Allora forse mi sono solo spiegato male. In realtà questo fatto l'ho ben capito e sono convinto non ci siano elementi scoperti in T, ma è poi con la seconda parte della DIM che mi pare che ammetto ci siano e mi sembrava assurdo. E volevo capire dove risiedesse la fallacia del ragionamento da me riportato.
Martino ha scritto:Prendiamo un $t in T$ qualsiasi. Sia $u=t-x_0$. Allora $u in E$ e $t=u+x_0$, quindi $t$ è collegato a $u$. Questo dimostra che ogni elemento di $T$ è collegato a un elemento di $E$. Quindi non esistono elementi di $T$ scoperti.
E' incontrovertibile sia così, e questa parte dimostra che per ogni elemento di T c'è un elemento di E, tuttavia potrei avere un elemento u di E scoperto.
E' a questo punto che prendo un $u$ qualsiasi in $E$ e faccio il ragionamento opposto e trovo che ogni elemento di $E$ ha un rispettivo elemento in $T$
Però mi imbroglio quando vado a unire le due conclusioni perche dico: ho dimostrato che per ogni T c'è un elemento di E, tuttavia potrei avere un elemento di E scoperto. Poi dimostro che ogni elemento di E ha un corrispettivo in T ma
può sussistere(**) un elemento in T scoperto.
Tuttavia all'inizio ho detto che non ci sono elementi in T scoperti e questo mi sembra cozzare con quanto ho appena concluso che ci possono essere (**) T scoperti.
Mi sembrava un cane che si morde la coda
Quello che chiedevo era quindi se, potendoci essere
per la seconda parte della dimostrazione elementi di T scoperti, questi in realtà sono garantiti della loro
non esistenza per via della prima parte della dimostrazione. Cioè per la parte nel quote.
Probabilmente la domanda appare talemtne scema che non la compendi nemmeno come dubbio
ma la mia domanda era solo per capire come funzionava la dimostrazione di questo tipo, non essendo particolarmente avvezzo ad alcun tipo di ragionamento logico dimostrativo (purtroppo vengo da una scuola dove matematica era molto poco svolta) e volendo migliorarmi.