Tariffa a due parti

Messaggioda Cheguevilla » 10/01/2007, 09:52

Siamo sicuri che un'eventuale eliminazione del costo fisso di ricarica per i cellulari possa portare ad un aumento del livello di efficienza del mercato?
Come e perché?
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Messaggioda Camillo » 10/01/2007, 10:08

Domanda interessante a cui non so rispondere; però più che a una eliminazione bisogna puntare a una grossa riduzione del costo fisso di ricarica .
Così com'è adesso è un sopruso bello e buono ; va però trovato un ragionevole compromesso secondo me.
Mi chiedo poi che impatto abbia sulle Società telefoniche una perdita improvvisa di 1.7 miliardi di euro su un totale che non conosco , sarebbe interessante sapere qual è l'incidenza percentuale di questo costo di ricarica sul fatturato totale.
Se la catena commerciale, cioè i rivenditori, non ha un minimo di ritorno economico dal vendere le ricariche , queste non si troveranno più.
E ' quello che succede con i francobolli dai tabaccai : credo che ci guadagnino veramente poco e infatti non li hanno quasi mai , devono sempre andarli a ritirare in posta !!!
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Messaggioda Cheguevilla » 10/01/2007, 11:16

Così com'è adesso è un sopruso bello e buono
Qualcuno saprebbe dimostrare perché?
Mi chiedo poi che impatto abbia sulle Società telefoniche una perdita improvvisa di 1.7 miliardi di euro su un totale che non conosco , sarebbe interessante sapere qual è l'incidenza percentuale di questo costo di ricarica sul fatturato totale.
Per il primo semestre 2006, Vodafone ha fatturato 4.135 miliardi di euro.
Circa il 90% degli utenti Vodafone ha la ricaricabile (lo stesso accade anche per le altre compagnie).
Le domande pressanti che tutti dovremmo porci sono però due:
Quale giovamento porterebbe agli utenti l'eliminazione del costo fisso di ricarica?
In che modo ne gioverebbe la trasparenza delle tariffe?

Poiché, finora, su tutti i quotidiani ho letto solo delle grandi vaccate, gradirei un tentativo di approccio un po' più matematico sulla questione.
Almeno sul secondo punto.
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Messaggioda TomSawyer » 10/01/2007, 11:24

Cheguevilla ha scritto:Quale giovamento porterebbe agli utenti l'eliminazione del costo fisso di ricarica?


Non per essere banale, ma, se sarà come ha promesso Bersani, allora il fatto di avere 5 euro in più sul cellulare (comprando la ricarica allo stesso prezzo) per me è un vantaggio.
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Messaggioda ... » 10/01/2007, 12:27

Possiamo vedere questo costo fisso come un costo di transazione o una "commissione".
La situazione è simile per i costi dei servizi bancari, l'unica differenza è che è molto più facile cambiare compagnia telefonica che banca, sia per i blocchi all'uscita che per fattori culturali.
Intanto c'è da dire che non siamo in un mercato concorrenziale, quattro operatori che dominano il mercato sono un oligopolio spesso tacitamente convergente sull'adozione di alcune pratiche che aumentano i profitti (la tariffa fissa è una di queste).
Il livello di efficienza dovrebbe aumentare sia dal lato della domanda che dal lato dell'offerta. Il consumatore avrà una quantità maggiore di servizio, il produttore dovrà ricercare minori costi di transazione stimolato dalla concorrenza.
Poi questo potrebbe anche non avvenire perchè, come già detto, siamo in un contesto non concorrenziale.
...
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Messaggioda Cheguevilla » 10/01/2007, 12:53

Ovviamente, non potrà essere considerata una manovra unilaterale di questo tipo: non è che all'improvviso le compagnie regaleranno il costo di ricarica.
Un intervento di questo tipo comporterebbe, naturalmente, un riassetto delle tariffe, passando da un sistema di tariffa a due parti ad un sistema (apparentemente) unico.
La mia domanda era: passando dall'attuale tariffa a due parti ad una tariffa unica, l'utente finale ne trarrebbe giovamento?
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Messaggioda Cheguevilla » 10/01/2007, 12:59

Intanto c'è da dire che non siamo in un mercato concorrenziale, quattro operatori che dominano il mercato sono un oligopolio spesso tacitamente convergente sull'adozione di alcune pratiche che aumentano i profitti (la tariffa fissa è una di queste).
...
Poi questo potrebbe anche non avvenire perchè, come già detto, siamo in un contesto non concorrenziale.
Questa risposta è corretta dal punto di vista economico.
Il passaggio dalla tariffa a due parti alla tariffa unica non comporterebbe per certo un aumento dell'efficienza, perchè il problema primario non è la struttura delle tariffe ma la struttura del mercato.
C'è da dire che una convergenza tacita, generata, come nel caso italiano, da cause esterne quali lo stravagante processo di liberalizzazione italian-style, non necessariamente vuol dire collusione.
Con ciò non intendo assolutamente prendere le difese delle compagnie telefoniche, ma credo che la tariffa a due parti sia il minore dei mali, tra i tanti presenti nella struttura del mercato italiano.
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Messaggioda ... » 10/01/2007, 16:29

Non ho capito la tua tesi: ritieni che il passaggio alla tariffa unica sia perfettamente inutile o semplicemente non la consideri una priorità data la struttura del mercato?
Come scritto nell'articolo, come minimo, ci si guadagna in trasparenza. Scrive sempre Repubblica che il costo fisso viene liquidato immediatamente al momento della ricarica, quindi anche in caso di tariffa unica uguale a tariffa a due parti, l'utente parte con un credito del 100% su quanto pagato.
Non è solo una formalità contabile in quanto quel 20% non è un estinzione di un debito, ma un incasso liquido per l'impresa..
Poi: non ho seguito il caso perciò sono scarsamente informato sui motivi dell'intervento della Commissione UE ed in seguito dell'autorità italiana. Ma se vi sono questi interventi è probabile che vi sia un problema di natura giuridica, in particolare sulle norme sulla concorrenza del trattato CE.
L'articolo della Repubblica parla di tariffe differenziate per utenti (maggior spesa=minor costo di ricarica), questa pratica è una tipologia di abuso di posizione dominante (segmentazione della domanda e imposizione di prezzi diversi) espressamente vietata dagli articoli sulla concorrenza.
Meno probabile (ma potrebbe essere) è che vi sia un problema di accordi fra imprese per determinare i prezzi. Anche se non vi sono stati contatti diretti fra le imprese, comunque è registrato un comportamento di "tacito accordo" anch' esso vietato.
Ultima osservazione: non tutti gli economisti pensano che sia benefica la concorrenza in determinati settori con alti costi fissi e con grande spesa per ricerca e sviluppo. Le telecomunicazioni è uno di questi settori, anche se la telefonia mobile è considerata da alcuni già un servizio maturo.
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Messaggioda Cheguevilla » 10/01/2007, 20:28

Indubbiamente non è una priorità.
Sul fatto che il passaggio fosse o meno utile, mi piacerebbe discuterne qui, magari con qualcuno che riesca a modellizzare un minimo la cosa.
Come dicevo prima, non è pensabile che le compagnie accettino una riduzione tout-court del fatturato nel medio/lungo periodo.

Sulla questione della trasparenza, il guadagno non è poi così netto: tenendo in conto la molteplicità di piani tariffari e la loro differenza, nonchè la loro composizione, non cambierebbe di molto la faccenda. Se, realmente, la tariffa a due parti avesse la colpa di ridurre la trasparenza delle tariffe, bisognerebbe eliminare anche lo scatto alla risposta.
Infatti, questo è un costo semifisso.
Sul fatto che il costo fisso venga liquidato immediatamente o dopo, quella di Repubblica (come del Corriere) è un'obiezione che non sta in piedi: essendo parte della tariffa, la sua liquidazione deve essere contestuale alla stipula del contratto di ricarica. Sarebbe come dire che le compagnie ottengono un guadagno dal ricevere gli incassi anticipatamente rispetto alla fornitura del servizio. Cari utenti, il concetto di "ricaricabile" è basato su questo, ma non solo nel mondo della telefonia.
Per ovviare a questo "inconveniente", esistono gli abbonamenti.
L'articolo della Repubblica parla di tariffe differenziate per utenti (maggior spesa=minor costo di ricarica), questa pratica è una tipologia di abuso di posizione dominante (segmentazione della domanda e imposizione di prezzi diversi) espressamente vietata dagli articoli sulla concorrenza.
Questo è un punto poco chiaro: non si tratta di tariffe differenziate per utenti, infatti ogni utente è libero di scegliere il taglio della ricarica che desidera.
Come detto prima, anche lo scatto alla risposta sarebbe colpevole della stessa iniquità, rendendo regressive le tariffe.
non tutti gli economisti pensano che sia benefica la concorrenza in determinati settori con alti costi fissi e con grande spesa per ricerca e sviluppo.
Tra questi mi schiero in prima linea. Bisogna però porre molta attenzione alla spesa per beni immateriali.
Non confondiamo la ricerca e sviluppo con la pubblicità.
Provate a guardare la televisione, ad ogni tornata di spot troverete con costanza incredibile la pubblicità di tutti (o quasi) gli operatori di telefonia mobile.
Sono i più presenti sul piccolo schermo (fatta eccezione per il faccione allegro di primavera).
Resta che quello delle telecomunicazioni è un settore in cui le elevatissime barriere all'entrata e all'uscita, nonché le fortissime economie di scala, rendono impossibile l'applicazione del modello concorrenziale.
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Messaggioda ... » 11/01/2007, 01:04

Con dei modelli si può fare una fotografia in un determinato momento oppure si possono usare modelli dinamici, ma per usare questi ultimi dobbiamo conoscere in anticipo le strategie che adotteranno le imprese al cambiamento considerato e come reagiranno i consumatori (paradossalmente potrebbero consumare di più a parità di tariffa avendo l'illusione dell'abbondanza iniziale di credito, una sorta di effetto euro, ma questa è solo una mia personalissima ipotesi).
Quindi penso che sia più importante prima ragionare su questo, poi utilizzare modelli interpretativi.
Poi fare un minimo di analisi dei dati ecc ecc..
Come dicevo prima, non è pensabile che le compagnie accettino una riduzione tout-court del fatturato nel medio/lungo periodo.

Questa ad esempio è una possibile reazione, molto probabile vista la struttura del mercato.
Sulla domanda "ne gioveranno i consumatori?", la mia risposta è: non possiamo saperlo. Per essere prudenti, alla meglio, in maniera marginale, ma questo sempre per il potere di mercato delle imprese.
Sulla questione della trasparenza, il guadagno non è poi così netto: tenendo in conto la molteplicità di piani tariffari e la loro differenza, nonchè la loro composizione, non cambierebbe di molto la faccenda.

Concordo, in effetti l'argomentazione dell'autorità è molto debole, ma potrebbe avere lo scopo di suggerire una direzione.
Sul fatto che il costo fisso venga liquidato immediatamente o dopo, quella di Repubblica (come del Corriere) è un'obiezione che non sta in piedi: essendo parte della tariffa, la sua liquidazione deve essere contestuale alla stipula del contratto di ricarica.

Sì, ma quello che volevo dire è solo la percentuale effettivamente disponibile di ricarica che fa sorgere un debito per l'impresa, questo è un vantaggio se non altro contabile visto che tutti gli operatori sono quotati in borsa (ora non so se i crediti telefonici residui degli utenti vengano contabilizzati come debiti o come servizio già assolto, intuitivamente credo di sì). Ma anche questo è un argomento che c'entra molto col potere di mercato e poco con l'utilità della riforma. Il potere di mercato rimane e nulla può questo cambiamento fino a che le imprese potranno mantenere i profitti costanti e quindi prezzi effettivi costanti.
Il punto è proprio la concorrenzialità.
Ho visto che sono stati fatti studi scientifici su questa anomalia della tariffa in parti riassunta da questo articolo in linea con le opinioni di Cheguevilla:
http://www.lavoce.info/news/view.php?id=10&cms_pk=2482&from=index
Come ho già detto poi vi sono i problemi giuridici che nulla hanno a che fare con le analisi degli economisti. Ho cercato su internet, ma non ho ancora capito l'intervento della commissione e dell'autorità su quali basi giuridiche si poggia, in effetti non mi sembra che quello della commissione sia stato un atto formale, ma solo un invito alle autorità nazionali a studiare il caso (fra l'altro su sollecitazione non di studi precisi, ma di un singolo che si è impegnato a raccogliere firme).
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