Re: Un quesito filosofico

Messaggioda Paolo86 » 15/11/2012, 11:23

Giusto, anche se il mio attacco al QI sta soprattutto nel fatto che spesso si "catalogano" le persone secondo quei numeri scartando in automatico quelli più bassi.
Per il primo non si mette in dubbio che qualcosa possa venir frainteso da uno che si interessa e non è addetto ai lavori. Però non lo vedo molto grande come rischio perché molte volte chi attacca un argomento per sui interesse passa notti insonni per cercare di quadrare il cerchio proprio per orgoglio personale... Poi è ovvio che l'errore c'è, così come potrebbe starci (semmai in misura minore) nelle opere di un addetto ai lavori!


Esatto.

GianMaria da l'impressione di essere un ragazzo molto più piccolo di me
e mi permetto di affermare che dalle sue parole si evince proprio una leggera inquadratura schematica
della persona su base assolutista, basta leggere oltre le righe per notarlo seppur apporti esempi reali
che contrastano questa tesi.
Le persone con la tua stessa visione delle cose pretendono di seguire gli schemi, i programmi
e le regole pertanto va bene la scuola come "supervisore" dell'apprendimento e dell'insegnamento
di un metodo di studio ma la stessa scuola nella storia non ha valutato bene nemmeno uno dei più grandi scienziati
al mondo: Albert Einstein.
Qui si parla di un metro di giudizio dato dalla votazioni influenzato da decine di variabili per valutare
una persona e non dice assolutamente nulla sulla persona in esame se non che ha studiato pienamente l'argomento
in questione e non che ne sia padrone. Prendiamo come esempio il mondo del lavoro, la maggior
parte degli studenti si dedica per passione a studiare e raggiungere il traguardo della laurea
nel più breve tempo possibile con una votazione possibilmente alta soprattutto le ragazze. Un datore di lavoro
lascerà spazio ai meriti, riconoscimenti, lodi e quindi stabilirà una graduatoria, se poi sul campo i candidati preferiti non convertiranno questi numeri in qualità allora il numero rappresenta un numero e con esso tutto il resto.
Si dovrebbero privilegiare umanamente le persone preparate e fare in modo che si esprimano, ma come potete ben appurare da voi stessi la società circola intorno ai titoli, alle votazioni e tutto ciò che concerne l'apparire ed è per questo che io in questa società non vedo evoluzione, da quando si accendeva il fuoco con la scintilla delle pietre di passi ne sono stati fatti per migliorare la convivenza sul pianeta ma la convivenza tra persone lascia al quanto desiderare e mi meraviglio
di Dottori e Dottoresse elargiti che non hanno contribuito a migliorare la civiltà da questo punto di vista.
E' la stessa civiltà ad aver dato troppo peso al famoso pezzo di carta, ai famosi rapporti di amicizia che favoriscano
qualcuno in particolare senza valutare la persona e non il suo curriculum che ormai è un biglietto da visita. Non so se è chiaro quello che vi sto evidenziando, la società è particolarmente attenta alla superficie e voti rappresentati dai numeri
non possono essere esenti da questa tendenza e non è una mia avversione verso la società. Bellezza, votazioni, pezzi di carta è un insieme di fattori con un punto in comune la superficialità della civiltà umana.

p.s. non parlo espressamente di me, io meritavo il 60.
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Re: Un quesito filosofico

Messaggioda giammaria » 15/11/2012, 13:10

Quando nel mio primo intervento ho scritto "molti grandi personaggi a scuola non riuscivano proprio nel campo in dopo eccelsero" pensavo proprio ad Einstein e non è l'unico caso.
Sorrido confrontando due tue frasi: "Questo è il classico punto di vista delle persone anziane" e "GianMaria dà l'impressione di essere un ragazzo molto più piccolo di me": non c'è una lieve contraddizione? Comunque, lasciamo perdere: il nostro discorso non riguarda la mia età né la mia maturità.
Riguarda invece l'importanza o meno di diploma, laurea e relativa valutazione ed hai tutte le ragioni nel dire che "un datore di lavoro lascerà spazio ai meriti, riconoscimenti, lodi ...", ma come può farlo quando deve scegliere fra più aspiranti a lui sconosciuti? L'unica cosa che gli è possibile è proprio basarsi sui titoli di studio e sul curriculum; nel caso di persone giovani quest'ultimo sarà quasi in bianco. Che poi questo metodo possa rivelarsi fallace e che altre persone possano essere preferibili è vero, ma non vedo alternative diverse.
- Indicando i metri con m e i centimetri con cm, si ha m=100 cm. Quindi 5 centimetri equivalgono a metri m=100*5=500.
- E' disonesto che un disonesto si comporti in modo onesto (R. Powell)
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Re: Un quesito filosofico

Messaggioda Paolo86 » 15/11/2012, 13:24

Riguarda invece l'importanza o meno di diploma, laurea e relativa valutazione ed hai tutte le ragioni nel dire che "un datore di lavoro lascerà spazio ai meriti, riconoscimenti, lodi ...", ma come può farlo quando deve scegliere fra più aspiranti a lui sconosciuti? L'unica cosa che gli è possibile è proprio basarsi sui titoli di studio e sul curriculum; nel caso di persone giovani quest'ultimo sarà quasi in bianco. Che poi questo metodo possa rivelarsi fallace e che altre persone possano essere preferibili è vero, ma non vedo alternative diverse.


A parte la contraddizione, è proprio in questo passaggio che confermi quanto ho detto, vengono prima le carte, la reputazione
o la persona e non ho statistiche alla mano per affermare con certezza che la maggior percentuale di studenti
meritevoli forse o molto probabilmente è stata sopravvalutata (?) perchè diciamocelo un voto non può
essere assolutista ne in un senso e ne nell'altro se siamo d'accordo, la mia ipotesi è valida.
Deve essere un riferimento il curriculum GianMaria onde evitare crisi occupazionali, discriminazioni si dovrebbe
lasciare spazio a tutti e valutare tutti senza favoritismi. Questo è il mio punto di vista. Mi piace discuterne con gente
molto più preparata e\o intelligente di me.
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Messaggioda Zero87 » 15/11/2012, 13:44

Paolo86 ha scritto:Deve essere un riferimento il curriculum GianMaria onde evitare crisi occupazionali, discriminazioni si dovrebbe lasciare spazio a tutti e valutare tutti senza favoritismi.


Magari...

... però è impossibile.
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Re: Un quesito filosofico

Messaggioda Paolo86 » 15/11/2012, 13:48

Ma non scorretto, questo è il punto. In luogo di un ragionevole accordo come
quello tra noi allora capite bene che pezzi di carta, numeri, amicizie lasciano il tempo che trovano e
molto spesso sono metri di giudizio molto discutibili e non per questo scorretti in assoluto ma nemmeno
attendibili al 100%.
Paolo86
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