da mariodic » 26/06/2004, 21:00
<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Admin</i>
Il principio antropico è sicuramente un tema interessante che potrebbe avere forti ripercussioni sul modo di intendere la scienza. Non consoco il libro di cui parli né altri libri dello stesso autore. Non mi entusiasma però il voler mischiare concetti tanti distanti. La ricerca di una visione unitaria dell'esperienza umana ritengo che non porti a niente. Le diverse forme di conoscenza sono tra loro incommensurabili e inconfrontabili. Credevo che questi temi fossero stati abbandonati.
Antonio Bernardo
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Questi temi furono, non solo abbandonati, ma violentemente respinti nella seconda metà dell'800 parallelamente col consolidarsi del positivismo. A partire dall'impatto con l'inattesa e sconvolgente esperienza quantistica, cominciò un riflusso di cui nel primo quarto del '900 non se n'ebbe chiara consapevolezza. Questo riflusso oggi è piuttosto evidente, basta gettare un rapido sguardo nei settori di scienza e filosofia delle librerie più importanti; tuttavia i primi concreti effetti pratici potrebbero essere ancora piuttosto lontani nonostante i prudentissimi ammorbidimenti della scienza ufficiale.
Il positivismo non fu affatto un errore storico della scienza ma una necessità impellente: una salutare disinfestazione dai residui prescientifici del medioevo; il prezzo pagato fu però una inevitabile deformazione professionale dello scienziato, una specie di paraocchi fin troppo utile, però, per non distrarsi nell'impegnativo lavoro per il consolidamento del grandioso sistema galileiano-newtoniano della scienza.
L'incipiente indebolimento post quantistico del rigore positivista è dovuto al sopravvenuto riconoscimento del ruolo attivo dell'Osservatore nell'esperimento in conseguenza degli sviluppi delle ricerche nella fisica quantistica, oltre che al diverso presentarsi della fenomenologia quantistico rispetto a quella classica.
Se sblocchi concreti verso l'atteggiamento olistico della scienza non si sono ancora resi significativi, lo si deve al fatto che al mero riconoscimento del ruolo dell'Osservatore, non è seguita una adeguata definizione scientifica di questo; è proprio dall'Osservatore che bisogna prendere le mosse per aprire la scienza verso nuovi orizzonti; ecco, dunque l'apparire delle teorie antropiche.
Certo, le nuove aperture non saranno a breve nsconvolgenti dal punto di vista pratico, ma saranno motivo di una parallela evoluzione del modo di concepire il mondo. Questa evoluzione è gia, in qualche modo, in atto, come dimostra, appunto, la letteratura scientifica, non solo quella divulgativa.
mario1