Buongiorno a tutti,
sono un utente registrato ormai quasi 4 anni fa, sull'onda di un interesse personale nei confronti della fisica che successivamente (i famosi "casi della vita") si è allontanato ed è sparito nel silenzio da cui era apparso.
Questa era la mia vecchia presentazione e per certi versi non è cambiato nulla.
https://www.matematicamente.it/forum/viewtopic.php?f=31&t=120679
Volevo condividere con voi, in cerca di consigli, ciò che mi passa per la mente e chiedervi un aiuto per diradare la nebbia in cui mi trovo.
Non sarò troppo breve, vi devo avvisare
Quattro anni fa accarezzai l'idea di iscrivermi a Fisica: ero laureato (triennale) in informatica, lavoravo fulltime in una software house che ho aperto con ex compagni universitari ed ero sposato da un paio di anni.
Timore reverenziale, paura per l'impegno e (come detto sopra) "casi della vita" mi fecero accantonare il progetto.
Ora qualcosa è cambiato... lavoro sempre nello stesso posto e ho un bimbo piccolo, ma l'idea non mi ha abbandonato e sto valutando con maggiore serietà la questione.
Le mie motivazioni non sono professionali, non ho un reale e pratico bisogno della laurea ma continuo a portarmi dentro il pensiero che è qualcosa che vorrei fare, che dovrei fare, prima che sia troppo tardi.
Come dissi nella mia presentazione è fame di sapere mischiata a un desiderio di rivalsa e appagamento personale, e vi prego di non prendermi per uno troppo strambo.
E' che da quando ho riattizzato il mio antico interesse per la Natura ne ho giovato anche a livello psicologico.
Vivo combattuto fra il timore di imbarcarmi in un'impresa fuori dalla mia portata, sia organizzativa sia intellettuale, e la paura di rimpiangere di non averci provato negli anni a venire.
Ho già contattato (nuovamente) l'università e sicuramente mi verrebbero riconosciuti alcuni esami, ma questo mi tornerebbe utile solo per "ridurre" i crediti necessari e sfruttare al meglio le iscrizioni a tempo parziale.
In realtà dovrei sotto certi punti di vita ricominciare tutto da capo perché devo essere onesto prima di tutto con me stesso: so che anche se le nozioni (ad esempio) di analisi 1 sono lì da qualche parte nella mia testa, non le utilizzo da 12 anni e fra avere l'esame scritto sul libretto e sapere le cose ci passa un abisso.
Non potrei frequentare praticamente mai le lezioni, facendo eccezione solo per i laboratori che chiaramente sono obbligatori.
La mia posizione lavorativa mi permette da una parte una certa "elasticità" ma di contro in quanto "piccolo imprenditore" mi potrei trovare in ogni momento di fronte a periodi difficili in cui mi toccherebbe lavorare molto di più per rispettare una consegna o una scadenza.
Potrei ritrovarmi senza stipendio per qualche mese con la retta universitaria comunque da pagare.
Mio figlio andrà all'asilo ma la mia famiglia potrebbe avere bisogno di me più di adesso.
Insomma, io ci sto provando a capire SE è una cosa possibile.
Lasciando momentaneamente da parte discorsi del tipo "se sei motivato sputi sangue ma ce la fai", devo capire onestamente e in coscienza se è un'impresa logisticamente e fisicamente (battutona) possibile.
Certo potrei semplicemente studiare e non iscrivermi neppure, ma lo ammetto, non sarebbe la stessa cosa. Sono uno che ha bisogno di traguardi reali e per certi versi anche di paletti: un momento di sconforto o stanchezza arriverebbe di certo, e senza un pungolo come una reale iscrizione, mollare per un po' e poi lasciar decadere tutto sarebbe questione di poco.
Quanto potrei dedicare allo studio?
Ipotizzando una costanza quasi quotidiana (perché di sicuro l'atteggiamento del tipo "niente per 3 mesi e poi 1 mese a morte prima dell'esame" non è fattibile e non è ciò che voglio), possono bastare 1 ora e mezza o 2 al giorno più una mattina o pomeriggio intera del fine settimana?
Realisticamente non penso di poter dedicare più di così: lavoro e soprattutto famiglia non devono essere trascurati.
Mia moglie sa più o meno a cosa andremmo incontro e non mi osteggia... al limite secondo lei "provi e se non riesci puoi sempre lasciar perdere... non moriremo per una retta universitaria", però mi guarda e mi chiede "ma sei sicuro di farcela?".
Ecco, io ancora non so cosa rispondere.
Ho già vissuto un corso di laurea scientifico e lo dico onestamente, non mi sono ucciso di studio... con un po' di ritardo sono felicemente arrivato in fondo col mio 104/110.
So più o meno che tipo di mondo sia, ma è passato tanto tempo.
In tutta franchezza, voi cosa mi direste se ne stessimo parlando serenamente davanti ad un buon caffè?
E' un sogno che deve rimanere tale perché probabilmente non potrà mai realizzarsi o vale la pena tentare?
Prima di affrontare qualsiasi discorso pratico (come fare, cosa leggere, cosa/come ripassare, ecc) devo prima sgombrare il campo da tutto e decidere a fare il passo iniziale.
Grazie a chiunque passerà di qui e vorrà lasciarmi una parola
Buon pomeriggio
Daniele