che passione l'officina, DavideN!
ma purtroppo non ho alcuna idea sui dettagli del processo fisico per sperare anche lontanamente di definirne un modello (e se anche ci arrivassi, non avrei l'agilità matematica necessaria a proseguire)
mi gira la testa pensando a possibili parametri:
temperatura, velocità del processo, tipo di acciaio, premilamiere, raggio della sfera, forma e posizione del "tassello" sferico, (da cui profondità d'imbutitura), spessore della lamiera (prima), spessori min. e max. (dopo), sfibramento ammissibile (funz. dello stiramento locale?), grinze sopportabili
e sono solo alcuni!
io comincerei a fare delle prove per descrivere l'effetto della deformazione, circa così:
0 - per ognuna delle forme, degli spessori e dei materiali in gioco:
1 - sulla lamiera ancora piana traccio una griglia quadrettata il più possibile indelebile, ma senza graffiare la superficie (per evitare di creare linee di strappo o di grinza sotto le enormi tensioni in gioco)
2 - faccio l'imbutitura
3 - taglio gli sfridi, preparando i bordi netti per la saldatura
4 - riporto su carta quadrettata (griglia identica a quella di partenza) il disegno dei bordi rilevato dalle tracce della griglia originale sul pezzo.
5 - ne deduco il rettangolo o trapezio minimo necessario (si taglia con la trancia o col cannello?)
6 - ottimizzo (ed è un problemuccio [:D] a parte) la disposizione dei pezzi (da tagliare) sui fogli di lamiera in base alle quantità da produrre
dopo molte di queste prove avremmo dei dati su cui cominciare a ragionare per pensare a un modello teorico per definire le deformazioni (qui plastiche, là ancora elastiche) del cubetto elementare sito in posizione originale x, y, z;
però,
contemporaneamente, tu avresti in pratica risolto il tuo problema senza bisogno di tanta teoria!
e probabilmente con i miei punti 0-5 ho riscoperto l'ombrello, descrivendo quello che tu fai già per ogni nuovo pezzo.
peccato!
tony, <font size="1">calderaio mancato</font id="size1">