Ho un dubbio sul metodo illustrato dal mio libro per massimizzare la funzione di utilità.
$Q_P$: sta per etti di pane, $Q_M$ sta per decilitri di minestra, $P_P$ è il prezzo del pane all'etto e $P_M$ è il prezzo della minestra al decilitro. Il problema è il seguente: dato il vincolo di bilancio $P_M*Q_M + P_P*Q_P <= Y$, dove $Y$ è il reddito del consumatore, bisogna scegliere $Q_M$ e $Q_P$ in modo da massimizzare la funzione di utilità $U(Q_M,Q_P)$, sotto il vincolo di sopra.
Per il principio di non sazietà si può supporre che il consumatore spenda tutto il proprio reddito, quindi la disuguaglianza di sopra diventa un'uguaglianza. Siccome le variabili che rendono massima la funzione di utilità sono due, nel mio libro si esprime $Q_P$ in funzione di $Q_M$ in modo da ricondursi ad una sola variabile:
$Q_P = Y/P_P - (P_M)/(P_P) * Q_M$.
Il problema allora diventa: scegliere $Q_M$ in modo da massimizzare:
$U(Q_M, (Y)/(P_P) - (P_M)/(P_P) * Q_M)$.
Per le condizioni del primo ordine, calcola la derivata parziale dell'utilità rispetto a $Q_M$ ponendola uguale a 0. Fin qui mi sembra tutto chiaro. Poi però scrive:
$\(partial U)/ \(partial Q_M) - \(partial U)/ \(partial Q_P) * P_M/P_P = 0 $.
Cosa c'entra la derivata parziale rispetto a $Q_P$? Non sarebbe bastato scrivere $\(partial U)/ \(partial Q_M) = 0$ per descrivere il procedimento generale?