Il "panico corretto", di cui purtroppo non vedo traccia, sarebbe: dobbiamo tutti agire in modo da ridurre al minimo le occasioni di contagio, anche accettando blocchi e limitazioni.
Il "panico sbagliato" è: se mi contagio rischio di morire.
È sbagliato perché se ti contagi probabilmente guarirai, ma rischi di contagiare altri che a loro volta contageranno altri. E alla fine non potranno essere tutti curati a dovere.
Contrastare il "panico sbagliato" senza sostituirlo col "panico corretto" (ultimo esempio a mia conoscenza) non mi pare saggio.
Quello che definisci "panico corretto” è logico e accettabile, ma io sostituirei “panico corretto” con “comportamento vigile, adeguato e responsabile” , il che è più facile a dirsi che a farsi. Purtroppo la maggioranza delle persone tende a comportarsi in maniera irrazionale, di fronte a fenomeni grossi e inattesi, che investono tutta la comunità. Psicosi di massa, insomma. Siamo fatti cosi...
Comunque, panico o non panico, avevo scritto (e poi cancellato, perchè avevo messo anche cose personali) che non si può chiudere tutto, almeno finché la situazione non peggiora drasticamente , perché si deve pur continuare a vivere. Ieri sono andato a Bologna in treno, per necessità. C’era la solita fiumana di gente in viaggio, con o senza valigie, con o senza mascherina, di tutte le nazionalità, incluso cinesi, coreani, indiani e di altre nazionalità, quindi nessuna apparente modificazione del modo di vivere. Se poi la situazione dovesse peggiorare, le autorità prenderebbero i provvedimenti del caso, credo, anzi spero...anzi ne sono sicuro.