Messaggioda irenze » 14/03/2007, 19:51

Ainéias ha scritto:
david_e ha scritto:
Ainéias ha scritto:Il tutto masce dalla non esuistenza delle condizioni iniziali nelle equazioni differenziali in ambito distribuzionale => ho dedotto che non esiste il conceto di limite.

Scusa non avevo letto questa parte quando ho risposto prima.... :-D

Le condizioni iniziali o al bordo in ambito distribuzionale si possono assegnare, ma è veramente un casino giustificarle dal punto di vista teorico. Nel senso che dare un significato preciso e rigoroso all'idea di condizione iniziale richiede un grosso sforzo matematico...


Quindi se all'orale mi venisse fatta questa domanda?cosa dovrei rispondere?


che non hai avuto il tempo di leggere tutti e tre i volumi della Teoria delle Distribuzioni di L.Schwartz... :-D
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Messaggioda david_e » 14/03/2007, 19:52

Ainéias ha scritto:
david_e ha scritto:
Ainéias ha scritto:Il tutto masce dalla non esuistenza delle condizioni iniziali nelle equazioni differenziali in ambito distribuzionale => ho dedotto che non esiste il conceto di limite.

Scusa non avevo letto questa parte quando ho risposto prima.... :-D

Le condizioni iniziali o al bordo in ambito distribuzionale si possono assegnare, ma è veramente un casino giustificarle dal punto di vista teorico. Nel senso che dare un significato preciso e rigoroso all'idea di condizione iniziale richiede un grosso sforzo matematico...


Quindi se all'orale mi venisse fatta questa domanda?cosa dovrei rispondere?

All'orale ti conviene rispondere quello che il prof vuole sentire... nel senso che se vi hanno detto che le equazioni distribuzionali non hanno condizioni iniziali rispondigli questo. Comunque sarebbe una domanda veramente cattiva e, a dire il vero, non saprei neanche io come rispondere esattamente: le uniche condizioni al bordo distribuzionali che so giustificare sono quella di Dirichlet omogenea e quella di Neumann (e si tira fuori una versione di Gauss-Green distribuzionale di cui sinceramente non ho la più pallida idea di come si dimostri).
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Messaggioda Ene@ » 14/03/2007, 20:16

ok grazie ad entrambi
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Messaggioda Luca.Lussardi » 15/03/2007, 08:39

Una risposta corretta che segue dall'uso che si fa della Teoria delle distribuzioni è che le condizioni al bordo per una pde sono già dentro nell'equazione distribuzionale stessa; pensa solo alla forma debole di una equazione ellittica; per ambientare il tutto ti devi mettere in spazi di funzioni con già le condizioni al bordo fissate.
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Messaggioda david_e » 15/03/2007, 16:39

Luca.Lussardi ha scritto:Una risposta corretta che segue dall'uso che si fa della Teoria delle distribuzioni è che le condizioni al bordo per una pde sono già dentro nell'equazione distribuzionale stessa; pensa solo alla forma debole di una equazione ellittica; per ambientare il tutto ti devi mettere in spazi di funzioni con già le condizioni al bordo fissate.

Si appunto per poter assegnare le condizioni al bordo è necessaria una buona dose di Matematica! :-D
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Messaggioda Luca.Lussardi » 15/03/2007, 16:50

Però rimango perplesso dalla domanda di Enea.... perchè chiede il motivo per cui non esiste il concetto di limite. Che fare limiti di distribuzioni abbia scarso interesse sono d'accordo, però sul concetto di limite non so....
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Messaggioda david_e » 15/03/2007, 17:01

Luca.Lussardi ha scritto:Però rimango perplesso dalla domanda di Enea.... perchè chiede il motivo per cui non esiste il concetto di limite. Che fare limiti di distribuzioni abbia scarso interesse sono d'accordo, però sul concetto di limite non so....

Beh non certo il "limite puntule"... credo...
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Messaggioda Ene@ » 15/03/2007, 18:30

La mia domanda nasce dal fatto di non sapermi spiegare come mai nel risolvere una equazione differenziale in ambito distribuzionale il prof ci ha detto che se si risolve con la trasformata di Laplace,le formule sono identiche ma non bisogna tener conto delle condizioni iniziali.Chiaro adesso?
Ene@
 

Messaggioda Kroldar » 16/03/2007, 01:00

Non ho fatto granché in merito, il mio professore ha solo accennato a queste cose. L'unica cosa che posso dirti è che in ambito distribuzionale la seconda formula fondamentale per la trasformata di Laplace (quella che dà la trasformata unilatera della derivata) è diversa dalla formula classica per le funzioni assolutamente continue. Se restringiamo la nostra attenzione alla trasformata unilatera, detta $x$ una generica distribuzione nulla in $]-oo,0[$, risulta

$L_u[x'] = sX(s)$

ed è chiaro come in questa formula non si tenga conto di eventuali valori di $x$ in $0$. A rigore di logica è chiaro... anzi, sarebbe strano se ti tentasse di assegnare un valore a una distribuzione in un punto!! Infatti l'abitudine ormai comune di indicare le distribuzioni con la notazione propria delle funzioni ordinare (ad esempio $delta(t)$) è in realtà un abuso di notazione... abuso giustificato dal fatto che le distribuzioni regolari (quindi non la delta) sono effettivamente funzioni ordinarie; tuttavia occorre avere chiaro che le distribuzioni non sono funzioni ordinarie, ma oggetti esoterici che non possono esistere da soli, mentre assumono significato quando si specifica la funzione test su cui essere operano.
Tornando ai problemi di Cauchy, occorre ricordare che la trasformazione unilatera di Laplace in ambito distribuzionale è ancora iniettiva.
Alla luce di quanto detto, si può considerare il problema di Cauchy

$D[y] = delta(t)$ con $y$ distribuzione nulla in $]-oo,0[$ e $D$ operatore differenziale lineare a coefficienti costanti

e dare un senso a quella che nel calcolo della risposta per sistemi lineari stazionari è nota come la celeberrima "risposta impulsiva".
Ho un po' allargato il discorso ma è tutto quello che so.
Kroldar
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