Ogni tanto passo da qui, e qualche volta ne vale la pena.
Per lo meno dal punto di vista personale.
Questo post mi ha rimandato indietro di qualche anno
Era l'estate del 1977, e seguivo il corso di Analisi Numerica tenuto da Gautschi a Perugia, alla scuola interuniversitaria.
Una delle prime lezioni, centrate sul trattamento degli errori.
Compresi allora che la somma è una cosa diversa dalla differenza, anche se non ricordo più l'esempio specifico che fece: attenzione al rischio di "cancellazioni" indesiderate. Ma, come ogni volta che si apprende
davvero qualcosa di nuovo, per giunta toccandolo con mano, è sempre rimasto un po' di posto nella mia memoria, anche se magari in uno sgabuzzino polveroso.
Io la farei molto semplice.
$x=y+c$ (vale
sempre, basta scegliere $c=...$)
Allora:
$(x+y)(x-y)=(y+c+y)(y+c-y)=(2y+c)c$
Come osservi tu, se a $c$ sostituisci $0$ ti sparisce tutto.
Ovviamente stiamo immaginando che $c$ sia "molto più piccolo" di $y$, se pensiamo di fare cose sensate.
E certamente è vero che comunque la quantità che si ottiene è "piccola".
Ma il prof, da buon fisico, non vuole rimanere con un pugno di mosche in mano. Gli interessa sapere che il risultato è:
$(2y+c)c$. Ovvero $2yc+c^2$
E, quindi, se $c$ è "molto più piccolo" di $y$, sa che viene qualcosa tipo $2yc$, trascurando il termine $c^2$
Come esempio, basta prendere i dati che (giustamente) hai preso tu per fare una prova.
Vedi come il risultato che emerge in questo modo offre una lettura più interessante che non dire "è praticamente 0".
Nota finale, da vecchio ex prof, molto paternalista (nonnista).
Complimenti, vai avanti così. Ottimo esempio di come si dovrebbe studiare.
E complimenti per esserti fatto un esempio. Ti stupirà, ma sono troppi i tuoi colleghi che neanche ci pensano, a questa opportunità.
Ci rivedremo, almeno in spirito, quando incrocerai l'urang-utang