gugo82 ha scritto:Tra l’altro, c'è un errore madornale e grave a pag. 81, inizio del par. 5.1.
Spero non ci siano molti altri errori del genere, che pregiudicano la lettura e la comprensione del testo.
Intendi che manca l'intervallo $]-3,1[$?
Se è così sei esagerato...sono errori che capitano a tutti e si correggono segnalandoli.
Sull'estensione di Robinson a infinito e infinitesimi, devo dire che avevo letto qualcosa a riguardo poco tempo fa e le critiche mosse avevano senso...e al contempo IO penso che siano "infondate".
Mi spiego meglio (e vado a memoria), ricordo che Robinson prese spunto da una frase di Leibnitz riguardo gli infinitesimi: nella sua visione dovevano essere un'estensione naturale dei reali.
Dal mio punto di vista, la cosa più semplice da fare è insegnare entrambi i punti di vista con una panoramica storica...prendendo proprio il lavoro di Leibnitz a riferimento (arrivando anche a derivare le regole di derivazione come fece Leibnitz...liberando subito la mente dal modello $y=text(qualcosa)$).
Saranno gli stessi studenti a porre la fatidica domanda che per più di un secolo non ebbe una risposta soddisfacente, ovvero "ma che diavolo è una quantità piccola a piacere ma che non è zero?"
Insomma il tormentone matematico dei critici al calcolo.
Solo dopo aver ragionato come fece Leibnitz e presentando il problema di cui sopra e la risposta di Cauchy-Weirstrass comprenderanno meglio anche la necessità e l'eleganza del concetto di limite IMHO.
Alla fine avranno il meglio dei due "mondi"