a lungo (come ho fatto io), se qualcosa in cui si crede comincia ad andare male nonostante lo sforzo (e nel mio caso in particolare distrazioni hanno cominciato ad essercene molte immediatamente dopo il quinto tentativo fallimentare di un esame verso la fine del terzo anno, ma prima ve n'erano assai poche, a parte lo sport, sempre rigorosamente amatoriale, che ora peraltro non pratico più; gli amichetti/e non ci sono stati quasi per nulla invece, a parte rarissimi casi), col tempo
può diventare
veramente difficile continuare a investirci l'impegno e il tempo dovuto, perché lo studio diventa un ripetuto conflitto con la realtà dei fatti e una pressoché giornaliera messa in discussione di sé stessi, che può rapidamente portare al prosciugamento delle proprie energie mentali se ripetuto a lunghissimo termine (io ho cominciato ad avere seri problemi nello studio all'inizio del primo anno fuoricorso, nel senso che passavo le giornate a studiare ma non mi rimaneva in testa veramente niente; intorno a metà anno però le capacità di memorizzazione sono tornate lentamente ad essere quelle di prima, infatti mi sono spesso trovato a dire ai miei famigliari che quest'anno accademico sarebbe stato una specie di anno di pausa, nonostante sia poi riuscito a dare, finora, 4 esami con risultati brillanti; anch'io sento di averli delusi, anch'io mi sono dovuto trovare, a volte con modi bruschi, a richiamarli alla realtà, ovvero che nonostante tutto sono uno studente mediocre).
Insomma, al nostro Riccardo8, per concludere, l'Università ha le sue gioie e i suoi dolori, e i dolori sono il vedere che altri hanno una carriera più spedita di te (e a me duole assai non il vedere gli altri laurearsi, ma il vedere gli altri ex colleghi fare ricerche in laboratorio, fare tirocini, mentre io praticamente, per via di una manciata di esami non ancora superati (gli esami che mi mancano per la laurea, dato che io, a differenza di te, sono giunto quasi alla fine), sono stato esiliato e condannato a una specie di ozio forzato, nel quale gli interessi diventano per forza di cose altri e comincio ad essere un po' come te, pur rimanendo il dovere del laurearsi, ozio scandito di tanto in tanto da qualche esame passato con bei voti, quando invece io avrei voluto fare tutt'altro; e quando giungerà anche per me il momento della tesi, dovrò sprecare molto tempo a imparare daccapo come usare gli strumenti di laboratorio), il deludere i tuoi famigliari che credevano fortemente in te e che tu ce la facessi, il vedere che il proprio impegno non vale nulla,
ma le gioie sono l'acquisire un senso critico, un'autonomia dagli altri, una cultura, una capacità di tollerare le difficoltà, i peggiori dolori che la vita può offrire, fare del tuo meglio anche quando la dea bendata della fortuna non sta cercando te ma qualcun'altro e fare tutto con le tue sole forze, e farti apprezzare al 100% quel poco che ti viene bene con le tue sole forze, l'imparare a essere umili e modesti. Pazienza per i famigliari, non si può volere tutto dalla vita, l'importante è non parcheggiarsi all'Università e cominciare a vivere a suon di party e discoteca abbandonando completamente lo studio, quello è da da idioti, ma ogni tanto è necessario fermarsi momentaneamente, per evitare problemi, e non è nemmeno corretto che qualcuno debba ritenersi uno studente non meritevole solo perché è un po' più lento nello studio o è un po' meno portato, e debba solo per questo rinunciare a una laurea (infatti, nel Nuovo Ordinamento, anche se si raggiunge il limite della decadenza dagli studi, si ha diritto al riconoscimento della carriera pregressa, cioè la maggior parte degli esami superati con successo, se non tutti, vengono riconosciuti validi all'inizio della nuova immatricolazione).