Aletzunny ha scritto:sono domande "strane" a cui davvero non mi ero mai posto la questione.
Non sono domande "strane", sono
domande di senso.
In realtà queste domande te le sei già poste e ci hai già trovato una risposta... Il problema è che hai risposto nel solo modo in cui ti è stato possibile, cioè quello evidenziato qualche post fa: quei teoremi sono
solo regole di calcolo (col sottinteso: tanto la Matematica è
solo una caterva di tecniche di calcolo
1).
Tuttavia, il senso di quei teoremi è un altro.
Non volendo arrivare fino a questo punto:
Aletzunny ha scritto:sotto questi teoremi direi che c'è il fatto che l'operatore derivate è lineare e dunque rispetta le operazioni. Altro non mi viene in mente pur avendoci ragionato abbastanza.
che è già troppo astratto
2, mi fermerei sull'enunciato più semplice, cioè quello del:
Teorema di Derivabilità della Somma:
Siano $I sube RR$ un intervallo aperto ed $f,g:I -> RR$.
Se $f$ e $g$ sono derivabili in $x_0 in I$, allora anche la funzione $f+g$ è derivabile in $x_0$ e risulta:
$[f+g]^\prime (x_0) = f^\prime (x_0) + g^\prime (x_0)$.
Dunque, se $f$ e $g$ sono derivabili in tutto $I$, allora anche $f+g$ è derivabile in tutto $I$ e risulta:
$[f+g]^\prime (x) = f^\prime (x) + g^\prime (x)$ per ogni $x \in I$.
La parte importante di questo enunciato non è, come può sembrare, la regola di calcolo della derivata (cioè $[f+g]^\prime (x) = f^\prime (x) + g^\prime (x)$), ma le affermazioni:
Se $f$ e $g$ sono derivabili in $x_0 in I$, allora anche la funzione $f+g$ è derivabile in $x_0$ [...]
se $f$ e $g$ sono derivabili in tutto $I$, allora anche $f+g$ è derivabile in tutto $I$ [...]
che stabiliscono un nesso tra la derivabilità degli addendi e la derivabilità della loro somma (asserendo che la derivabilità dei primi è
condizione sufficiente alla derivabilità della seconda
3).
Se ci fai caso, ogni teorema sulle "operazioni con le derivate" (nome orrendo, ma rende l'idea del tipo di teoremi cui mi riferisco) fa il gioco di cui sopra: stabilisce
condizioni sufficienti per la derivabilità di funzioni che si ottengono facendo le usuali operazioni (somma, differenza, prodotto, rapporto, composizione) tra due o più funzioni derivabili.
Questo, unito alle note proprietà di derivabilità delle funzioni elementari di base (potenze, esponenziali, logaritmi, trigonometriche, trigonometriche inverse, etc...), ti fornisce un criterio per stabilire
a priori, cioè senza svolgere il calcolo, che:
Ogni funzione elementare definita in un intervallo è derivabile nei punti interni di tale intervallo.
Infatti, una funzione elementare è, per definizione, o una funzione elementare di base, oppure una funzione che si ottiene da funzioni elementari di base mediante un numero finito di somme, differenze, prodotti, rapporti o composizioni.
Quindi, ad esempio, la funzione $ sin sqrt{e^x + log^2 x} $, che ha per dominio l'intervallo $]0,+oo[$, è certamente derivabile in $]0,+oo[$ perché è una funzione elementare (i.e., ottenuta mediante un numero finito di somme, differenze, prodotti, rapporti o composizioni di funzioni elementari di base)... Lo stesso dicasi per tutte le altre funzioni proposte da me in questo thread.
Dopo questo lungo OT, torniamo IT.
Quali legami ha quanto finora detto con le funzioni di due variabili?
Perché la tua funzione di due variabili è differenziabile nei punti "non problematici"?
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. (Freak Antoni)