Stavo leggendo questo argomento e stavo per aggiungere una riposta quando è stato bloccato. Non entrando nel merito dell'argomento non mi sembra fuori luogo riproporre qua la riflessione che stavo per fare lì:
Su questo forum sono apparsi e continuano ad apparire discussioni come quella linkata, basti pensare ai post dove il solito utente se ne salta fuori con una formula magica per capire a prima vista se un numero è primo.
Ecco, di fronte a fenomeni come questo, io mi domando cosa diavolo passi per la testa di queste persone. Cioè, viviamo in un paese (mediamente) civile in cui (praticamente) tutti hanno accesso ad un livello di istruzione basilare e siamo quindi tutti più o meno esposti alle regole della cultura e della scienza. Buon dio, anche l'uomo meno appassionato di cultura del mondo sarà in grado di capire che è quantomeno improbabilissimo che uno che non sa nulla di matematica metta in discussione qualcosa di consolidato da secoli!? No?
Bah io sono sbalordito di fronte a questi fatti. Leggevo prima il commento di fractalius su chi crede di saperne di medicina grazie a internet e mi domandavo: ma è un dramma di pochi o c'è qualcosa che non va nel come si propone la cultura? Perché non vorrei che fenomeni come questi diventassero frequenti e comuni. Viene veramente voglia di arrabbiarsi: cioè io mi faccio il mazzo sui libri, magari ore su una definizione o un'osservazione, e il primo tizio se ne salta fuori dal nulla dicendo: "ah 100 anni di matematica sono da buttare perché io, ebbene io, nel buio della mia cameretta, ho prodotto il risultato definitivo: l'infinito non esiste"!?
Vorrei capire se il disagio che provo io di fronte a questi comportamenti è condiviso e cosa, secondo voi, si possa fare in generale per prevenirli. Insomma cosa non va nel modo in cui si propone il sapere? Ci deve essere qualcosa di malfunzionante se tali mostruosità vedono la luce.