Messaggioda Nikilist » 18/05/2008, 20:05

Pitagora era uno dei "sette sapienti" greci. Sapeva sicuramente gestire i numeri razionali molto bene e sono convinto che la gente comune venisse da lui in caso di problemi di logistica (ossia di conti da effettuare). La sua setta fondata sulla teoria "Tutto è numero" era anche un concetto affascinante, almeno per l'antichità in cui i numeri erano spesso maltrattati a favore delle lettere. Però matematicamente i continuti dei pitagorici (e ancor più dello stesso pitagora) furono scarsi.

Intanto la scoperta di una proprietà non era personale ma a vantaggio della scuola intera, quindi negli autori classici si attribuiscono a pitagora anche molti risultati dei suoi studenti. Riguardo all'eventuale introduzione del metodo assiomatico nella matematica ci sono molti dubbi e poche prove che siano stati i pitagorici a far fare il salto, anche rispetto all'età del popolo greco in confronto agli altri popoli e alle loro conoscenze, sopratutto babilonesi (sembra poco credibile che dopo due secoli i greci fossero già così prosperi e ben installati da superare i risultati dei babilonesi, e alcuni autori immediatamente successivi a pitagora smentiscono la sua importanza). Il teorema famoso non è stato da loro dimostrato e lo conoscevano già egiziani e babilonesi (e probabilmente da giovane, come già fece Talete, Pitagora vi soggiornò e lì lo imparò).

Resta l'interessante legame tra matematica e musica (risalente tra l'altro a Filolao, tardo pitagorico, circa un secolo dopo la morte diPitagora) e lo studio della sezione aurea, riconducibile all'equazione di secondo grado $x^2=a^2-ax$. Anche qui comunque i babilonesi (popolo molto sottovalutato matematicamente a causa dell'impostazione assiomatica della matematica odierna di cui essi ovviamente mancavano) sapevano risolverla algebricamente, mentre è probabile che i pitagorici la risolvessero geometricamente.

Tardi pitagorici sono invece i contributi riguardanti le famose terne (queste sì loro, per quanto materiale indimostrato e solo alcune delle infinite possibili) e lo studio delle proporzioni e di qualche numero speciale (come quelle triangolari).

Pitagora insomma ha avuto importanza nella storia umana per i suoi contributi filosofici e musicali, ma è una figura marginale nella storia matematica se paragonato anche solo a figure di poco posteriori come Ippocrate di Chio (specializzato nella quadratura di aree curvilinee) e Archita (raddoppio del volume del cubo) oppure, andando poco più in là (circa l'età di Platone e Aristotele) di Eudosso, celebre per aver definito rigorosamente le proporzioni (la definizione fu riportata da Euclide negli elementi) e per il metodo di esaustione, una SPECIE DI EQUIVALENTE (l'ho ben indicato, eh ^^) del calcolo integrale che permise al suo ideatore di gestire abbastanza agilmente l'infinito e di dimostrare che il rapporto delle aree di due cerchi è il quadrato del rapporto dei diametri corrispettivi.
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Messaggioda matths87 » 18/05/2008, 21:27

Nikilist ha scritto:Pitagora insomma ha avuto importanza nella storia umana per i suoi contributi filosofici e musicali, ma è una figura marginale nella storia matematica [...]


Come fai a definire "marginale" il contributo di Pitagora nella Storia della Matematica? A mio avviso (e credo, spero di non essere l'unico a pensarla così), Pitagora è stato uno dei grandi geni della Matematica, che hanno gettato le basi della geometria elementare. Secondo me, ragionando come fai tu, arriveremmo a sostenere che Leibnitz e Newton hanno avuto un ruolo marginale nel gettare le fondamenta del Calcolo Infinitesimale. :shock:

EDIT: mi scuso per l'OT, ma in questo caso non potevo proprio non dire la mia.
matths87
 

Messaggioda Nikilist » 18/05/2008, 22:06

Escludendo il fatto che non mi piace il comportamento di Newton nella faccenda perché fosse stato per lui l'analisi sarebbe nata un secolo dopo, Pitagora è famoso per ignoranza (intesa in senso passivo come mancata diffusione) della storia della matematica, materia che è poco diffusa anche oggi e che sì è sviluppata solo in questo secolo. Il predominio della figura di pitagora si basa sulla credenza che tutti i risultati che portano il suo nome siano suoi, quando in realtà non aveva ancora adottato una vera e propria impostazione assiomatica e (come ho già scritto sopra) i risultati non erano individuali ma comuni alla scuola, e alla concezione quasi dogmatica (in senso negativo) che è impartita a livello di elementari-superiori, dove si fa credere che Pitagora e Euclide siano il "non plus ultra" della geometria "classica" (o, per meglio dire, sintetica) quando in realtà risultati molto più interessanti e importanti (come l'area di segmento parabolico di Archimede o il metodo di esaustione di Eudosso) vengono "dimenticati" o non impartiti perché troppo avanzati o poco pratici a fini didattici. Il problema è che nessuno ci ricorda, nemmeno ci dice che questi risultati esistono se non andiamo noi a cercarli trovandoli quasi per caso. Le stesse formule di area e volume delle figure piane e solide sono quasi date come verità cadute dal cielo, e solo Archimede sa quanto ha faticato per quei $4pir^2$ e $4/3 pi r^3$. Aggiungerei che non si hanno nemmeno dati certi sulla vita di Pitagora, e se consideriamo la storia della sua epoca le cose migliorano di poco, quindi non ci si può aspettare di avere informazioni chiare sulle scoperte di una setta abbastanza chiusa che trasmetteva oralmente il sapere e che provava a nascondere i risultati che non le piacevano (come l'irrazionalità di $sqrt(2)$).

Purtroppo ritengo che a parte pochi "addetti ai lavori" la diffusione e la conoscenza della storia della matematica sia ai livelli di cultura di un partecipante a un Grande Fratello o Isola dei Famosi qualsiasi. Perché questo ? Semplicemente perché nessuno dopo il diploma si è preso la briga di studiare o di informarsi sull'argomento

Aggiungerei che i nomi dei teoremi hanno spesso poco a che fare con gli scopritori, sia il caso di De L'Hopital, nobile che finanziò dei matematici e che prese le loro scoperte a nome suo, alla serie di Maclaurin (concetto già noto ai matematici del 16° secolo), il quale subì il contrappasso quando il teorema di Cramer da lui dimostrato venne assegnato a quest'ultimo, al triangolo di Tartaglia/Pascal, che era già noto ai matematici cinesi.
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Messaggioda matths87 » 19/05/2008, 09:33

Stando a quanto sostieni, parrebbe che i nomi dei teoremi siano assegnati quasi a casaccio. Non sono particolarmente preparato in Storia della Matematica, ma quello che sostiene mi pare per lo meno azzardato: sono d'accordo che i Cinesi fossero storicamente a conoscenza del teorema di Tartaglia-Pascal, ma dubito che avessero alle spalle il formalismo logico-teorico di altri che in epoche posteriori hanno affrontato il problema con rigore e precisione.
matths87
 

Messaggioda Nikilist » 19/05/2008, 11:29

Non generalizzare: non dico che tutti i risultati fossero attribuiti a casaccio, lungi da lì, ma c'è ben più di un eccezione, dovuta anche a caratteri come Newton e Tartaglia (che erano gelosi delle proprie scoperte al punto da non divulgarle) e anche a problemi nazionalisti (un inglese sosterrà certamente che l'ideatore dell'analisi sia Newton, un tedesco che sei Lebinz, la verità sta nel mezzo).

Per quanto riguarda il caso particolare del triangolo, anche tartaglia non aveva formalismo matematico vero e proprio, ma solo un abbozzo di quella che è la scrittura matematica odierna. Nemmeno i segni delle operazioni erano uguali a quelli di oggi, preferendo ai simboli $+$ e $-$ le lettere p e m. Che io sappia (mia supposizione, ancora non legata a conoscenze sicure) dovrebbe essere Newton il primo (contemporaneamente a Pascal, forse) a dimostrare in modo vero e proprio la formula della potenza n-esima del binomio. Tartaglia e Cardano la usavano sì ma non avevano ancora il formalismo rigido ma preciso di due secoli dopo.
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Messaggioda matths87 » 19/05/2008, 13:35

Non credo di essere io a generalizzare: sei tu che continui a tirare fuori esempi nuovi a sostegno della tua tesi.
In ogni caso, non vedo cosa c'entri l'attribuzione di un dato risultato a un matematico con la reale importanza di quest'ultimo. Ma forse sono io che sto perdendo il filo del discorso...
matths87
 

Messaggioda amelia » 19/05/2008, 19:15

Ragazzi state uscendo un po' troppo dal seminato, siamo nell'area dedicata alla scuola Media.
amelia
 

risposta

Messaggioda m94co » 02/07/2008, 11:53

somma i lati obbliqui e poi sottrai il risultato dal perimetro, in questo modo avrai la base. dividila per 2. a questo punto usa il la to obbliquo e la metà della base per trovare l'altezza, applicando il teorema di pitagora, se lo conosci.
avrai così la base e l'altezza. A = b x h : 2.

m94co.
ciaooooooooooo.
m94co
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