Super Squirrel ha scritto:Inoltre considerando https://www.youtube.com/watch?v=kBF9WPlxcMY, oltre alla recente ammissione (anche se per i normodotati, intellettualmente parlando, trattasi del segreto di Pulcinella) fatta da un esponente di Banca d'Italia in audizione al Senato (il quale ha affermato che la BCE, come ogni banca centrale, ha la facoltà di creare denaro dal nulla e che quindi il fatto di aprire o chiudere i rubinetti rimane una scelta squisitamente politica), mi chiedo come andrebbe interpretato quel famoso "i mercati insegneranno agli italiani come votare"?!
Ebbene cosa c'è di scientifico in tutto questo? Oppure nello spauracchio del debito pubblico e in quei numerini magici come la famosa soglia del 3% o del rapporto debito/PIL <60%?
Il video di Mario draghi è molto divertente.
Che le banche centrali creino discrezionalmente moneta non è che lo deve dire l'esponente di Banca d'Italia in parlamento, o è il segreto di Pulcinella, è una cosa che si studia a Economia 1 e se non lo sai vieni bocciato.
Così come vieni bocciato se dici che la disoccupazione si cura con una politica monetaria restrittiva, o che un aumento di spesa pubblica riduce il reddito: manco 18 prendi, proprio bocciato.
La domanda fatta a Mario Draghi nel video, se la BCE può finire i soldi, è una domanda anche carina, ma fatta da un totale profano, e infatti Mario Draghi si mette a ridere: pensare che la BCE possa finire i soldi è di una ingenuità disarmante.
La scritta sotto il video "La risposta è imbarazzante per il Sistema" è ridicola, è imbarazzante per chi l'ha scritta, è come scrivere "Due più due fa quattro è imbarazzante per il Sistema".
E certo che le conoscenze dell'economia vengono applicate alla realtà. Le banche centrali hanno modelli econometrici grandi come un lenzuolo, e hanno un servizio studi che sforna quantità enormi di ricerche, non è che la politica economica si fa a vanvera.
Ed è vero che quando si fa politica economica si tratta di scelte politiche: la politica economica è fatta di obiettivi, e la scelta degli obiettivi è politica, anche nel senso migliore del termine. La teoria economica e l'econometria possono dire 'come' bisogna fare o 'se si fa questo succede questo', ma poi decidere quale obiettivo perseguire, ad esempio cercare di diminuire la disoccupazione, o combattere l'inflazione, e così via, sono scelte politiche. Tenendo presente che gli obiettivi possono anche essere in conflitto tra di loro, dal punto di vista tecnico, e anche politico.
Quando dici "i mercati insegneranno agli italiani come votare" non so a chi e cosa ti riferisci, non capisco che vuol dire.
Quanto al debito pubblico, è una questione complessa, esiste una amplissima letteratura sulla sostenibilità o meno del debito pubblico, e sulle sue conseguenze. I numerini magici sono soltanto degli indicatori che sono stati scelti, ognuno per motivi diversi.
Il rapporto debito/PIL è un indicatore della dimensione relativa del debito pubblico di un paese. Non si può prendere il valore assoluto del debito, non sarebbe significativo. Poniamo che due paesi abbiano entrambi un debito pubblico pari a 100 (cifra a caso per capirsi), ma il primo paese ha 1 milione di abitanti e il secondo 80 milioni: be', il primo paese sta inguaiato, il secondo sta benissimo. Quindi, bisogna rapportare l'ammontare di debito pubblico a qualche grandezza, ed è stato scelto il PIL, che dà una idea della capacità economica di un paese.
Che l'economia sia una disciplina rigorosa non vuol dire che ci siano solo certezze o non ci siano divergenze di opinioni tra economisti, o che sia una Scienza che dà risposte univoche. Ma una cosa è la divergenza di opinioni, e il dibattito anche acceso, sempre ci sono stati economisti più 'ortodossi' e economisti 'eterodossi' ad esempio, un'altra cosa è la bocciatura a Economia 1.