Ricordo quando ero in prima istituto, più di 50 anni fa, e l'insegnante di matematica inizia la lezione sui sistemi: ci ha insegnato che servono tante equazioni quante sono le incognite, ci ha insegnato i vari metodi per risolverli, compreso Cramer,sul quale nessuno aveva capito nulla, ecc. ecc.
Ricordo i compiti a casa con 3 o 4 sistemi di equazioni a 16 piani che ti portavano via tutto un pomeriggio e non avevi più tempo per studiare altro, ricordo i compiti in classe dove era sufficiente scordarsi di trasportare un segno meno per prendere un bel quattro, ma ricordo soprattutto che tutto veniva fatto a memoria e che in base ai risultati dicevi se era determinato, indeterminato o impossibile ma senza capirne il significato.
Finalmente arrivo in seconda istituto e l'insegnante inizia a spiegarci la retta: è stato come se davanti a me si fosse aperta una prateria, ho cominciato a vedere che due rette sul piano cartesiano si incontrano in un punto se hanno diversa inclinazione (che succesivamente abbiamo chiamato tangentalfa) e quindi danno un sistema determinato, se invece sono parallele ed hanno un diverso termine noto non si incontrano mai ed il sistema è impossibile e via di questo passo.
Ora, dopo tutti questi anni, mi chiedo se fosse così astruso che l'insegnante ci facesse una lezione sulla retta prima di isegnarci i sistemi, voi che ne pensate?
Chiedo scusa per questo mio sfogo un pò tardivo ma talvolta è bello scaricare anche su altri il peso dei tuoi cattivi ricordi.
Fausto Novelli