Non so se è la sezione giusta, volevo porre una domanda di ordine filosofico più che matematico.
Mi chiedevo come si può esprimere tramite qualche condizione logica che un insieme $X$ - che contiene un certo elemento $e$ ed è chiuso rispetto alla funzione $s$ - contiene soltanto elementi del tipo
$e$
$s(e)$
$s(s(e))$
$s(s(s(e)))$
...
con qualche condizione logica (o magari con un'infinità di condizioni logiche separate e non frasi infinite) e senza fare uso intuitivamente dei puntini come ho fatto io adesso.
Io ci ho ragionato un po' e mi sembra non si possa fare proprio in modo alternativo se si esclude che questi oggetti si ripetano (si può escludere affermando magari che $s$ in $X$ è iniettiva e $not exists x in X (s(x) = e)$.
Se dico che $e in X$ $forall x (x in X -> s(x) in X)$ con queste condizioni costringo a stare in $X$ tutti gli elementi della successione (con i puntini di sopra), ma come faccio ad escludere che non ci possa andare a finire altro?
Spesso per riferirsi a questo insieme si usa lo stratagemma degli elementi comuni a tutti gli insiemi che godono delle proprietà che ho scritto prima usando al posto di $X$ un'altra variabile, ma lo stesso questo non esclude che questo minimo rispetto all'inclusione non possa contenere altro a rigor di logica, dipende da che insiemi esistono o abbiamo stabilito che debbano esistere tramite altre determinazioni logiche, e quindi anche qua si ripresenta lo stesso problema, se non abbiamo una condizione per dire che il tale insieme debba esistere (quello dove ci sono soltanto quegli elementi di quel tipo, solo quelli e non altro) come facciamo ad imporre in una teoria che parla di insiemi che debba esistere necessariamente senza far ricorso ai puntini?
Noi riusciamo a capirci, afferriamo cosa vogliamo dire (altrimenti voi ed io non capiremmo nemmeno il problema), ma non ci capiamo in base a qualche espressione linguistica e nemmeno un gruppo di espressioni in questi casi.