Faussone ha scritto:Ci tengo a sottolineare che in ogni caso non pensavo che i giovani di ieri fossero più buoni o in alcun modo migliori di quelli di oggi, figuriamoci. Penso che se io e la mia generazione fossimo giovani oggi, non saremmo di certo diversi dai "veri giovani", quelli di di oggi.
Il punto è proprio capire se ci sia una differenza sensibile in alcuni aspetti, ovviamente dovuta al modo in cui si cresce oggi e all'ambiente in cui si è immersi.
Vista la mia lunga esperienza in classe, 40 anni non sono bruscolini, posso limitarmi all'esperienza da docente. Primi anni supplente in scuole varie, poi 24 anni ai geometri e infine 11 al Liceo.
Ho cominciato che, quando entravo, i miei studenti si alzavano in piedi e dicevano Buongiorno, e ho finito che, quando entravo, i miei studenti si alzavano in piedi e dicevano Buongiorno.
Il cambiamento più grosso è stata la necessità di controllare l'uso degli smartphone in classe, distinguendo il lecito dall'illecito. Abbiamo fatto esperimenti di laboratorio con i telefonini, li usavamo in classe quando dovevo distribuire esercizi diversi da quelli del libro, ma, soprattutto con le classi prime del Liceo non scientifico, bisognava fare molta attenzione che non filmassero o fotografassero cose non autorizzate, tipo la compagna che scoppia in pianto dopo un'insufficienza o l'insegnante che si arrabbia per mancate consegne o perché la classe disturba.
La cosa più deleteria è il desiderio di apparire nei social mettendo filmati, cose che si traducono in operazioni di vero e proprio bullismo spinto all'estremo.
Le classi peggiori per me sono sempre state quelle tutte o quasi femminili. Le problematiche sono le stessa, ma amplificate dai social. Ho iniziato in un Liceo linguistico con alcune classi tutte femminili e ho terminato con alcune classi dello Scientifico e una classe del Linguistico quasi tutta femminile (28 ragazze su 30). La mia lotta, sia nel primo anno di insegnamento che nell'ultimo, è stata quella di contrastare il bullismo femminile contro quelle ragazze che non erano particolarmente brave e non avevano le scarpe giuste, il trucco giusto, i vestiti giusti. Il problema era lo stesso identico, ma i risvolti, attraverso i social, diventano più devastanti per le bullizzate. I cattivi comportamenti maschili sono più facili da individuare e da punire, i cattivi comportamenti femminili sono più subdoli e difficilmente individuabili.
Lo dicevo anche alle mie studentesse: "Dai 13 ai 18 anni avete tutti i difetti delle bambine e tutti quelli delle donne, senza avere le doti delle une e delle altre. Il mio lavoro, oltre ad insegnare matematica e fisica, è quello di aiutarvi a crescere tirando fuori da ciascuna di voi le doti della donna che è in lei."