I metodi vanno saputi tutti, non per una fisima mia (che sono un appassionato della materia) ma perché possono tutti essere utili. Se proprio occorre scegliere ovviamente è meglio il metodo del pvalue perché è un metodo "quantitativo" ovvero ti dà anche la misura entro cui scegli.
PRO:Se leggessi una qualunque rivista medica, per ogni test viene dato appunto il suo pvalue per valutarne la significatività.
Tanto alla fine è sempre la stessa menata....il pvalue non è altro che il livello di significatività osservato....
Es: calcoli la tua statistica test
1:
$(bar(X)-mu)/sigma sqrt(n)=-2.2$
Qual è il pvalue?
Se il test è unilaterale
2 il $"p-value"(-2.2)="p-value"(2.2)$ è $Phi(-2.2)=1-Phi(2.2)=1.4%$
Per calcolarlo basta guardare la tavola e vedere che in corrispondenza di 2.2 c'è il valore 0.986. Il pvalue è il complemento ad uno: 1.4%
Quindi il test è significativo (si rifiuta) a qualunque $alpha<1.4%$
In altri termini il test è significativo con un $alpha=5%$ ma non significativo con un $alpha=1%$
Con il pvalue hai subito il tuo risultato senza aver il livello di significatività fissato ed ogni ricercatore può decidere in autonomia se accettare o rifiutare quanto sottoposto a verifica.
Tornando all'esercizio del
dentifricio,
senza fare alcun ragionamento bastava calcolare la statistica test, che usciva $-2.5$ e calcolare il pvalue
$Phi(-2.5)=1-Phi(2.5)=0.6%$ per dire subito che rifiuti l'ipotesi con $alpha=5%$ ma anche con un $alpha=1%$
in pratica il pvalue non solo ti permette di risolvere subito il problema ma ti dice anche che la probabilità di rifiutare l'ipotesi di lavoro in caso sia vera è solo dello 0.6% cioè sbaglierai solo una volta su 161.
CONTRO:nessuno