Innanzitutto complimenti per il 30 e lode!!
Per quanto riguarda le cose che state studiando,
Trattato della Moneta, e poi
Teoria generale, il primo commento che mi viene in mente è: Mamma Santa!
. Dove vi siete avventurati!
Il
Trattato della moneta e la
Teoria generale sono considerate opere molto diverse, in particolare la seconda è stata segnata dalla esperienza della grande depressione, mentre il
Trattato della moneta è precedente.
Anche se si ritiene che vi sia una continuità tra le due opere, che riguarda la determinazione del ivello della produzione e dell'occupazione, studiato più marginalmente nel
Trattato, al centro dell'attenzione nella
Teoria Generale. E il connesso concetto di 'domanda effettiva', al centro dell'analisi di Keynes.
Il
Trattato della Moneta è un opera importante nella storia della teoria economica, che però non viene quasi mai studiata all'università, e anche di difficile interpretazione.
La
Teoria Generale è forse la più importante opera di teoria economica del XX secolo, su cui sono stati versati fiumi di inchiostro, a proposito di 'cosa ha detto veramente Keynes'. A distanza quasi novanta anni e tanti di studi e controversie la risposta sostanzialmente è : Boh?
Quello che si studia come 'modello keynesiano' all'università è in realtà una elaborazione successiva, dovuta principalmente a un lavoro di Hicks, del 1937,
Mr Keynes and the classics, che ha informato l'interpretazione e lo sviluppo dei modelli keynesiani successivi, a cominciare dal famoso schema IS-LM. Che in Keynes non c'è! Quando lo scoprii all'università feci un salto sulla sedia.
Questo pistolotto per dirti che è davvero meritorio e interessante che il professore faccia queste cose molto poco standard, ma importanti culturalmente.
Però siamo sempre lì: in proposito non è che puoi andarti a cercare un modello standard su internet, ci deve essere un modello, uno schema, anche se non a formule, almeno a parole, per indicare i nessi tra le variabili e le dinamiche immaginate del sistema economico. Che sono diverse tra
Trattato e
Teoria generale.
Insomma, il professore starà senz'altro proponendo una sua interpretazione e un suo schema, e va chiarito qual è.
Dragonfirez ha scritto:L'ultima lezione col prof si è fermata, dunque, a questa ipotesi e nella prossima vedremo quindi ora cosa succederà per le imprese del settore dei beni di consumo, ovvero come esse reagiranno dato che tale situazione avrà ovviamente un impatto sul bilancio delle imprese di questo settore. Ora, leggendo e rileggendo gli appunti e anche spulciando un po' in rete relativamente all'analisi di Keynes, stavo cercando di capire appunto quale sarebbe il prossimo "passo", nel senso: a questo punto cosa avviene? Come si comportano le imprese del settore dei beni di consumo al fine di far "quadrare i conti"?
Ti chiedi 'come va a finire'.
Quella dinamica che descrivi nel tuo post è una spirale recessiva, che parte da una diminuzione di investimenti.
Si fermerà, in una situazione di produzione e occupazione a livelli più bassi? Continuerà indefinitamente? Ci saranno al contrario meccanismi che poi portano a riequilibrare la situazione e tornare al livello precedente?
Ecco, queste sono domande chiave della teoria keynesiana e della teoria economica in genere, a cui bisogna rispondere con un modelli-teoria specifici.
Non so se qui ci stia riferendo al
Trattato o alla
Teoria generale, mi sembra più il
Trattato, ma non so. Potrebbe anche essere una illustrazione del cosiddetto 'moltiplicatore keynesiano'.
In ogni caso il problema se il sistema economico si possa stabilizzare in una situazione (equilibrio) di sottoccupazione, e il connesso problema della domanda effettiva, è il cuore della teoria keynesiana, che a differenza di quella classica, sottolinea come sia possibile una situazione di sottoccupazione persistente.
La causa è vista nella carenza di domanda effettiva, e infatti le poilitiche keynesiane sono tradizionalmente quelle che si basano sulla spesa pubblica, come arma per contrastare la carenza di domanda effettiva.
A contrario la teoria classica/neoclassica prevede dei meccanismi, sostanzialmente la flessibilita dei prezzi, che, almeno nel lungo periodo, riportino l'economia, spontaneamente, in equlibrio e eliminino la disoccupazione (quella 'involontaria').
Diciamo questo è un quadro in cui si inserisce il mare della teoria economica.
Easy reading is damned hard writing. (Nathaniel Hawthorne, The Scarlet Letter)