La pericolosità della situazione, per quello che mi sembra, non è nella pericolosità in sé del virus, ma nella possibilità di contagiare un numero molto elevato di persone, sia perché non c'è un vaccino, sia perché è un virus nuovo e le persone non hanno sviluppato anticorpi. E, come sottolinea Sergio, di mandare in tilt il sistema sanitario.
L'esempio che fa Burioni con l' influenza spagnola è secondo me la cosa più parlante. Lì ci furono milioni di morti, anche se la mortalità percentuale era bassa, tipo quella attuale con il coronavirus.
Ma bisogna confrontare la situazione attuale con quella del 1918-20 in cui si verificò la spagnola.
Milioni di contagiati, ma in quale situazione sanitaria? Mi è capitato di leggere che durante la spagnola non ci furono provvedimenti di contenimento dell'epidemia, anzi.
Pare che la spagnola si sia diffusa anche per i festeggiamenti collettivi per la fine della prima guerra mondiale, e ci stavano vescovi, non mi ricordo dove, che dicevano che era una punizione divina per non so quali peccati, e convocavano messe su messe per scacciare il male, e in questi assembramenti collettivi l'influenza si espandeva.
Insomma, l'allarme c'è, ma, come dice Burioni, il rimedio è nel contenere il contagio, evitando situazioni collettive di trasmissione. Meglio una scuola in più chiusa, che correre rischi.
Io sono di Napoli, quando facevo il liceo ci fu il colera, be', non andammo a scuola per due mesi, ma non fece danno a nesssuno.
p.s. @Zero. E certo che Napoli-Barcellona è a rischio contagio, ma i napoletani chi li tiene?
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