Re: Matematica o statistica?

Messaggioda Ema2003 » 31/03/2021, 20:28

anonymous_58f0ac ha scritto:
Ema2003 ha scritto: i miei timori vertevano più sul fatto che alla Bicocca essa è mischiata ad economia. Ora, sicuramente sono due discipline collegate, però mi sarebbe piaciuto conoscere il parere di chi magari ha frequentato un corso di laurea affine a questo, poiché, sarà che sono maschio e dunque poco multitasking per definizione, ma tendo ad avere poca fiducia nel fare più cose insieme.


Ovviamente ci sarà qualcosina di Economia. All'università non studierai mai una cosa e basta.
Considera comunque che il corso di laurea in Statistica, solitamente, è uno dei più puri!

P.S. Anche a me i corsi di laurea in cui si studiano troppe cose diverse tra loro (come ad esempio Economia e Management, Ingegneria Gestionale, Ingegneria Matematica, ecc.) non mi sarebbero mai piaciuti.

Ah capisco! A me in realtà piace molto economia e mi piacerebbe anche studiarla insieme a statistica. Insomma, non rifiuto in linea di principio qualsiasi commistione; l'importante è che, se si decide di fare più cose insieme, che vengano fatte bene. Se la Bicocca, eventualmente, mi permettesse di studiare con profitto statistica e (un po' di) economia insieme, ben venga! Ma, il problema, è sempre quella voce che mi gira per la testa e mi dice di fare matematica (ovviamente in senso metaforico :-D) Ti ringrazio comunque per i consigli e ti auguro una buona serata
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda gabriella127 » 31/03/2021, 21:21

Ema2003 ha scritto:s Quanto a microeconomia, ho trovato queste slide https://www.coris.uniroma1.it/sites/def ... ONOMIA.pdf ed alcuni file word, ma gli argomenti sono più o meno quelli. Sono cose molto interessanti! In più, mi sembra anche di essere riuscito a capire qualche grafico, quindi davvero, partiamo col piede giusto (anche se c'è sempre quello "spettro" di fare matematica che mi assilla :-D)
Quanto a macroeconomia, ti linko ciò che ho consultato: http://www-3.unipv.it/webdept/p_24_05.pdf e http://eco.uninsubria.it/webdocenti/gbe ... -2015%20(1).pdf


Be', comunque sei assillato da uno spettro simpatico :) .

Ho visto i link che citi, sì, sono delle dispense molto introduttive e sintetiche, che coprono degli argomenti standard, danno un'idea, ma sono molto parziali. Sono, (di sicuro quelle di micro, non ho ben capito per macro perché c'è solo un pezzetto), per facoltà non di economia, quindi molto stringate e semplificate, non ti danno bene un'idea di cosa andresti a fare a economia.

Avevo in mente un paio di riferimenti, libri, che potresti consultare, sia per micro che per macro.
Però caso mai cominciamo da uno solo per materia, poi se vuoi ti dico degli altri due libri e delle differenze con i primi.

Per micro potresti guardare il libro Frank, Microeconomia, McGraw Hill. C'è una edizione del 2021, non so cosa ci sia di diverso dalle precedenti.
Per macro un classico molto noto è Blanchard, Amighini, Giavazzi-Macroeconomia. Una prospettiva europea, Il Mulino, 2020. E' l'edizione che ho io, ma ce ne sono di precedenti. (non ti confondere con un'altro che si chiama Scoprire la macroeconomia, che è un'altra cosa).

Sono entrambi libri a livello di esame universitario a economia, undergraduated. Sono poco formalizzati, poca matematica, come è normale all'inizio degli studi di economia (poi andando avanti la matematica aumenta).

Frank è molto chiaro, da un'idea ottima della materia, è approfondito, anche se mancano alcune parti più avanzate della microeconomia. Ci troverai molti grafici, perché in micro ce ne sono tanti. Mi sembra ottimo come inizio per chi voglia capire cosa è la materia.

Blanchard idem, dà una panoramica ampia e rigorosa e affronta alcuni dei modelli più importanti della macroeconomia, colegandoli anche alle vicende reali.

Non so se puoi trovarli da scaricare o leggere in rete, credo le ultime edizioni no, ma anche se trovi edizioni più vecchie va bene lo stesso, non ci saranno poi enormi differenze.
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda gabriella127 » 31/03/2021, 22:00

Sergio ha scritto:Gabriella, perdonami, ma che senso ha consigliare a un ragazzo di 17 anni di leggere quel Blanchard per capire cosa vuol dire studiare macroeconomia? Quella è roba che - fammi esagerare un po' - trovi tutti i giorni leggendo il Sole 24 Ore.
Se avesse senso approfondire cosa vuol dire "studiare economia" (e per me non ne ha, per me ha molto più senso chiedersi "cosa voglio fare da grande") allora gli consiglierei piuttosto le Lezioni di macroeconomia di Blanchard e Fischer.


Ma non è affatto vero! Ci sono sia i modelli che i riferimenti alla realtà economica. Ci sono sia i modelli del ciclo che della crescita, c'è la politica economica, c'è un capitolo con cenni di storia della macroeconomia, c'è un capitolo sui mercati finaziari e sulle aspettative.

Lui vuole capire cos'è l'economia come materia, per farsi un'idea della materia, proprio per capire cosa vuole fare da grande (sta in quarta liceo, ha tempo di guardare tante cose, se lo crede).
In prima battuta è bene vedere che l'economia è fatta di modelli, ma inquadrarli nelle problematiche economiche.

Gli ho detto di guardare prima quello, pensando in seconda battuta, se gli interessasse, qualcosa come dici tu, o qualcosa di più tecnico.
Quando uno non ha mai fatto economia, non sa nemmeno di cosa si stia parlando, ne' lui segue un corso con un professore che lo guida.
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda Ema2003 » 01/04/2021, 08:40

Sergio ha scritto:
Ema2003 ha scritto:non mi spaventa l'idea di farmi un primo semestre di clausura

Bene. E allora lascia perdere la strana idea di studiare adesso per prepararti a quello che dovrai studiare dopo. Qualsiasi cosa studiassi adesso, la dovresti poi riaffrontare in un modo completamente diverso. Perché perdere tempo? Ho visto qualche studente proveniente dallo scientifico affrontare con spavalda sicurezza l'esame di analisi 1 ("io queste cose già le so") e poi naufragare miseramente.
Pensa a completare i tuoi studi e a porti domande - perdonami - un po' più concrete.

Ema2003 ha scritto:Dell'economia, appunto, so molto poco; però, già soltanto l'idea di capire meglio la realtà circostante (perché, alla fine, economia lo permette; difatti la vedo un po' come fisica, ma sul piano umano: fisica consente di comprendere la natura; economia i mercati, le politiche economiche ecc...) mi piace parecchio e, oltretutto, come dicevi anche te, mi sembra un ottimo connubio tra materie umanistiche e discipline matematiche

Opinione personale: questo mi sembra il modo peggiore di affrontare il problema.
Se sei indeciso tra A e B, scegliere un "connubio" (?) non ti dà sia A che B, in realtà non ti dà né A né B. Il motivo è quello già detto da altri: dovrai sempre più specializzarti.

Se puoi permetterti di vivere di rendita, puoi studiare quello che ti pare. Se il tuo obiettivo è insegnare nelle scuole superiori o tentare la carriera universitaria più o meno pure. Altrimenti le prime domande da porsi sono: quali studi mi darebbero maggiori possibilità di trovare un lavoro di mia soddisfazione? Tra questi, quale preferirei?
Prima devi decidere "cosa fare da grande", poi cosa studiare.
Non solo: devi anche decidere se il tuo orizzonte è solo italiano oppure no. In Italia c'è poco, altrove c'è di più.

Matematica, fisica e statistica sono discipline molto diverse, ma possono offrire sbocchi in enti o aziende che cerchino personale per lavori di tipo quantitativo. Esempio: da qualche anno le banche assumono ogni tanto persone con una laurea scientifica per il controllo dei rischi. Sembra quasi un aspetto "economico": in un bilancio ci sono un attivo e un passivo, come fare in modo che il mio attivo (per una banca sono prestiti, ma anche titoli e immobili) non si riduca per eventi avversi tanto da farmi incorrere in perdite non sostenibili? Ma di laureati in economia che si occupino di queste cose non ne ho visti. Ho visto invece matematici, statistici e anche una ragazza con un dottorato in fisica teorica (in due parole: dalle orbite degli elettroni alle oscillazioni del prezzo delle opzioni).

Statistica ed economia sono due discipline molto diverse, ma c'è una branca della statistica detta "statistica economica" che è quella che si occupa del PIL, degli indici dei prezzi, dei tassi di attività e di occupazione ecc. In teoria si occupa anche di un approccio alla realtà economica ben diverso da quello degli economisti, ma in pratica di questo si occupano solo pochi specialisti nelle istituzioni europee per analisi economiche regionali.
L'econometria sembra un connubio tra statistica ed economia, ma per molti aspetti è una disciplina a sé stante. A proposito:
Ema2003 ha scritto:Quanto a matematica finanziaria, non ti linko cosa ho consultato per il semplice fatto che non mi fa né caldo né freddo: si usano strumenti matematici diciamo consueti, come funzioni e limiti, ma applicati a questioni economiche.
Questo può valere per la matematica finanziaria che si studia nella scuola superiore, ma se provassi a guardare un testo di econometria dedicato alla finanza (o di matematica attuariale) troveresti un mondo la cui complessità nemmeno immagini.
Comunque, studiare seriamente econometria in Italia è escluso. Basta guardare che preparazione richiedono i bandi per econometrici pubblicati dalla Banca d'Italia.

Ecco, comincia da qui: decidi cosa vuoi fare da grande, poi guarda i bandi dei concorsi per vedere che tipo di preparazione si richiede per fare quello che vorresti fare. Oppure anche, se ti interessa il lavoro fatto da qualcun altro che abbia un nome e un cognome, studiati il suo curriculum.
Mi sembrerebbe più utile che approfondire la termodinamica o cercare improbabili "connubi".

Buongiorno, lei ha proprio colto nel segno: non so cosa fare da grande. Le faccio i complimenti per aver smascherato tutti i miei tentativi di dissimularlo, "affogando" il problema nella scelta del corso di laurea. Quelle poche volte che affronto tale questione, mi piace dividere i lavori in 2 categorie: lavori che impegnano sempre e lavori che impegnano un po' meno. Detta così, sembra una cosa da bambino di quinta elementare, ma spiego immediatamente: ci sono lavori, come quelli che secondo me si possono fare con una laurea in economia, che impegnano sempre, bisogna portarsi il lavoro a casa; insomma, si ha poco tempo libero (questo è ciò che penso io; non so come sia di fatto la vita di, non so, un manager o uno che lavora in Borsa, ma è questa l'impressione che ho; se le cose in realtà non sono così, beh, ben venga); per quanto concerne la seconda categoria, mi riferisco eminentemente a lavori come l'insegnante che, per carità, impegnano sì, specialmente quando si hanno da correggere tante verifiche, ma, tendenzialmente, credo che l'insegnante un po' di tempo libero lo abbia. Ora, sarà forse un po' la suggestione di intellettuali come Cartesio, Pascal o Goethe, ma coltivo da tempo l'ideale dell'intellettuale completo, che spazi dalle discipline umanistiche a quelle scientifiche, sebbene mi renda conto che è un ideale anacronistico. In tal senso, preferirei mestieri come l'insegnante, per aver tempo di leggere, studiare saggi storici, opere filosofiche e letterarie ecc...; nondimeno, capisco bene che, sul piano pratico, tutto ciò è inutile; se proprio proprio, potrei finire a fare l'opinionista alla Odifreddi in mezzo a mentecatti reazionari, ma probabilmente nemmeno. D'altra parte, però, l'idea di non poter coltivare le mie passioni e di essere sempre costretto ad occuparmi di questioni lavorative, beh, quasi mi spaventa. Ma, allora, che cavolo voglio fare nella vita? Non lo so nemmeno io. Siccome dal suo modo di scrivere arguisco che è una persona con un'esperienza assai maggiore della mia, mi darebbe un consiglio? I miei genitori e i miei nonni, ahimè, per cause di forza maggiore, non hanno mai dovuto porsi problemi di tal fatta; i miei amici si trovano un po' nella mia stessa barca, o magari studieranno senza farsi troppi problemi ciò che amano; insomma, non ho praticamente nessuno con cui confrontarmi seriamente.
Per quanto riguarda matematica, so bene che è come dice lei, ma d'altra parte le basi bisogna averle. Poi, io sono sempre stato uno che detesta ripetere a pappagallo ciò che sta sul libro; se non vado oltre mi prende male. Quindi, per me approfondire matematica, fisica, ma anche filosofia, storia ecc... è inevitabile (a meno che non ne abbia proprio il tempo, ma lì, insomma, posso farci poco.) Anche psicologicamente, se iniziassi matematica dicendo "Ho delle buone basi", di certo partirei con maggiore sicurezza. Oltretutto, in matematica e fisica ho imparato a non dare assolutamente nulla di scontato; se guarda tra i miei post, ne troverà uno dove chiedo persino quanto facesse -cos360 gradi (anche se lì è stata una disattenzione mia :-D il problema è quando si ha cos(-a) che fa cosa, non -cosa, come potrebbe sembrare di primo acchito.)
Quanto al vivere di rendita, ahimè non posso permettermelo. Difatti, spesso, come dire, non è che io invidi, perché sono contento di quello che ho, ma, comunque, penso a quante tranquillità potrei concedermi se fossi un mio compagno: sto qui è pieno di soldi e non fa un cavolo dalla mattina alla sera; sempre a festeggiare. Quando si dice che la vita è ingiusta! Quanto a statistica, sono cosciente di quanto dice lei; infatti, già nei post precedenti avanzavo qualche dubbio riguardo alla possibilità di fare un cdl in cui si studi sia statistica sia economia. Insomma, per ora la scelta del cdl resta sospesa, finché non avrò capito cosa cavolo voglio fare. Una costante, invero, c'è ed è quella della ricerca: inizialmente, avrei voluto laurearmi in lingue e letterature straniere, per poi divenire professore universitario. Solo che ho abbandonato il progetto perché so bene che, in Italia, per fare il dottorato serve fare, come dire, captatio benevolentiae (per usare un eufemismo) ai professori; senza questo, si può essere Natalino Sapegno, ma non si verrà mai ammessi. Se fosse solo un luogo comune, anche qui ben venga. Dunque, lo stesso timore si applica alla ricerca in matematica, fisica, statistica, economia ecc... Dunque, guardando alle professioni, tendo ad escludere aprioristicamente la ricerca; se poi dovessero prendermi al dottorato, ok, lì non avrei problemi e non mi si porrebbe nemmeno il bivio esposto sopra: lavorerei studiando quel che mi piace; se non avessi poi il tempo di leggere, pazienza, mi basterebbe lavorare a matematica, fisica, economia o quel che sceglierò (piccola nota: ho abbandonato definitivamente l'idea di darmi alle materie umanistiche per una varietà di ragioni che non espongo ché, altrimenti, qua davvero scrivo un romanzo.)
Quanto agli altri paragrafi, beh, prima mi conviene decidere cosa voglio diventare; soltanto dopo potrò pensare se allargare i miei orizzonti e andare all'estero, in cosa specializzarmi ecc...
Scusi l'enorme papiro, ma, insomma, sono un po' il tipico adolescente che si ritrova a prendere decisioni infinitamente più grandi di lui e, conseguentemente, il tutto si riversa nei papiri che scrivo. Le auguro una buona giornata e la ringrazio per il messaggio e per il tempo dedicatomi!
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda Ema2003 » 01/04/2021, 10:53

Sergio ha scritto:
Ema2003 ha scritto:Quelle poche volte che affronto tale questione, mi piace dividere i lavori in 2 categorie: lavori che impegnano sempre e lavori che impegnano un po' meno. Detta così, sembra una cosa da bambino di quinta elementare, ma spiego immediatamente: ci sono lavori, come quelli che secondo me si possono fare con una laurea in economia, che impegnano sempre, bisogna portarsi il lavoro a casa; insomma, si ha poco tempo libero (questo è ciò che penso io; non so come sia di fatto la vita di, non so, un manager o uno che lavora in Borsa, ma è questa l'impressione che ho; se le cose in realtà non sono così, beh, ben venga); per quanto concerne la seconda categoria, mi riferisco eminentemente a lavori come l'insegnante che, per carità, impegnano sì, specialmente quando si hanno da correggere tante verifiche, ma, tendenzialmente, credo che l'insegnante un po' di tempo libero lo abbia.

Ho avuto anch'io 17 anni e credo di capirti, ma la metterei in termini diversi.
Ci sono lavori che piacciono, che ci si porta volentieri dietro in ogni momento. Per fare un esempio forse un po' estremo, mio padre, avvocato, è morto nell'ospedale in cui era stato ricoverato per un infarto, si era portato il lavoro da casa e ha lavorato fino a poche ore prima della morte.
Ci sono poi lavori che vengono vissuti come un tributo da pagare alla sopravvivenza. Ci sono giovani il cui motto è "la mia vita comincia quando esco dal lavoro". All'inizio sembra andare tutto bene. Si comprano la macchina, la moto, la reflex professionale con teleobiettivo da due metri, la sofisticata stazione multimediale... ma poi con gli anni il prezzo da pagare - cioè il tempo da riservare a un lavoro che non dà altre soddisfazioni che qualche soldo - diventa sempre più pesante. O si cerca altro, quando è comunque un po' tardi, o si deve sopportare una crescente frustrazione.
Morale: io non mi metterei a scegliere un lavoro solo perché mi lascia più tempo libero.

Ema2003 ha scritto:Una costante, invero, c'è ed è quella della ricerca: inizialmente, avrei voluto laurearmi in lingue e letterature straniere, per poi divenire professore universitario. Solo che ho abbandonato il progetto perché so bene che, in Italia, per fare il dottorato serve fare, come dire, captatio benevolentiae (per usare un eufemismo) ai professori; senza questo, si può essere Natalino Sapegno, ma non si verrà mai ammessi.

1) Può essere un degnissimo progetto.
2) A volte va come dici tu, altre volte gli ordinari portano avanti i loro candidati (sì, anche con bandi ad personam) solo perché li stimano e vedono in loro validi collaboratori. Altre volte ci sono concorsi "veri", in cui qualche posto è assegnato in partenza, ma non tutti.
3) Il mio punto di vista è che all'estero, almeno in certi paesi, va decisamente meglio ed è per questo fondamentale includere sbocchi all'estero tra le proprie prospettive. Il punto di vista di mia figlia è che al momento prova in Italia, perché è stimata da ordinari di due facoltà. Ha avuto borse con bandi ad personam perché gli ordinari della sua facoltà volevano che facesse ricerca da loro, ora ha un assegno di ricerca ottenuto esclusivamente per meriti in una facoltà diversa dalla sua. È però un percorso maledettamente lungo e quindi... mi tengo il mio punto di vista :-)

Ha ragione. Allora, se escludiamo il fare ricerca (preferirei in matematica, anche se pure in economia non mi spiacerebbe affatto), mi piacerebbe lavorare, come dicevo, nelle banche o, in generale, come attuario o come colui che analizza i bilanci di un'azienda, non so il nome specifico della professione. Insegnare non mi piace; ormai, dopo aver conosciuto i miei compagni, ho una visione pessima dell'insegnamento. Certo, che gli alunni mi ascoltino o meno, lo stipendio lo prenderei sempre; ma siccome matematica, come anche ad esempio storia, è insegnata ovunque, se finissi in un istituto dove trovassi anche i soliti "eroi" che fanno gli spavaldi coi professori, diciamo che non finirebbe bene. Oltretutto, se spiego una cosa e nessuno mi ascolta, mi dà anche un po' fastidio. Ma, il problema è che, sempre posto che non so praticamente nulla di economia (quindi, una volta che avrò guardato i volumi che mi consigliate, potrei cambiare idea), per ora mi attira di più la matematica; oltretutto, a matematica potrei studiare fisica da capo e mi farebbe molto piacere: è una disciplina che permette di capire il mondo e mi pento di non averla mai studiata bene, poiché volevo dedicare tutto il tempo alle discipline umanistiche. Quindi, beh, ora come ora, per i pensieri che mi vagolano in testa in questo momento, l'idea potrebbe (uso il condizionale deliberatamente) essere quella di fare matematica e poi cercare un lavoro in ambito economico. Userei poco di tutto quello che ho appreso? Pazienza! Il solo fatto di conoscere la matematica e la fisica mi appaga parecchio. Poi, ovviamente, tenterei a più riprese di fare il dottorato; poi, se il meraviglioso sistema universitario non mi consentirà di farlo, anche qui, pazienza. Per quanto brutto sia da dire, non ci si può fare niente.
Quanto alla questione estero, beh, di certo mi piacerebbe. Provengo anche da un linguistico e non voglio dimenticare tutto quel che ho imparato negli anni, vale a dire che ripasserò sempre le lingue. Dunque, perché non sfruttare queste competenze? Facendo economia, andare all'estero sarebbe un'esperienza, oserei dire, quasi imprescindibile; facendo matematica, anche, ma più magari, comunque, per semplici convegni o cose del genere. Con economia, se andassi all'estero, ci terrei a studiare il sistema economico di un altro paese, ad esempio mi affascina il caso del Giappone che, malgrado il debito e a dispetto della sconfitta nella seconda guerra mondiale, è diventato una potenza mondiale ed è avanzatissimo a livello tecnologico. Certo, potrei studiarlo anche in Italia con libri adatti; ma non è assolutamente la stessa cosa. Mi dica cosa ne pensa o se il mio ragionamento ha qualche falla. Lei potrebbe dire: "Ma la scelta devi farla tu!" Questo è sacrosanto; ma, siccome spesso ci si pente a posteriori delle scelte compiute alla luce della maggiore esperienza, dato che lei appunto ha un'esperienza di vita assai maggiore della mia, vorrei chiederle dei consigli, ma, appunto, semplici consigli. La ringrazio di tutto e le auguro una buona giornata
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda gabriella127 » 01/04/2021, 11:52

Sergio ha scritto: Macroeconomia di Blanchard è un testo che può leggere chiunque, anche in altri percorsi di studio. Va più che bene per uno che voglia fare il commercialista, oppure per una persona di cultura che voglia farsi un'idea della materia, ma un economista che si fermasse a quel testo non andrebbe da nessuna parte e dovrebbe affrontare gli argomenti con ben altro approccio.
E così torniamo al punto: mi sembra decisamente sbagliato confondere tra "cultura personale" e "lavoro". Purtroppo non si può sperare che sia scontato trovare un lavoro che dia adeguate soddisfazioni semplicemente scegliendo gli argomenti che più interessano sul piano culturale. E questo per due motivi: sul piano "lavoro" gli sbocchi professionali scarseggiano (in concreto: sono veramente tanti quelli che si trovano a dover fare un lavoro che non ha nulla a che vedere con quanto hanno studiato), sul piano "culturale" non si può avere una chiara idea di cosa si studierà prima di seguire concretamente un corso di studi. Basta pensare a quante persone, che scrivono anche qui, cambiano strada dopo la triennale.


Ma chi ha detto che si deve fermare lì? Gliel'ho detto esplicitamente a Ema2003, dopo può vedere dopo tante altre cose, anche avanzate. Io, come sai, amo la matematica e certo preferisco libri formalizzati, ma per me Blanchard è ottimo per avere una panoramica in cui inquadrare le cose. E Ema cerca di avere un'idea di che cosa parla l'economia.

E comunque avevo detto a Ema2003 che avevo in mente due libri per macro e due libri per micro, e intanto gli avevo detto i primi, da cui secondo me era meglio iniziare, ma de gustibus..

Ma ti pare che io ho studiato economia su libri tipo Blanchard? E' ovvio che se si fa economia poi si fa altro.
C'è anche macroeconomia più avanzata, che in effetti poco c'entra con i manuali di macro undergraduated. Ma secondo me dopo.
Comunque Ema ha la sua testa, e deciderà lui quali cose leggere.

Mi sembra moolto prematuro pensare al lavoro .
Dovrebbe prima capire quale materia gli piace (certo immaginando anche un futuro lavorativo, volendo) , perché, secondo me e per mia esperienza , forzarsi a fare una cosa che piace poco per motivi pratici può portare a insuccessi (oltre che a frustrazione).
Certo, se uno ha urgenza di lavorare per motivi economici, è diverso, ma ognuno sa qual è la sua situazione.
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda Ema2003 » 01/04/2021, 12:17

Sergio ha scritto:
Ema2003 ha scritto:Lei potrebbe dire: "Ma la scelta devi farla tu!"

A parte il fatto che qui ci si dà del tu, lo dico davvero: "Ma la scelta devi farla tu!"
Posso solo dirti cosa farei io: matematica.
Motivo: in facoltà come statistica o (soprattutto) economia si studia all'inizio meno matematica di quella che davvero servirebbe e recuperare poi dopo, anche se è in qualche modo possibile, non è la stessa cosa. Ci sono economisti e statistici di primo piano che hanno iniziato studiando matematica.
Ma la scelta devi farla tu :-D

D'accordo, se preferisci ti darò del tu; alla fine, il rispetto passa per altro più che per i formalismi.
In effetti, girovagando su internet, ho trovato storie di persone che hanno frequentato un cdl in economia che si lamentavano di lacune in matematica. Dato che non so praticamente nulla di economia, non voglio dire che sia più facile recuperare economia rispetto a matematica (nel caso in cui, ad esempio, facessi appunto matematica e poi economia); so di certo, però, che recuperare matematica è una faccenda tosta e parecchio impegnativa. Insomma, diciamo che devo informarmi un po' su economia ed aspettare anche di maturare ancora. Ho anche due parenti che potrebbero aiutarmi, uno laureato in fisica e l'altra in matematica, che peraltro sono entrambi professori. Aspetterò anche di confrontarmi con loro, giacché credo proprio possano darmi una mano a decidere. Per ora, ti ringrazio infinitamente di tutto. Buona giornata!
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda Ema2003 » 01/04/2021, 12:29

gabriella127 ha scritto:
Sergio ha scritto: Macroeconomia di Blanchard è un testo che può leggere chiunque, anche in altri percorsi di studio. Va più che bene per uno che voglia fare il commercialista, oppure per una persona di cultura che voglia farsi un'idea della materia, ma un economista che si fermasse a quel testo non andrebbe da nessuna parte e dovrebbe affrontare gli argomenti con ben altro approccio.
E così torniamo al punto: mi sembra decisamente sbagliato confondere tra "cultura personale" e "lavoro". Purtroppo non si può sperare che sia scontato trovare un lavoro che dia adeguate soddisfazioni semplicemente scegliendo gli argomenti che più interessano sul piano culturale. E questo per due motivi: sul piano "lavoro" gli sbocchi professionali scarseggiano (in concreto: sono veramente tanti quelli che si trovano a dover fare un lavoro che non ha nulla a che vedere con quanto hanno studiato), sul piano "culturale" non si può avere una chiara idea di cosa si studierà prima di seguire concretamente un corso di studi. Basta pensare a quante persone, che scrivono anche qui, cambiano strada dopo la triennale.


Ma chi ha detto che si deve fermare lì? Gliel'ho detto esplicitamente a Ema2003, dopo può vedere dopo tante altre cose, anche avanzate. Io, come sai, amo la matematica e certo preferisco libri formalizzati, ma per me Blanchard è ottimo per avere una panoramica in cui inquadrare le cose. E Ema cerca di avere un'idea di che cosa parla l'economia.

E comunque avevo detto a Ema2003 che avevo in mente due libri per macro e due libri per micro, e intanto gli avevo detto i primi, da cui secondo me era meglio iniziare, ma de gustibus..

Ma ti pare che io ho studiato economia su libri tipo Blanchard? E' ovvio che se si fa economia poi si fa altro.
C'è anche macroeconomia più avanzata, che in effetti poco c'entra con i manuali di macro undergraduated. Ma secondo me dopo.
Comunque Ema ha la sua testa, e deciderà lui quali cose leggere.

Mi sembra moolto prematuro pensare al lavoro .
Dovrebbe prima capire quale materia gli piace (certo immaginando anche un futuro lavorativo, volendo) , perché, secondo me e per mia esperienza , forzarsi a fare una cosa che piace poco per motivi pratici può portare a insuccessi (oltre che a frustrazione).
Certo, se uno ha urgenza di lavorare per motivi economici, è diverso, ma ognuno sa qual è la sua situazione.

Ciao, in effetti, vedrò poi se proseguire con le letture o se deciderò che non fa per me. In realtà, una piccola esperienza con l'economia l'ho avuta: quest'anno, per via dell'impossibilità a fare l'alternanza scuola-lavoro, abbiamo seguito un corso di economia, ma molto pragmatico: intendo dire che all'inizio, vabbè, è partito con qualche nozione di macroeconomia (ma spiegata piuttosto male), poi proponeva capitoli e capitoli sulle carte di credito. In realtà ho trovato il tutto molto interessante; solo che, se mi ci fossi dedicato per bene, non avrei avuto abbastanza tempo per la scuola: ciascuna lezione era molto lunga e, in più, non facendo noi economia, nel caso di dubbi a chi chiedere? Non c'erano nemmeno esercizi e, insomma, è vero che pratica senza dottrina è come crusca senza farina :-D ma anche la pratica è assolutamente necessaria, a mio avviso. Insomma, in ultima analisi la mia risposta per ora è sempre: vedrò. Purtroppo, vengo da un mondo di, diciamo, "convinzioni umanistiche" e mi sono accorto del mio amore per la matematica e l'economia soltanto un mesetto fa. In tal senso, rispondo anche all'ultimo paragrafo: ciò che dici è verissimo, ma il problema è... che a me piacciono tutte e 3! Economia mi interessa molto e pazienza se, come d'altronde in tutte le cose, ci sono parti un po' noiose; già soltanto poter capire cos'è il PIL, come funzionano i prestiti, cosa sono i titoli di stato, le obbligazioni, ma anche le varie scuole di pensiero (amo alla follia filosofia); tutto questo basta e avanza per spingermi verso l'economia. Però, ecco, in effetti leggevo veramente di persone che si lamentavano di avere poche basi matematiche (mi sembra di averlo letto su Quora, dunque certo, essendo esso un forum non si può pretendere la massima oggettività possibile) e di avere, quindi, parecchie difficoltà a seguire il cdl in economia. Quanto alla statistica, l'ho iniziata da poco a scuola; è vero che ancora non abbiamo iniziato a parlare di argomenti forse un po' complessi, ma, se considero quello che abbiamo fatto (un po' tutto il lessico specifico, tipo unità statistica, popolazione, carattere, modalità, frequenza assoluta, ma anche le rappresentazioni grafiche dei dati ed altro ancora), per ora mi sta piacendo molto! Quanto a matematica, insomma, credo si sia capito che mi piace parecchio. Non posso che ripetere, pertanto: vedrò. Per adesso, ti ringrazio infinitamente per i suggerimenti e per i titoli! Buona giornata
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda anonymous_58f0ac » 01/04/2021, 15:27

Sergio ha scritto:Motivo: in facoltà come statistica o (soprattutto) economia si studia all'inizio meno matematica di quella che davvero servirebbe e recuperare poi dopo, anche se è in qualche modo possibile, non è la stessa cosa. Ci sono economisti e statistici di primo piano che hanno iniziato studiando matematica.
Ma la scelta devi farla tu :-D


Quello che dici Sergio è vero solo per economia.
I corsi di laurea in Statistica in molti atenei (ad esempio Pisa)1 formano dei statistici che hanno studiato tutta la matematica necessaria per essere eccellenti nel proprio campo.
La tua è una generalizzazione non proprio appropriata.

Certo, esisteranno degli atenei in cui il corso di laurea è stato reso più facile. Ma Ema2003 ha citato degli atenei lombardi niente male...

Note

  1. (EDIT: volevo dire Firenze. Lapsus)
Ultima modifica di anonymous_58f0ac il 02/04/2021, 13:51, modificato 1 volta in totale.
anonymous_58f0ac
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Re: Matematica o statistica?

Messaggioda gabriella127 » 01/04/2021, 23:39

Ema2003 ha scritto:... abbiamo seguito un corso di economia, ma molto pragmatico: intendo dire che all'inizio, vabbè, è partito con qualche nozione di macroeconomia (ma spiegata piuttosto male), poi proponeva capitoli e capitoli sulle carte di credito.


Capitoli e capitoli sulle carte di credito? :shock: GULP! :-D
Non ti preoccupare, se fai economia nessuno ti parlerà mai di carte di credito, si può uscirne senza sapere che sono :D
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