Pitagora era uno dei "sette sapienti" greci. Sapeva sicuramente gestire i numeri razionali molto bene e sono convinto che la gente comune venisse da lui in caso di problemi di logistica (ossia di conti da effettuare). La sua setta fondata sulla teoria "Tutto è numero" era anche un concetto affascinante, almeno per l'antichità in cui i numeri erano spesso maltrattati a favore delle lettere. Però matematicamente i continuti dei pitagorici (e ancor più dello stesso pitagora) furono scarsi.
Intanto la scoperta di una proprietà non era personale ma a vantaggio della scuola intera, quindi negli autori classici si attribuiscono a pitagora anche molti risultati dei suoi studenti. Riguardo all'eventuale introduzione del metodo assiomatico nella matematica ci sono molti dubbi e poche prove che siano stati i pitagorici a far fare il salto, anche rispetto all'età del popolo greco in confronto agli altri popoli e alle loro conoscenze, sopratutto babilonesi (sembra poco credibile che dopo due secoli i greci fossero già così prosperi e ben installati da superare i risultati dei babilonesi, e alcuni autori immediatamente successivi a pitagora smentiscono la sua importanza). Il teorema famoso non è stato da loro dimostrato e lo conoscevano già egiziani e babilonesi (e probabilmente da giovane, come già fece Talete, Pitagora vi soggiornò e lì lo imparò).
Resta l'interessante legame tra matematica e musica (risalente tra l'altro a Filolao, tardo pitagorico, circa un secolo dopo la morte diPitagora) e lo studio della sezione aurea, riconducibile all'equazione di secondo grado $x^2=a^2-ax$. Anche qui comunque i babilonesi (popolo molto sottovalutato matematicamente a causa dell'impostazione assiomatica della matematica odierna di cui essi ovviamente mancavano) sapevano risolverla algebricamente, mentre è probabile che i pitagorici la risolvessero geometricamente.
Tardi pitagorici sono invece i contributi riguardanti le famose terne (queste sì loro, per quanto materiale indimostrato e solo alcune delle infinite possibili) e lo studio delle proporzioni e di qualche numero speciale (come quelle triangolari).
Pitagora insomma ha avuto importanza nella storia umana per i suoi contributi filosofici e musicali, ma è una figura marginale nella storia matematica se paragonato anche solo a figure di poco posteriori come Ippocrate di Chio (specializzato nella quadratura di aree curvilinee) e Archita (raddoppio del volume del cubo) oppure, andando poco più in là (circa l'età di Platone e Aristotele) di Eudosso, celebre per aver definito rigorosamente le proporzioni (la definizione fu riportata da Euclide negli elementi) e per il metodo di esaustione, una SPECIE DI EQUIVALENTE (l'ho ben indicato, eh ^^) del calcolo integrale che permise al suo ideatore di gestire abbastanza agilmente l'infinito e di dimostrare che il rapporto delle aree di due cerchi è il quadrato del rapporto dei diametri corrispettivi.