Grazie GIO, concetto ora chiaro anche se mi domandavo se esistesse una regola generica (tipo la somma dei numeratori delle singole frazioni) per identificare il denominatore della base frazionaria.
Comunque meglio che il figlio ragioni caso per caso con i segmentini.
Ma a 12 anni ed in seconda media, non sarebbe meglio avere gia' il concetto di incognita ed equazione con le relative manipolazioni?
Comunque, tornando alle unità frazionarie, il figlio mi diceva che trovano 3 tipi di applicazione nei problemi: metodo diretto, metodo indiretto e .......... terzo metodo che non sapeva/ricordava.
Sai dirmi qualcosa in merito o stava straparlando?
Sto cercando di seguirlo più da vicino (nonostante abbia ottimi risultati e sia bravo a scuola - orgoglio di padre
-) cercando di fargli entrare nella testaccia da 12enne
che l'approccio curioso e concentrato ai problemi e agli argomenti è fondamentale, mentre affidarsi alle capacità di madre natura o a qualche barbatrucco ha breve respiro e poca utlità quando il gioco si farà duro (e penso alle superiori).
Dopo quasi un mese di scuola perso (ha raccattato di tutto da novembre in poi) abbiamo iniziato insieme un ripasso generico di diverse materie.
In geometria su angoli, tirangoli e relative definizioni sono stato parecchio poichè ritengo siano una base fondamentale su cui poggierà gran parte della matematica e della geometria che farà d'ora in avanti.
Mi sono però reso conto che, noonostante sapesse a memoria tutte le definizioni in modo corretto (alcune delle quali nemmeno ricordavo
) quando doveva applicarle agli esercizi (che gi ho imposto), faceva fatica a focalizzare il problema ed il percorso risolutivo.
E' evidentemente un problema di approccio, forse un pò svogliato o forse un automatismo mentale del tipo, so la teoria e il problema pratico si risolve da solo (ovviamente non vero) .
Fatto sta che, dopo la prima decina di esercizi fatt insieme, ho visto che nei successivi scattava sin dalla lettura del testo una scintilla diversa che portava poi ad imboccare la strada risolutiva corretta (peccato che ci fossi in parte io a "soffiargli sul collo"),
Fargli capire la differenza di approccio e la differenza di resa dovuta al differente approccio credo non abbia prezzo, affinchè approcci poi tutti i problemi di tutte le materie con la stessa attitudine mentale.
Pretendo troppo da un 12enne in seconda media?
E' un approccio sensato o rischio di fare più danni che altro?
E' una strada che deve trovare da sè o aiutarlo ad imboccarla è meglio (con gli sbuffi e le interperanze del caso)?
E sopratutto, qualche consiglio affinchè accetti di vedere nel padre anche un possibile compagno di studi con un'esperienza ovviamente diversa ed una visione più completa della realtà?
Perchè per adesso mi "accetta" più come imposizione che come risorsa da sfruttare al massimo e credo che questo atteggiamento porti ad un'occasione parzialmente sprecata.
Scusa se mi sono allargato, ma ho approfittato per chiedere qualche consiglio partendo dal perche' ho avuto a che fare con questo esercizio e quali obiettivi mi pongo.
P.S.
quotidianamente ho a che fare con problemi e situazioni lavorative veramente complicate e con conseguenze importanti nella vita reale delle persone.
Trovarsi di fronte a problemi, a nozioni e a passaggi storici (che forse si danno troppo velocemente per scontati) pur del programma di seconda media devo dire che farà sicuramente bene anche a me. Mi domando fino a che punto del percorso scolastico sarò in grado di essere un supporto. Forse è meglio che mi rimetta di nascosto su quache libro anche io