Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda hydro » 16/07/2021, 17:37

gabriella127 ha scritto:Per curiosità, che ne penserebbe Grothendiek?


Non lo so, ma ad occhio non sarebbe granchè d'accordo.

Luca.Lussardi ha scritto: senza nulla togliere al suo lavoro, una visione come la sua della matematica non è molto utile, e al mondo non c'è spazio per le cose inutili (ce n'è già poco per quelle utili).


Definisci "utile".
hydro
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda Luca.Lussardi » 17/07/2021, 10:15

Io non parlo di utilità pratica, ma di convenienza della sua visione della matematica, troppo bourbakista, della serie "quanto fa 3+2? risposta: 2+3". E' un approccio che ti fa scollegare completamente dalla realtà.
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda hydro » 17/07/2021, 12:09

Sì beh peccato che il suo approccio alla geometria e all'algebra abbia portato dei risultati estremamente concreti con gli anni. Vedi dimostrazione delle congetture di Weil e, ancora più di recente, le applicazioni della coomologia étale alla teoria analitica dei numeri. Cose che di bourbakista non hanno neanche l'ombra. Tacciare il progresso matematico, o scientifico in generale, come "inutile" in genere non è una buona idea. Tra l'altro non definirei l'approccio di Grothendieck come sconveniente, visto che ha stravolto completamente il modo in cui i matematici pensano alla geometria algebrica. E' stata, all'interno della matematica, una rivoluzione culturale di dimensioni enormi...

Al massimo posso essere d'accordo che della grande quantità di persone che fa questo tipo di matematica non c'è grande bisogno perchè le idee che fanno avanzare davvero la ricerca sono rarissime. Il problema è che la stessa esatta cosa succede in tutti i campi dello scibile umano. La maggior parte delle persone fa lavori "inutili", ma ci sono così tanti abitanti al mondo che è necessario occuparli con qualcosa. Pensa a tutti quelli che di lavoro controllano scartoffie burocratiche la cui esistenza è priva di qualsivoglia ragione. E vogliamo parlare delle decine di migliaia di consulenti aziendali?
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda Luca.Lussardi » 17/07/2021, 13:22

Quello che ha fatto è di indubbio valore, l'ho detto sin da subito. La visione bourbakista trovo che invece sia speculazione pura, il voler ripensare tutto daccapo nella massima generalità possibile ti fa perdere il senso di quello che stai facendo, e non è un caso che il progetto originario di riscrittura dell'intera matematica sia stato poi abbandonato.
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda anonymous_40e072 » 25/07/2021, 10:19

hydro ha scritto:
Luca.Lussardi ha scritto: senza nulla togliere al suo lavoro, una visione come la sua della matematica non è molto utile, e al mondo non c'è spazio per le cose inutili (ce n'è già poco per quelle utili).


Definisci "utile".


Preoccupante, chi pone questi interrogativi con questa naturalezza.

Confermo in ogni caso, almeno dalla mia esperienza, la generale tendenza nel mondo del lavoro ad assumere figure STEM ormai in ogni area aziendale, con l'educazione universitaria che perde di rilievo in favore della figura/identità professionale. Questo viene spesso visto come un elemento negativo. Invito a vederla diversamente: nessuno vi obbliga a denaturarvi, vedetela come una possibilità di sperimentare. Occuparsi di tante cose diverse nella vita vi farà divertire, vi crescerà e vi farà capire pian piano qual è la vostra strada. Se invece siete convinti di "non volervi sporcare le mani", allora valutate una carriera accademica (ma comunque ve le sporcherete anche lì).

Se posso permettermi un commento: sembra che i millennials (e io ne faccio parte) non riescano proprio a capire che ad un certo punto bisogna diventare adulti. Qualunque cosa vogliate fare, sia ricerca, sia accademia, sia consulenza, sia lo scrittore o l'artista, prima o poi, la scuola finisce e bisogna lavorare. E bisogna lavorare nell'ottica che sono gli altri al centro, non voi. Finchè non capite questo concetto, sarà più complicato capire cosa si vuole fare.

Saluti
Stefano
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda Luca.Lussardi » 25/07/2021, 10:53

anonymous_40e072 ha scritto:Se invece siete convinti di "non volervi sporcare le mani", allora valutate una carriera accademica (ma comunque ve le sporcherete anche lì).

la fai un po' troppo semplice... come per dire, intraprendete pure la carriera accademica se volete lavorare poco e prendere un buon stipendio dallo stato.
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda anonymous_40e072 » 25/07/2021, 17:52

Luca.Lussardi ha scritto:
anonymous_40e072 ha scritto:Se invece siete convinti di "non volervi sporcare le mani", allora valutate una carriera accademica (ma comunque ve le sporcherete anche lì).

la fai un po' troppo semplice... come per dire, intraprendete pure la carriera accademica se volete lavorare poco e prendere un buon stipendio dallo stato.


Forse mi sono spiegato male, intendevo dire che nel mondo aziendale adattarsi è una necessità imprenscindibile, seppur realtà ben organizzate danno molta possibilità di sperimentare e di esprimersi secondo le proprie abilità e la propria identità. Preciso che ho speso del tempo sia nel mondo accademico e sia, attualmente, nel mondo aziendale (grande nota azienda italiana di cui non farò il nome).

Nel mondo accademico c'è la possibilità di scendere meno a "compromessi", e questo è un privilegio che deve essere contro bilanciato da persone di eccellenza. Lungi da me far passare l'idea che la ricerca sia popolata di scansafatiche, anche se credo che in Italia ci possano essere dei casi, talvolta, di chi ci finisce perchè "inadatto al lavoro". Fare l'accademico/ricercatore dovrebbe essere un'occupazione che richiama l'eccellenza, non solo per la complessità e doti richieste, ma anche per una questione di responsabilità verso le generazioni future (se ci si trova ad insegnare). Non ho personalmente dubbi che l'istruzione debba costituire le radici di una qualunque società solida.

Il messaggio in estrema sintesi era un po' questo: il mondo non è disegnato a nostra immagine somiglianza, proprio perchè è il riflesso della collettività. Se si ha una passione, vera, un'idea, un progetto, qualcosa di valido comunque bisognerà impegnarsi molto affinchè prenda forma e gli altri ne possano riconoscere il valore. Questo in qualunque campo. Ma è senz'altro vero che nel mondo accademico ci sia più possibilità di dare forma alle proprie idee. Non aspettatevi la stessa cosa dalle aziende: un'azienda ti paga per lavorare e regola il rapporto di lavoro con un contratto (lo si fa anche in accademia, certamente, ma è diverso e credo tu lo sappia bene).
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Re: Prospettive di lavoro?

Messaggioda Luca.Lussardi » 25/07/2021, 18:09

Si e no, non dimentichiamoci che c'è la libera professione, non tutti finiscono per fare i lavoratori dipendenti (curiosamente il professore universitario è un lavoratore dipendente, anche se, come dici giustamente tu, assomiglia molto di più ad un libero professionista, ma qui si tratta del fatto che non esiste un contratto di lavoro). In azienda forse è vero che nella maggior parte dei casi il proprio lavoro è rigidamente regolamentato però credo che dipenda molto dalla lungimiranza dell'imprenditore.
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Re: Propsettive di lavoro?

Messaggioda giuliofis » 27/07/2021, 11:22

anonymous_40e072 ha scritto:Forse mi sono spiegato male, intendevo dire che nel mondo aziendale adattarsi è una necessità imprenscindibile

Anche se sono un fisico, confermo. Ci sono le cose che "servono all'azienda" e le devi fare, e le ho sperimentate tanto in startup quanto in multinazionali.
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Re: Prospettive di lavoro?

Messaggioda Luca.Lussardi » 27/07/2021, 13:44

Ovunque lavori ci sono le cose che servono e che le devi fare.... non esiste un lavoro in cui fai ciò che ti pare dalla mattina alla sera.
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