Ma non è che assumi che l'animale "avente dna di lupo" esiste, quell'animale esiste o non esiste.
Volevo dire "esiste quell'animale" (come esiste 1 nel tuo esempio e poi svolgo la <= ). parto cioè da una cosa che esiste e mostro che risolve P(X).
Volevo replicare il punto b partendo da un animale che so esistere con quel dna:
"I vari punti b che hai citato partono da un oggetto X la cui esistenza è indiscutibile e procedono dimostrando che X è soluzione di un certo problema P".
Ho usato in modo infelice la parola "assumo"
Per il resto sì, hai ragione sull'esempio, avevo solo preso un esempio fatto in precedenza riadattandolo per non farne di altri. Il mio scopo era in realtà solo il voler cogliere l'essenza del concetto esistenza di "X che risolve un problema P" della: $X$ risolve $P(X)$ $<=>$ $X in S$.
Siccome, come si diceva
- per il verso
=>: P(X) potrebbe anche non esser verificata , quindi non ne so l'esistenza di X che risolve P.
- la risposta sull'esistenza ce la dà invece l'altro verso
<=: quando assumo $X in S$ e dimostro => $X$ risolve $P(X)$ esso ci suggerisce che
esiste la X soluzione di P(X), cercavo di afferrare se si potesse fare un ragionamento simile qualunque fosse la nostra implicazione e quindi dire se appunto "esite X animale con quel dna => X è un cane", potesse assumere il senso di mostrare (in una certa qual misura) l'esistenza di un X animale che risolve l'essere un cane.
Volevo spremere l'essenza del discorso per afferrarlo meglio, lo scopo era puramente quello
.