nicov ha scritto:Ci interessa poco il come, ci interessa la strada più veloce, efficace e facile da attuare.
Questo vale per tutti gli ingegneri, o in particolare modo per i gestionali?
Di contro gli ingegneri, a mio modo di vedere, faticano quando i problemi si complicano eccessivamente, sono imprecisi e approssimativi e si preoccupano poco del perchè. Dall'altra, quindi, credo che un fisico in questo senso sia ontologicamente più portato. Un fisico viene istruito a cogliere i dettagli di un problema. Ecco, io direi che un fisico risolve con più eleganza i problemi.
Aspetto importante, la mia impressione da non ancora studente universitario è che a ingegneria non si faccia molta riflessione sul perché delle cose.
Al di là del fatto che scegliendo ingegneria rispetto a fisica si va incontro a una specializzazione, orientata su un certo ambito ( meccanica, elettronica, etc..), tu dici che la differenza tra i due corsi sussiste soprattuto sul metodo con il quale ci si approccia alla materia?
Questo è il motivo per il quale prima sostenevo che i fisici non hanno una capacità di problem solving apprezzata dalle imprese quanto quella dell'ingegnerie, soprattuto perché l'ingegnere è una figura professionale, c'è l'ordine degli ingegneri, come quello di altri tipi di lavoratori.
Fermo restando che uno studente dello scientifico ha tutte le carte in regola per affrontare ingegneria, non trovi che l'impostazione di pensiero all'efficacia e all'efficienza venga maggiormente insegnata in un istituto tecnico, nonostante uno studente dello scientifico abbia più nozioni matematiche?
Per quanto riguarda la prima parte, intendevo in generale, gestionali e non. Ma direi sopratutto gli Ingegneri Industriali (Energetici-Nucleari, Aerospaziali, Meccanici). L'industria è dominata da problemi di ottimizzazione tecno-economica. Problemi di trade-off in altri termini. La scelta di un materiale, ad esempio, deve essere ottima nel senso da garantire l'esercizio del componente di un sistema/impianto durante la sua vita, ma allo stesso tempo minimizzare i costi. In Ingegneria si dice spesso che si può fare quasi tutto. Il problema è farlo contenendo i costi, attraverso l'uso razionale di ogni risorsa e senza nuocere all'ambiente.
I gestionali sono più orientati all'ottimizzazione di risorse che hanno a che fare con i processi produttivi. Un esempio potrebbe essere l'analisi della logistica di un magazzino. O tutto ciò che a che fare con l'industria 4.0. E' una figura importante nel contesto industriale. Molto utile. Il problema dei Gestionali (di certi Gestionali) è che, secondo me, non sanno proprio chi sono. Non sanno cosa rappresenta la propria figura. Molti si vedono dirigenti d'azienda in qualche anno. Sopratutto al Poli. Però non apriamo questo argomento che si va in flame in un attimo
Non me ne voglia nessun Gestionale del forum, ho tanti amici Gestionali con cui ci si scambia interpretazioni e idee serenamente.
Per quanto riguarda la seconda, non mi fraintendere. Ce lo si chiede il perchè delle cose. Semplicemente non si va troppo a fondo laddove non è richiesto. Dipende anche molto dal focus (i.e. specializzazione) che scegli. L'ingegneria per me è di
quantità. E' sconfinata, interdisciplinare, in continua evoluzione. Semplicemente non si ha tempo di andare a fondo nelle questioni. Magari industrie che si occupano di prodotti di dettaglio, o che necessitano un alto livello di qualità, adottano una metodica più solida e richiedono ingegneri più "precisi". Ma sicuramente non è lo standard.
Come vedi, la figura ingegneristica è una figura che al mondo del lavoro serve. E servirà sempre. Alcuni però potrebbero sentirsi "sfruttati", uno di tanti insomma. Chiarisco, è un percorso terribile, pieno di insidie, ma che restituisce in cambio tantissimo. Secondo me è un investimento certo per il tuo futuro. Più certo di quanto lo possa essere quello in una scienza pura. Nonostante, va detto, non è più come una volta per le scienze pure, sono molto più apprezzati anche loro.
Per quanto riguarda l'ultimo commento su istituti tecnici/liceo scientifico, ti direi di sì. In un itis cominci ad avere un assaggio delle problematiche industriali, di tradeoff e di ottimizzazione. Sei subito introdotto a ragionare su problematiche concrete. In un liceo tengono di più a insegnarti a ragionare, a insegnarti il linguaggio fisico-matematico che sarà poi fondamentale per qualunque corso di laurea scientifico affronterai.
Ingegneria può essere vista come l'evoluzione di miscuglio liceo/itis dove ha rilevanza sia la fisica che la progettazione, l'ottimizzazione, l'uso delle risorse, ecc. Chiaramente, sopratutto in una magistrale di livello, ciò che si fa ad Ingegneria è di un altro pianeta comparato a quello che si fa in un itis.
Per farti un esempio, una turbina la sa dimensionare anche un perito termotecnico (o almeno, dovrebbe). Ma non ha minimamente le conoscenze per comprendere i processi termodinamici e fluidodinamici che avvengono. Non ha quindi e non avrà
mai le competenze per migliorare la tecnologia. D'altro canto, un ingegnere non ha una conoscenza approfondita del linguaggio fisico e matematico per modellare a fondo il fenomeno, che invece un fisico ha. Sto un po' banalizzando, ma è per darti un'idea.