Luca.Lussardi ha scritto:Infatti, concordo, a volte sbaglio pure quelle, non per niente ho ripetuto la classe prima media....
Luca.Lussardi ha scritto:Infatti, concordo, a volte sbaglio pure quelle, non per niente ho ripetuto la classe prima media....
luca.barletta ha scritto:Tipper ha scritto:Una cosa insegnata alle medie e che, ancora mi ricordo, è il calcolo con carta e penna della radice quadrata di un numero. Non so perché, ma mi è rimasto impresso l'algoritmo...
Esatto, è rimasto impresso anche a me; mi ricordo anche che io e un mio compagno trovammo un metodo per accorciare l'algoritmo.
Poi ricordo con piacere la geometria e il piano cartesiano.
Cozza Taddeo ha scritto:Quando ho fatto ripetizioni a qualche ragazzino di seconda-terza media mi sono stupito delle tecniche che vengono insegnate per risolvere algebricamente i problemi di geometria. Poiché un minimo di calcolo letterale e le equazioni di primo grado vengono insegnati soltanto alla fine della terza media, anche la risoluzione di un semplice problema di geometria diventa un'impresa non banale.
Ad esempio il classico problema di determinare la lunghezza dei lati di un rettangolo dati la somma e la differenza richiede la rappresentazione grafica della somma e della differenza mediante dei segmenti, la presa di coscienza che facendo la differenza dei due segmenti si ottiene un segmento che è il doppio dal lato minore (qui sta la difficoltà maggiore!) e da qui poi la divisione per 2.
A seconda poi della "tipologia" dei dati forniti c'è il "trucco" corrispondente da applicare.
Inoltre, non avendo neppure un minimo di abilità nella manipolazione di simboli algebrici, i ragazzi sono costretti ad impararsi oltre alle formule dirette per il calcolo di perimetri, aree e volumi anche una strage di formule inverse. La cosa curiosa è che i piú svegli ricavano empiricamente da sé le regole per ottenere le formule inverse, pur di non doversele imparare a memoria ("se $h$ sta sopra a destra dell'uguale allora invertendo finisce sotto a sinistra", ecc.) .
Tutto ciò fa sí che i ragazzi si facciano l'idea che la matematica sia un'accozzaglia di formule e metodi aggrovigliati in modo caotico, senza un chiaro filo conduttore comune e che si debbano mandare a mente un mucchio di formule anche se forse sotto sotto c'è qualche "metodo segreto" che consentirebbe di evitare tale memorizzazione.
Secondo me la cosa migliore sarebbe introdurre il calcolo letterale e le equazioni non piú tardi dell'inizio seconda media. Ciò renderebbe molto piú semplice e organico lo studio della risoluzione algebrica dei problemi geometrici e fornirebbe, nel contempo, un'immagine della matematica come una disciplina ben strutturata e logicamente organizzata (come in realtà è).
Non credo che ci sarebbero grosse difficoltà a far ciò, perché, ripeto, tutti i ragazzini che ho visto approssimativamente intuivano (e applicavano) ben prima che venisse loro spiegato il calcolo letterale le regolette per le inversioni delle formule, e teniamo conto che questi venivano a ripetizioni, per cui con la matematica non andavano tanto d'accordo...
fu^2 ha scritto:pensa che in prima il mio prof di fisica s'era stupito che quasi nessuno sapesse come ricavare una formula inversa
Luca.Lussardi ha scritto:Rimane un mistero anche per me, sebbene ritenga di non essere affatto sopra la media come capacita' matematiche. Ricordo solo che in prima media non studiavo nulla, andavo male in tutte le materie inglese escluso, ma in Matematica avevo l'insufficienza grave, i conti in colonna non li sapevo fare, nemmeno le somme, e le frazioni zero...
Andando avanti la situazione e' un po' migliorata ma non troppo, nei 3 anni di medie successivi ero assai altalenante, a volte prendevo anche discreto nelle prove di Geometria, e al successivo di aritmetica insufficiente...
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