Salve a tutti,
È la prima volta che scrivo in questo forum, spero di aver fatto bene ad aprire un nuovo argomento, visto che non ne ho trovati di simili. Vorrei premettere che non ho una formazione scientifica ma umanistica. Studio filologia e mi piacerebbe poter definire in modo formale un tipo di ragionamento frequente negli studi filologici. Spero possiate aiutarmi e darmi qualche dritta.
Spesso i filologi si trovano di fronte a situazioni di questo tipo. Un dato autore x, vissuto in una certa epoca nel passato, ha scritto un'opera letteraria in un dato manoscritto che è andato perduto (il cosiddetto originale d'autore, in sigla O). Di questo originale sopravvivono però delle copie, i tre manoscritti A B C, che sono stati copiati da ignoti.
Il critico confronta il contenuto dei manoscritti (le loro lezioni, ciò che si legge in un testo) nel tentativo di ricostruire l'originale perduto. Poniamo che, ad un certo punto nel testo, i manoscritti abbiano:
A: “il contadino si recò a casa”
B: “il contadino si recò a casa”
C: “il contadino si recò alla magione”
Il critico Tal dei tali fa questo ragionamento: è più probabile che uno scriba, leggendo “magione”, non ne abbia inteso il senso e l'abbia semplificato, scrivendo “casa”. È infatti molto comune che una lezione più difficile (lectio difficilior) si banalizzi in una lezione più facile (lectio facilior), che non viceversa. Dunque, è più probabile che nel manoscritto perduto “O” la lezione originale sia stata “il contadino si recò alla magione”.
Ora, il ragionamento sarebbe il seguente:
A: Se una lezione è difficile allora è probabilmente originale
B: la lezione x è una lezione difficile
C: la lezione x è probabilmente originale
Ora, è corretto dire che il critico, in questo caso, ha effettuato un' inferenza deduttiva secondo il modus ponens?
Grazie!