Injuria ha scritto:1) Che i migliori diplomati si laureano in atenei prevalentemente pubblici in corsi che hanno la caratteristica di essere di stampo vocazionale, che dimostrano interesse per una disciplina specifica e che hanno voglia di eccellere in quella, altro che autoselezione. Se aumenti il prezzo l'autoselezione la fai solo in base al censo come nelle università corporative dell'800.
No non hai dimostrato niente perchè:
1. Hai fatto una statistica univariata che tipicamente non dimostra niente....
1.A. Perchè ignori tutte le altre covariate. Magari se uno è ricco può permettersi di studiare letteratura (che statisticamente offre, in media, meno oportunità lavorative) e chi è povero no. E chi è ricco va in un liceo privato dove viene seguito passo passo e prende voti più alti. Magari chi viene dal Nord si iscrive a lettere per questione culturali e il Nord ha licei migliori. O magari chi viene dal Sud si iscrive a lettere e nel Sud ci sono voti più alti.
1.B. Perchè ignori il bias di selezione: hai preso i laureati specilistici.
1.B.1. E la triennale? Magari se uno ci mette 10 anni alla triennale la magistrale non la fa. E quindi è il corso di studi precedente che seleziona, non il fatto che siano pubblici o privati
1.B.2. E il numero di iscritti? Se nei tuoi corsi c'è un solo iscritto non significa niente che la percentuale di iscritti con voti < 90 è x
1C. Perchè ignori il bias di sopravvivenza: hai preso i laureati. E gli abbandoni? E' ovvio che chi si laurea è quello più motivato e chi abbandona no. In questo senso c'è anche autoselezione: il tempo impiegato può essere considerato un costo. Nelle private il tempo costa di più (perchè le tasse sono più alte) quindi è probabile che sia lì ad esserci più autoselezione rispetto al pubblico. Ma tu ignori tutto questo. Di nuovo: l'autoselezione continua dopo il test di ingresso
2. Hai preso una variabile proxy che se sia correlata con la vera dipendente (il fatto che l'istituto sia pubblico o privato) è molto molto discutibile (vedi controesempio università Kore)
3. Hai aggregato le variabili come conviene a te: prima prendi i corsi di studi, poi parli di "la Bocconi" e "la Cattolica". La Bocconi e la Cattolica offrono anche corsi di studio meno gettonati per fare cassa (che nel secondo caso sono forse la maggior parte). O prendi sempre i corsi di studio oppure prendi sempre le università. E non capisco neanche come fai ad aggregare i corsi di studio dato che ogni università offre corsi diversi dalla precedente.
4. Hai ignorato la distribuzione delle preferenze: se chi prende voti alti è, in genere, appassionato di lettere e chi prende voti bassi è, in genere, appassioanto di altre materie, ipotizzando che la tua distribuzione sia sugli iscritti all'università (non lo è), essa riflette le preferenze dei consumatori, e non il fatto che "i migliori diplomati si laureano in atenei prevalentemente pubblici"
Ora devi renderti conto che ci sono studi che sono saltati per uno solo dei problemi di cui sopra (uno solo). C'è gente che ignorando uno solo dei problemi di cui sopra ha "dimostrato" cose assurde, del tipo che i gatti che cadono dal 10mo piano subiscono meno danni di quelli che cadono dal 3rzo, con allegata "spiegazione scientifica" (che quello che cade dal 3rzo irrigidisce i muscoli ma da un certo piano in su si rilassa mentre cade)
2) Che qualsiasi evidenza che io possa metterti sul piatto non ti farebbe cambiare idea dato che le tue osservazioni hanno quasi sempre un filtro ideologico
No, le "mie" osservazioni sono basate su studi che ho citato (il caso india, kenya, e ci sono studi pure sull'italia). L'autoselezione è abbastanza dimostrata nel campo dell'istruzione.
Se volevo prendere statistiche ci sono un sacco di statistiche su chi si iscrive ai singoli corsi di studio
In teoria dimostrare i punti che hai dettato in un post precedente spetterebbe a te non a me dimostrarne il contrario.
Ho già messo gli studi sull'autoselezione