Il signore degli anelli

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il signore degli anelli
Autore: Sabrina Occhipinti
Descrizione: la tesina, partendo dall’opera e dal pensiero tolkieniano, la analizza attraverso analogie e differenze con altre opere sia italiane che straniere, con pensieri filosofici, eventi storici, opere d’arte e manifestazioni geologiche e fisiche.
Materie trattate: letteratura italiana, latina, inglese, filosofia, storia, geografia astronomica, fisica, storia dell
Area: umanistica
Sommario: L'opera, pubblicata tra il 1954 e il 1955, è formata da tre romanzi: La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri , Il Ritorno del Re E da diverse appendici : Agli annali dei Re e Governatori. Il calcolo degli anni Gli alberi genealogici Il calendario della contea valido per tutti gli anni scrittura e pronunzia Notizie etnografiche e linguistiche La provvidenza Per Tolkien: Il Signore degli Anelli è permeato dalla fede cattolica. Tolkien fa si che le azioni di tutti i personaggi, buoni e cattivi, siamo spinte da una Mano superiore, che non nomina mai. I suoi personaggi, seppur convinti di agire liberamente e per loro volontà, sono strumenti di un piano superiore. È la Grazia, o Necessità, che fa si che i protagonisti compiano la loro missione. Per Manzoni: Per Manzoni gli uomini non hanno alcuna possibilità di dirigere autonomamente la propria vicenda terrena e di modificare con le proprie forze il loro destino. Arbitro assoluto della vita umana e unico conoscitore del bene e del male è Dio.Dio interviene nella vita umana attraverso la sua imperscrutabile "provvidenza", in modi e tempi incomprensibili alla ragione umana. Questo tuttavia non comporta una rinuncia al libero arbitrio o alla passività di fronte alla storia: la Provvidenza offre a chiunque l'occasione di agire moralmente e di realizzare un ideale di vita cristiana Per Dante: Il pensiero dantesco, che emerge dalla Divina Commedia, è quello di un ordine provvidenziale e necessario del cosmo che convive con la libertà morale, infatti l'uomo è interamente responsabile delle sue azioni e delle sue scelte, anche se queste sono inserite in un ordine cosmico necessario, predeterminato e presente in eterno nella prescienza divina. (Canti VIII e XVII del Paradiso)

A cosa serve la matematica? Matematica è cultura

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: A cosa serve la matematica? matematica è cultura
Autore: Annamaria Cavallo
Descrizione: Un viaggio nelle correlazioni tra "la regina delle scienze" e altre realtà apparentemente distanti.
Materie trattate: italiano, storia, filosofia, storia dell’arte, scienze, fisica, matematica, latino, inglese, frances
Area: scientifica
Sommario: Perché ho deciso di impostare questo percorso sulla matematica? Nel corso del mio ciclo di istruzione superiore, frequentando un liceo scientifico, ho dovuto "fronteggiare" per cinque anni le applicazioni, i teoremi e le formule della matematica. E’ stato nella mia scuola che a primo impatto, grazie anche alla bravura dei docenti, mi sono accorta della sua bellezza, scoprendo una disciplina affascinante e travolgente. Circa un anno fa, dopo la lettura del saggio "Introduzione alla filosofia matematica", ove Bertrand Russell parla dei fondamentali della matematica (che cosa sono i numeri, che cos’è l’infinito, quali metodi si usano per dimostrare un teorema) non credo di aver compreso tutto, ma sono rimasta sicuramente entusiasta. Alla fine ho deciso di iscrivermi il prossimo anno al corso di laurea in matematica. Molti avranno vissuto questa fase importantissima della vita, dove si prova un senso di libertà, ci si trova davanti a vie immense spalancate sul futuro, tutte ugualmente percorribili avendo tante alternative. Ebbene, anche all’interno della matematica è così. Nell’ambito di questo mio lavoro cerco di dimostrare come la matematica sia parte della cultura in generale, e abbia quindi attinenza con la filosofia, la musica, la pittura, la letteratura, le scienze, la teologia… La matematica è difficile ma bella e probabilmente è bella anche perché è difficile. Questa affermazione è stata spesso considerata dalla maggior parte dei miei amici studenti, coetanei e non, come una provocazione e difatti contestata, ma quando si capisce una teoria matematica, si coglie il significato di un risultato; o anche, quando si riesce a risolvere un problema impegnativo, si prova grande soddisfazione e ci si sente orgogliosi di se stessi. « La regina delle scienze» oggi pervade quasi ogni disciplina possibile. Non mi riferisco solo alla fisica, alla chimica, all’ingegneria, all’economia, ma anche alle scienze della vita. Da Dante ai medici, da Russell allo sport, tutto è armoniosamente collegato sotto il segno della matematica. Essa è molto simile alla musica: Mozart asseriva di vedere le sinfonie compresse in un punto. L’unica cosa che doveva fare – diceva – era dispiegarle. Questo è quello che succede anche nella matematica. Dimostrare, come rivela l’etimologia stessa della parola, è rivelare un prodigio, mostrare un portento, un qualcosa di meraviglioso. A pensarci bene questo aspetto è quasi più vicino all’arte che alla scienza; è davvero possibile lasciarsi affascinare dalla bellezza del ragionamento. La matematica inoltre insegna a pensare in modo razionale, perché è la forma più pura di razionalità, in un mondo che è completamente irrazionale.
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Il viaggio

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il viaggio
Autore: Andrea La rizza
Descrizione: tesina multidisciplinare contenente argomenti sia umanistici che scientifici.analisi del tema del viaggio attraverso i viaggi e i viaggiatori più celebri della storia,analisi delle cause che spingono l’uomo a intraprendere il viaggio.
Materie trattate: italiano,latino,filosofia,storia,inglese,fisica,geografia astronomica
Area: umanistica
Sommario: La tematica scelta per lo svolgimento di questo percorso multidisciplinare è quella del viaggio, visto non solo dal punto di vista di una partenza fisica, ma analizzato nei suoi aspetti più poliedrici e dalle sue angolazioni più svariate. Il viaggio inteso come metafora della vita, il viaggio mentale, spirituale, fantastico, metafisico, letterario, ma anche il viaggio reale, quello che ha una partenza e una meta fisica, ma che ha anche delle cause. Ed è proprio questo il punto su cui la mia tesi si vuole soffermare: cosa spinge l'uomo a intraprendere il suo viaggio? Gli scopi sono variegati, ognuno ha il suo, ma c'è qualcosa che accomuna tutti I viaggiatori, metaforici o reali che siano: l'instabilità, l'incompletezza, il disagio. Ed è proprio da questa sensazione di disagio che scaturiscono I più grandi viaggi. Sarà il disagio della lontananza da casa che spingerà Ulisse a intraprendere il suo viaggio di ritorno, sarà lo smarrimento interiore a spingere Dante in un viaggio mistico di purificazione, è il disagio dei desideri irrisolti che ci fa sognare, come fu il disagio di una situazione di competizione con l'Urss che spinse gli Usa a dimostrare la loro superiorità con un grande viaggio, quello sulla luna. capitolo I:il mito di Ulisse IL MITO IN OMERO,DANTE,PASCOLI,DANNUNZIO E JOYCE. Esiste un’opera nella letteratura di tutti tempi che riassume – forse integralmente – i significati concreti e simbolici legati al tema del viaggio: l’Odissea di Omero. Il viaggio di Ulisse è un viaggio di ritorno dalla guerra di Troia alla sua nativa Itaca, la patria abbandonata e ritrovata insieme alla moglie Penelope ed al figlio Telemaco. Quindi il viaggio può essere considerato inizialmente nella sua circolarità (partenza, percorso, arrivo e recupero) ove emerge soprattutto la finalità ultima della meta, del raggiungimento di uno scopo (la ricongiunzione, la riconquista definitiva della stabilità attorno ai valori originari). Ma immediatamente, rileggendo attentamente la vicenda di Ulisse, si nota che il viaggio non può consistere solo nell’approdo al porto finale, ma piuttosto nel superamento di mille pericoli, ostacoli, prove e nella verifica di mille esperienze. Il viaggio diventa prova di conoscenza, nel senso più ampio del termine. Esso è lo stimolo naturale alla ricerca del nuovo, l’istintiva attrazione/repulsione per ciò che ci è estraneo,

…a proposito di donne.. arte, colore, calore, dolore, emozioni

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: ..a proposito di donne.. arte, colore, calore, dolore, emozioni
Autore: Eleonora Garbagni
Descrizione: Un percorso attraverso le immagini per arrivare allo stato puro dell’essere donna. Biografie, pensieri, opere e parole di cinque donne diverse per cultura, estrazione sociale e collocazione nel mondo ma simili nell’anima e sicuramente straordinarie.
Materie trattate: arte, filosofia, letteratura italiana, letteratura americana, musica
Area: umanistica
Sommario: “…Stavo sfogliando un libro d’arte e, per la prima volta, vidi l’immagine di un quadro di Frida Kahlo. Non avevo mai visto una sua opera, non la conoscevo, ignoravo la sua vita… L’impatto è stato violento e tenero allo stesso tempo (il nastro sulla bomba). Ho immaginato quanta sofferenza, sensibilità e intelligenza (oltre che ad un evidente talento) poteva possedere quella donna. Così ho incominciato ad informarmi, a leggere la sua biografia, vedere il film che le è stato dedicato, studiare le sue opere…ne è uscita proprio l’immagine che mi ero creata: quello di una donna sofferente, forte e fragile allo stesso tempo, passionale, innamorata… Credo che sia impossibile descriverla in poche righe… Ho incominciato a palesare l’idea di poter sviluppare la mia tesi su questa grande artista e, a mano a mano che concretizzavo la mia scelta, mi era inevitabile incominciare a pensare qualcosa che fosse tutto femminile. Quante grandi donne sono passate in questo secolo e quanto poco riscontro si da a loro! Offuscate da una concezione del mondo strettamente patriarcale, dove bisogna essere veramente eccellenti per poter emergere e dove bisogna soffrire di più per farsi spazio. Ho incontrato così altre grandi donne, ne ho letto le biografie, i romanzi, le poesie, le ho “ascoltate”… e mi sono accorta di quanto fosse ricco l’universo femminile. Ho scelto altri quattro personaggi: Sylvia Plath (poetessa- scrittrice), Simone Weil (filosofa), Billie Holiday (cantante) e Sibilla Aleramo (poetessa-scrittrice). Donne molto diverse per provenienza, estrazione sociale, condizioni economiche ma, allo stesso tempo molto simili. Ho incominciato a pensare cosa e quanto avessero in comune fra loro e, più le conoscevo, più mi veniva facile fare dei collegamenti, riscoprirmi come donna, soffrire e gioire con loro. Non volevo che la tesina diventasse un pro-forma, una costrizione… volevo portare qualcosa di mio, di “sentito”.”

Ciclicità e linearità tempo

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Ciclicità e linearità tempo
Autore: Michela Petrucci
Descrizione: con la tesina che segue si è voluto mettere in contrapposizione l’infinita ciclicità del tempo naturale e la breve linearità del tempo dell’uomo. su questa tematica sono stati ricercati e studiati autori, personaggi, opere e movimen
Materie trattate: geogr.astronomica, latino, italiano, storia, filosofia, psicologia, pedagogia, inglese,
Area: umanistica
Sommario: Con la tesina che segue si è voluto mettere in contrapposizione l'infinita ciclicità del tempo naturale e la breve linearità del tempo dell'uomo, la cui vita è suddivisa in diversi periodi di cui si è parlato specialmente in psicologia con le teorie sul ciclo di vita di E. Erikson. Queste età evolutive vengono viste come le stagioni della vita umana perché messe in relazione con le stagioni naturali che, però, a differenza dell'uomo, tornano sempre uguali nel tempo. La ciclicità del tempo naturale è osservabile nel succedersi delle stagioni: quattro periodi caratterizzati da mutamenti delle condizione di illuminazione e riscaldamento della superficie terrestre; ciò è causato dal fatto che la Terra compie un moto di rivoluzione intorno al Sole, secondo le tre Leggi di Keplero. Così come una stagione sfuma nell'altra, così lo stato d'animo dell'uomo si modifica, come nel caso delle odi di Orazio, il quale mette in evidenza la fugacità della vita umana in relazione all'eternità della vita naturale. La tematica del tempo è molto cara a questo autore latino che invita l'uomo a vivere giorno dopo giorno senza preoccuparsi del domani, che non è lecito conoscere, e godendo le gioie della giovinezza resa dalla descrizione del paesaggio primaverile. …………

Il clima culturale di fine ‘800

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il clima culturale di fine '800
Autore: Giulia Fini
Descrizione: si presenta il clima culturale di fine ottocento partendo dalla situazione europea fino ad arrivare a quella italiana. viene analizzata la rivoluzione impressionista che nacque in francia negli anni ’70 e che influenzò i successivi sviluppi dell
Materie trattate: storia dell\’arte, filosofia, letteratura italiana, storia
Area: umanistica
Sommario: Il gruppo degli impressionisti, che rifiutava la pittura accademica e tendeva verso una pittura naturalistica e realistica, fu sempre rifiutato dai Salon, esposizione annuale istituzionale che costituiva all'epoca la più importante rassegna d'arte, per l'apporto rivoluzionario delle loro opere sia per quanto riguarda i temi (dai cafè e le ballerine di Degas alla folla dei boulevards parigini e le locomotive di Monet) che per quanto riguarda la tecnica pittorica. Il gruppo impressionista nacque come movimento di rinnovamento sostanzialmente tecnico influenzato sia dalla fotografia (che muoveva i suoi primi passi proprio in quel periodo) sia dalle teorie scientifiche della luce del chimico Chevreul. La loro prima mostra fu organizzata nel 1874 nello studio del fotografo Nadar, nella quale venne esposto il quadro che diede il nome all'intero gruppo: "Impressione: levar del sole" di Claude Monet: il critico Louis Leroy accolse con sarcasmo il titolo e la tecnica del dipinto, attaccando il carattere di approssimazione e indeterminatezza della tecnica pittorica, e usò il titolo della tela stessa per definire questo gruppo di artisti, con disprezzo, école impressioniste. Ma questa definizione piacque tanto agli artisti che se ne appropriarono. In questo quadro ci sono già molti degli elementi caratteristici della pittura impressionista: la luce è la vera protagonista, il colore è steso a tocchi e macchie e la sensazione visiva fa a meno della definizione degli oggetti e delle forme; la sensazione, o meglio l'impressione, suscitata dalla visione del quadro è data dalla sintesi di luce e di colore. Ed è una sintesi che si basa sulla percezione istantanea: riguarda un attimo fuggente, un istante dopo la visione può essere già diversa, perché la luce è cambiata e, con sé, anche la tonalità di colore che essa diffonde nell'atmosfera.
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Il mito e il simbolo nell’opera di Cesare Pavese

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il mito e il simbolo nell'opera di cesare pavese
Autore: Isabella Bossolino
Descrizione: analisi della funzione del mito (principalmente greco, ma non solo) e dell'utilizzo del simbolo nelle opere poetiche e prosastiche di c. pavese, con riferimenti alla psicologia e all'antropologia.
Materie trattate: letteratura italiana
Area: umanistica
Sommario: Nell'opera del grande Cesare Pavese è possibile individuare frequentemente, quasi continuamente, riferimenti più o meno espliciti alla mitologia: i lavori da lui composti, infatti, traboccano di simboli e immagini che il lettore attento può facilmente ricondurre alla sfera mitica. La riflessione sul mito, perciò, è una componente fondamentale del pensiero pavesiano. Gli studi che sono alla base di questa concezione dell'utilità del mito sono diversi: dalla meditazione sul Vico agli studi di etnologia e antropologia fino a un certo interesse per l'irrazionalismo decadente. In particolare, è evidente lo studio delle teorie junghiane sull'inconscio: infatti, particolarmente significativa per la comprensione delle opere di Pavese è l'idea del mito come espressione dell'inconscio collettivo, grande scoperta dello psicanalista svizzero. Egli infatti afferma: "I miti sono, originariamente, rivelazioni dell'anima pre-cosciente, involontarie testimonianze di processi psichici inconsci e tutt'altro che allegorie di processi fisici. Allegorie di questo genere non sarebbero che giuochi oziosi di un intelletto non scientifico. I miti, invece, hanno un significato vitale. Essi non esprimono soltanto, ma sono essi stessi a costituire la vita psichica della tribù primitiva che si disgrega e tramonta, non appena viene a perdere la sua eredità mitica, come un uomo che perda la propria anima". Il patrimonio mitico, dunque, ha una funzione fondamentale perché esprime in maniera universale e definitiva la storia e l'esistenza umana, rendendola immortale e incancellabile. Lo scrittore di Santo Stefano Belbo, infatti, elaborò a partire da queste considerazioni una idea-base secondo la quale "in noi, in un aurorale contatto col mondo, si creano miti, simboli, che assurgono a significazione delle cose, irrazionale ma definitiva e determinante per il futuro: una sorta di memoria del sangue" (Salvatore Guglielmino, Guida al Novecento). Lo stesso Pavese afferma in Feria d'agosto, dunque, che il mito è qualcosa fatto "una volta per tutte, che perciò si riempie di significati e sempre se ne andrà riempiendo, in grazia appunto della sua fissità non più realistica […] Per questo esso avviene sempre alle origini, come nell'infanzia: è fuori del tempo". Il compito dell'artista, quindi, sta, secondo lui, nell'escavazione di questo fondo mitico, primigenio e irrazionale, nel recupero dei suoi momenti esemplari, nel dare forma, parola a tutto ciò.

La notte

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La notte
Autore: Paola Agosta
Descrizione: paradossalmente possiamo attribuire alla notte mille colori,mille sfumature…ecco, io ho cercato di fare proprio questo…ho cercato di analizzare la notte sotto tutti i punti di vista,la notte vista in modo strettamente fisico,vista come momento fondame
Materie trattate: italiano,latino,greco,inglese,arte,astronomia,storia
Area: umanistica
Sommario: LA NOTTE ASTRONOMIA: L'alternarsi del dì e della notte GRECO: La notte tormentata di Medea in Apollonio Rodio LATINO: La notte di Didone nell'Eneide e nella Metamorfosi di Apuleio ARTE: La notte stellata di Vincent Van Gogh ITALIANO: Il romanticismo INGLESE: Il Romanticismo inglese e P.B. Shelley STORIA: La notte dei cristalli e la notte dei lunghi coltelli nel nazismo LA NOTTE INTRODUZIONE: La Notte vista dal punto fisico e la Notte vista come momento fondamentale della giornata a cui artisti, personaggi storici, letterati si sono ispirati… La Notte vista nella sua pienezza insomma…sotto tutti i punti di vista; sia fisici che semantici… << notte scura…notte senza la sera… notte impotente…notte guerriera… >>
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Krakatoa, la furia della terra

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Krakatoa, la furia della terra
Autore: Francesco Rigodanza
Descrizione: studio sulle devastante eruzione del krakatoa nell'agosto 1883 e sui suoi effetti a livello globale e locale
Materie trattate: scienze della terra, storia dell\’arte, storia
Area: scientifica
Sommario: Krakatoa, "L'isola dalla montagna a punta" Il Krakatoa era uno stratovulcano situato sull'isola di Rakata, nel mezzo delle stretto della Sonda che divide l'isola di Giava con quella di Sumatra, nell'attuale Indonesia. La sua presenza sulla terra rimase a lungo ignorata fino al tragico 28 agosto 1883, quando, dopo una lunga eruzione di tipo pliniano, esplose con una potenza di 200 megatoni, pari a 15.000 bombe atomiche, lanciando in aria 25.000 metri cubi di roccia all'altezza massima di 38 km e uccidendo 37.000 persone tra indigeni e coloni olandesi. La sua violenza e lo sviluppo delle tecnologie di comunicazioni fecero diventare ben presto il Krakatoa, il più famoso vulcano dell'età moderna. Prima del 1883 era composto da 3 coni, Rakata, Danan e Perboetawan. Ora è rimasta una parte del Rakata e dove si trovava Danan, è nato Anak Krakatoa (il figlio del Krakatoa). LA CULLA DEL FUOCO L'Isola di Rakata su cui una volta sorgeva imponente il Krakatoa, si trova, come già detto, a soli 50 chilometri dalla costa di Giava, lembo di terra, generato completamente da colate laviche e da forti eruzioni esplosive. L'isola indonesiana ha infatti la più alta densità di vulcani in piena attività (21) tra cui ricordiamo oltre al Krakatoa, il Tambora, che nel 1815 sparò nell'aria 90 chilometri cubi di polveri, provocando il famoso "anno senza estate" del 1816 (a Londra nevicò a luglio e la temperatura globale si abbassò di 1-2 gradi).
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La sessualità

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La sessualità
Autore: Dionisio Rainone
Descrizione: quello della tesina è un argomento topico presente in molti autori della letteratura italiana, latina, greca ed anche inglese ed è stato opportuno operare innanzitutto una selezione degli autori preferendo quelli più emblematici. ho dato molto pi
Materie trattate: italiano, latino, greco, storia, filosofia
Area: umanistica
Sommario: Per sessualità si intende l'attività sessuale dell'essere umano, considerata non solo nel suo particolare aspetto biologico, ma anche in quello psicologico, sociale, culturale. La parola primitiva da cui deriva è il termine « sesso » che può avere diverse etimologie: • Dal lat. Sexus/secus, che deriva a sua volta dal termine greco "texos", "procreato" dal verbo in radice tak- "fabbricare" • Dal lat. Texere "tessere" • Dal gr. exisâ†'sexis "stato, condizione" • Dal lat. Secare "separare" (a indicare la separazione, la diversificazione uomo â€" donna) Grammaticalmente il termine sessualità ha vari sinonimi, ma quello più importante a livello umanistico è il termine "erotismo". Dal nome del dio greco dell'amore Eros, immaginato originariamente come simbolo della coesione interna dell'universo e della forza attrattiva che spinge gli elementi della natura ad unirsi tra loro, fu usato per la prima volta in filosofia da Platone che nel Simposio lo descrive come un demone sempre inquieto e scontento. Secondo Platone infatti Eros era figlio di Pòros (Abbondanza) e Penìa (Povertà): la filosofia intesa come eros è dunque essenzialmente amore ascensivo, che aspira alla verità assoluta e disinteressata (ecco la sua abbondanza); ma al contempo è costretta a vagare nelle tenebre dell'ignoranza (la sua povertà). Eros rappresenta così la ricerca di completezza che causa l'amore e le mille astuzie a cui sono pronti gli amanti per raggiungere i loro scopi amorosi. In chiave prettamente filosofica, la natura ingegnosa di Eros lo porta ad essere via verso la filosofia attraverso la mania erotica. Discernendo da qualsiasi valore filosofico, e concentrandoci su quello che è poi il significato puramente edonistico del "praticare l'amore" è d'obbligo citare l'opera più importante della letteratura sanscrita sull'amore, ossia il Kama Sutra, scritto dall'indiano Vatsyayana tra il I e il IV secolo d.C. L'opera, che consta di 35 capitoli, non è, come si pensa, un semplice manuale dove sono elencate 68 posizioni sessuali: nell'economia del libro esse rappresentano solo il 20%. Il resto è una guida su come essere un buon cittadino e parla delle relazioni fra uomini e donne. Il Kama Sutra descrive il fare l'amore come un'unione divina. Vatsyayana credeva che il sesso in sé non fosse sbagliato, a meno che non lo si facesse frivolmente. Il Kama Sutra ha aiutato le persone a godere dell'arte del sesso in maniera più profonda e può essere considerato una guida tecnica al godimento sessuale, oltre a provvedere ad una descrizione dei costumi e delle pratiche sessuali dell'India di quei tempi. Il Kama (in sanscrito piacere o benessere) non è infatti percepito come un peccato, ma è uno dei quattro scopi della vita (purushartha).

Kandinskij

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Kandinskij
Autore: Isabella Zetti
Descrizione: partendo dalla figura del pittore kandinskij, fondatore dell’astrattismo, analizzo la situazione di arte e artisti nella germania nazista, soffermandomi in particolare sull’esibizione dell’”entartete kunst” (“arte d
Materie trattate: storia dell\’arte, storia, italiano, francese, fisica
Area: umanistica
Sommario: Partendo dalla figura del pittore Kandinskij, fondatore dell'astrattismo, analizzerò la situazione di arte e artisti nella Germania nazista, soffermandomi in particolare sull'esibizione dell'"Entartete Kunst" ("Arte degenerata"). Dopo aver esposto il concetto di arte affermato dall'ideologia del Terzo Reich, tratterò invece la concezione che Kandinskij aveva dell'arte e del suo stretto rapporto con la musica, partendo dal dipinto "Mosca I". Infine approfondirò la visione "sinestetica" dell'artista russo, illustrando come l'utilizzo della sinestesia sia diffuso anche in altri campi, come quello della letteratura. Cenni biografici Wassilij Vasil'evic Kandinskij nasce a Mosca nel 1866, nella Russia zarista, ma nel 1896, dopo aver scoperto la sua vocazione artistica, decide di trasferirsi a Monaco, uno dei centri culturali più sviluppati. Qui ha l'occasione di entrare in contatto con altri pittori come Paul Klee e con il gruppo impressionista Die Brucke. Il 1910 è una data importante per la maturazione artistica del pittore: egli realizza il Primo acquerello astratto: si tratta del primo dipinto in cui l'autore si propone di non rappresentare nulla di "oggettivo". Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, si ritira in Svizzera, per poi ritornare in Germania a guerra terminata. Qui, prima a Weimar e poi a Berlino, parteciperà alla vita del Bauhaus, una delle prime scuole di arte moderna. Questa organizzazione formava gli allievi con un metodo didattico rivoluzionario, aprendo gli insegnamenti a tutti i campi dell'espressione artistica e unendo strettamente la pratica e la teoria. Nel 1933 il Bauhaus è costretto a chiudere per volere del regime nazista, affermatosi in quegli anni con la salita al potere di Hitler. Kandinskij si trasferisce in Francia mentre in Germania sue diverse opere vengono messe al bando. Egli morirà il 13 dicembre del 1944 a Neuilly-sur-Seine, nei pressi di Parigi. La sorte di arte e artisti durante il Terzo Reich Nel 1933 il partito nazionalsocialista prende il potere in Germania, quando Hitler viene nominato cancelliere da Hindenburg. Anche il mondo dell'arte risentirà profondamente di questa svolta decisiva, infatti il Fuhrer farà della cultura un efficace mezzo di propaganda da assoggettare alle esigenze del regime.
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La relatività del tempo

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La relatività del tempo
Autore: Giuliana Galati
Descrizione: esiste un tempo assoluto? l'idea di un tempo che scorre immutabile sempre alla stessa velocità vacilla sia in campo scientifico che in ambito letterario. in realtà, infatti, il tempo è relativo…
Materie trattate: geografia astronomica, fisica, filosofia, letteratura italiana,lett. inglese,arte,latino,storia
Area: scientifica
Sommario: Lo scorrere del tempo, testimoniato dal continuo muoversi in avanti delle lancette dei nostri orologi, ci appare come qualcosa di normale. Eppure il tempo non è sempre esistito, né scorre alla stessa velocità per tutti gli esseri viventi su questo pianeta. Ad esempio per una mosca il tempo scorre molto più velocemente rispetto al nostro e, se potessimo osservare le azioni di una persona attraverso gli occhi di una mosca, vedremmo tutti i movimenti come al rallentatore: è per questo che la mosca sembra prevedere quando stiamo per colpirla e riesce quasi sempre a volare via in tempo. Nel corso della storia il modo di concepire il tempo è mutato radicalmente. Oggi siamo abituati a pensare il tempo come lineare, ma non per tutti i popoli è stato così. Nelle civiltà greche e romane, ad esempio, il tempo era vissuto come ritmica successione delle fasi in cui si svolge il divenire nella natura. Tale concezione è propria delle civiltà contadine, nelle quali è il susseguirsi delle stagioni a scandire il tempo. La concezione del tempo come lineare fu introdotta dalla Bibbia, nella quale si descrive un tempo che procede a senso unico e lo svolgimento storico dell'umanità diventa quindi irreversibile, senza possibilità di ritorno. Di fronte alla relatività del modo di percepire il tempo, ci rassicuriamo guardando le lancette dei nostri orologi correre sicure, sempre con lo stesso ritmo e, magari ci culliamo nell'idea che, al di là delle diverse culture, dal punto di vista scientifico il tempo sia uguale per tutti, ovunque. Con l'avvento delle equazioni di Maxwell, delle trasformazioni di Lorentz e infine della teoria della relatività di Einstein venne meno il concetto, fino al 1900 dato per scontato, di tempo assoluto, cioè di un tempo che scorre immutabile e indifferente, identico in tutti i sistemi di riferimento. Si prenda, come esempio lampante delle conseguenze delle scoperte di Einstein, il paradosso dei due gemelli: uno dei due parte su un'astronave che viaggia ad una velocità prossima alla velocità della luce, mentre l'altro rimane sulla Terra. Al ritorno, il gemello rimasto a Terra risulterà più vecchio del gemello astronauta. Einstein ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi pensatori della sua epoca, tra cui il filosofo francese Henri Bergson, che nel saggio "Durata e simultaneità" attribuiva una maggiore importanza agli stati di coscienza, piuttosto che al tempo spazializzato della fisica. Secondo Bergson, non esistono singoli istanti, ma un loro continuo fluire non scomponibile. I singoli istanti sono vissuti nella loro durata reale nella coscienza di ognuno, dove gli stati psichici non si succedono, ma convivono. Diverso è quindi il tempo della scienza da quello reale che ciascuno di noi vive nella propria coscienza. Questa concezione influenzò molto gli scrittori del Novecento come Virginia Woolf, James Joyce e, in Italia, Italo Svevo con il romanzo "La coscienza di Zeno". Prima di questi autori, però, Lawrence Sterne aveva anticipato le teorie sulla relatività del tempo e la differenza tra il tempo oggettivo e quello soggettivo, scrivendo un romanzo completamente innovativo: "The life and opinions of Tristram Shandy, gentleman". Le teorie di Einstein influenzarono non solo filosofie e scrittori, ma anche il pittore spagnolo Salvador Dalì, che nel dipinto "La persistenza della memoria" diede una interpretazione figurativa della dissoluzione dell'idea di tempo assoluto. Bergson invece influenzò la corrente artistica del Futurismo, nel cui manifesto si dichiara che lo scopo dei futuristi è rappresentare i soggetti in modo dinamico. Da Bergson i futuristi riprendono l'idea che la realtà sia un continuo fluire di elementi spazio-temporali e tentano perciò di creare in pittura e scultura la nuova realtà, data dalle sensazioni della velocità, del dinamismo e della simultaneità prodotte dalle nuove tecnologie. Al contrario, per i poeti latini Orazio e Seneca il tempo ha unicamente la valenza del presente. "Carpe Diem" è l'imperativo che regola la vita, dato che, nella realtà quotidiana, il tempo si offre a noi sotto un unico aspetto: quello del presente, in cui si gioca, attraverso le nostre scelte, la nostra felicità: «Dum loquimur fugerit invida aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.» Il presente è però fugace e breve, si sgretola rapidamente nel nulla, come riflette Seneca nell'opera "De brevitate vitae", giungendo alla conclusione che solo per chi sa amministrarlo, il tempo diventa invece un bene duraturo e tangibile: in un passo dell'opera, Seneca, infatti, introduce l'equazione tempo = denaro, che verrà poi ripresa da Benjamin Franklin nel noto aforisma «Il tempo è denaro», che compare nella sua opera "Suggerimenti necessari per quanti desiderano diventare ricchi" del 1736. E' questa l'epoca in cui, come indica l'aforisma, il sempre maggior sviluppo dell'urbanizzazione e il conseguente mutamento delle strutture sociali e produttive, rendono necessario azzerare la relatività del tempo, misurarlo in modo sempre più preciso e produttivo. Gli orologi si evolvono: non più dotati soltanto della lancetta delle ore, raggiungono livelli di raffinatezza tecnologica mai richiesti in passato. Ed ecco che tra la fine dell'800 e l'inizio del "900, l'equazione tempo = denaro viene messa in pratica nella teoria dell'organizzazione scientifica del lavoro promossa da F.W. Taylor, poi applicata da H. Ford nelle sue industrie, dove il tempo richiesto per svolgere ogni movimento viene cronometrato con precisione per produrre nel modo più rapido il maggior numero di oggetti. Dalla seconda metà del Novecento al Duemila l'uomo frantuma il tempo utilizzandone ogni attimo e dominandolo: riuscirà a renderlo così relativo da attraversarlo viaggiando tra il passato e futuro?
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L’emancipazione femminile

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: L'emancipazione femminile
Autore: Sonia Ferraris
Descrizione: la tesina è incentrata sui pregiudizi che le donne continuano a subire da secoli e su alcuni esempi di grandi figure femminili che hanno lottato per emanciparsi in vari campi: storico, letterario, scientifico e artistico.
Materie trattate: storia, inglese, matematica, fisica, latino, storia dell\’arte
Area: umanistica
Sommario: Premessa generale Dopo aver evidenziato vari pregiudizi che le donne hanno dovuto e continuano subire e la lotta per il superamento di tali iniquità, ho preso in considerazione solo alcune delle grandi figure femminili che hanno lasciato la loro impronta nella storia per il coraggio con cui hanno saputo superare ogni ostacolo e raggiungere obbiettivi prima di allora impensabili. Ho scelto questo argomento perché ritengo che sia un tema tuttora attuale, ma che ha radici assai lontane riconducibili alle prime civiltà. La donna nelle società tradizionali Alcuni studiosi sostengono che la scoperta in Europa e nel Vicino Oriente di statue di pietra risalenti al Paleolitico raffiguranti divinità femminili potrebbe significare che le società primitive fossero basate sul matriarcato; tutte le società di cui siamo a conoscenza furono però patriarcali. La credenza secondo cui le donne erano naturalmente più deboli e inferiori agli uomini fu rafforzata dalle religioni. Nella Bibbia, ad esempio, Dio pone Eva sotto l'autorità di Adamo e san Paolo esorta le donne a obbedire ai propri mariti; anche nella tradizione induista si considera virtuosa la donna che venera il proprio marito. In quasi tutte le società tradizionali le donne furono discriminate; la loro istruzione fu finalizzata all'apprendimento di abilità domestiche e non ebbero accesso a nessuna posizione di potere. Il matrimonio fu quasi sempre considerato un mezzo necessario per garantire alla donna sostegno e protezione. Nel diritto romano, che influenzò il successivo diritto occidentale, marito e moglie erano ad esempio considerati un'unità, nel senso che la moglie era un vero e proprio possesso del marito; in quanto tale, la donna non godeva del controllo giuridico della sua persona, dei suoi figli, delle sue terre o dei suoi averi. Anche durante il Medioevo, il diritto feudale prevedeva che la terra si tramandasse per discendenza maschile. Le eccezioni dell'antica Babilonia e dell'antico Egitto, dove le donne godettero dei diritti di proprietà, e di Sparta, nella cui economia svolsero un importante ruolo, furono dunque fenomeni isolati. Movimento femminista Introduzione Il movimento femminista indica l'insieme dei movimenti sviluppatisi a partire dagli ultimi anni del XVIII secolo in Europa con il fine di conseguire l'eguaglianza politica, sociale, economica e giuridica tra uomini e donne. Diversi tra loro per analisi teoriche, pratiche politiche e obiettivi, questi movimenti crearono le condizioni per un inedito protagonismo delle donne e influirono profondamente sulla cultura e sui costumi delle società occidentali.
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La scuola nel periodo fascista

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La scuola nel periodo fascista
Autore: Francesca Nonnis
Descrizione: Analisi della fascistizzazione delle masse operata dal regime fascista in Italia nel periodo fra le due guerre mondiali attraverso l’istituzione scolastica.
Materie trattate: ho preferito fare un discorso unico sull’argomeno che ho scelto piuttosto che cercare di fare colleg
Area: umanistica
Sommario: Ho scelto di parlare della scuola nel periodo del fascismo perché diversi documenti che appartengono alla mia famiglia hanno suscitato in me interesse e curiosità. Mi sono subito resa conto che per capire come funzionava la scuola durante il fascismo non si può prescindere dal contesto politico e sociale di quel periodo. Ecco quindi, in estrema sintesi, gli aspetti fondamentali che hanno determinato la storia italiana nel cosiddetto "ventennio". Negli anni venti Benito Mussolini diede inizio in Italia ad un sistema politico di genere nuovo "il fascismo". Fu un fenomeno originariamente italiano anche se in tutto il continente europeo, nella situazione di grave crisi economica, politica e sociale provocata dal conflitto, vi fu una diffusa tendenza verso l'affermazione di regimi autoritari che presentava tratti comuni e che aveva cause analoghe con il fascismo. In Italia, con il suo discorso alla camera, il 3 gennaio 1925, Benito Mussolini annunciò la riforma dello Stato: inizia la dittatura fascista. Lo stato italiano fascista ha come elementi costitutivi: · Unica ideologia: il fascismo; · Unico partito: il Partito Nazionale Fascista; · Il duce: guida infallibile a cui si deve obbedienza cieca; · La fascistizzazione delle masse: per fare degli italiani una nazione animata da un'unica fede. L'arte, la letteratura, il cinema, la radio, l'architettura e la scuola operano in vista di questo fine. La società tutta e ciascun individuo sono inquadrati dal regime fin dalla nascita. Per meglio coinvolgere e controllare le masse, nel 1926 fu soppressa la libertà di stampa e venne istituita la censura; i mezzi di comunicazione quali la radio e il cinema furono utilizzati per esaltare la figura del duce ed il fascismo. Tornando quindi al tema da noi proposto e considerando il fatto che la pedagogia (e quindi il sistema educativo) non può prescindere da una visione del mondo che solo la filosofia può offrire, ci sembra opportuno soffermarci sulla figura che tanta parte ebbe nella politica culturale del regime e che affidò allo stesso la riforma della scuola che da lui prese il nome: Giovanni Gentile.

L’esplorazione del “se”

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: L’esplorazione del “se”
Autore: Marco Piccardo
Descrizione: La tesina tratta l’idea di universo parallelo sotto più punti di vista: scientificamente, attraverso la teoria di Everett sul multiverso; storicamente, analizzando il concetto di ucronia (storia alternativa) e portando l’esempio del romanzo “La svastica
Materie trattate: fisica, storia, letteratura italiana
Area: umanistica
Sommario: Presentazione L’esplorazione del “se” è da intendersi come analisi e presa in considerazione di un’alternativa possibile che può realizzarsi. L’idea degli universi paralleli è strettamente legata ai concetti di possibilità e scelta. Ho voluto analizzare in questo percorso: il punto di vista scientifico attraverso una teoria sul multiverso; il concetto di ucronia, genere narrativo che immagina eventi storici ipoteticamente possibili; una visione letteraria dell’argomento, prendendo spunto da un romanzo che sviluppa in 10 incipiti tutti gli universi narrativi. M.W.I. La Many Worlds Interpretation del fisico Hugh Everett ideata nel 1957 è una teoria che spiega in modo elegante e originale la connessione tra mondo quantistico caratterizzato da uno stato vago e indeterminato al mondo “reale” caratterizzato da uno stato netto e chiaro. La teoria non venne presa in considerazione dai fisici negli Anni ’60 ma è stata rivalutata recentemente. Infatti alcuni gruppi di ricercatori stanno ottenendo prime dimostrazioni: a Oxford si è riusciti a dare una base matematica valida alla teoria, mentre alcune recenti osservazioni astronomiche sono spiegabili con questa teoria. I proiettili che passano attraverso due fenditure si distribuiscono sullo schermo in due aree nettamente distinte. Un onda, passando attraverso le due fenditure, interferisce con se stessa e dà origine a una figura di interferenza poiché dove si incontrano un picco di massimo e di minimo l’onda si annulla (zona bianca). I fotoni essendo “sparati” uno alla volta dovrebbero comportarsi come i proiettili; in realtà danno sullo schermo una figura di interferenza simile a quella delle onde: quindi un fotone autointerferisce con se stesso e passa da entrambe le fenditure contemporaneamente. Il problema è che all’atto della misura vediamo che il fotone ha attraversato una determinata fenditura. Secondo la scuola di Copenhagen che rappresenta l’interpretazione “classica” della M.Q. all’atto della misurazione il fotone collassa in uno stato quantico in maniera probabilistica. La teoria di Everett si differenzia da quella classica perché ha natura deterministica: infatti ad ogni misurazione che comporta una biforcazione vi saranno due osservatori in due mondi diversi. Perciò entrambe le possibilità si realizzano. L’entanglement è un fenomeno fisico di correlazione di particelle a distanza. Modificando un fotone entagled anche l’altro associato subirà una modifica istantanea: non importa a che distanza si trovi (ciò va contro la Teoria della Relatività che considera massima la velocità della luce: tuttavia vi sono verifiche sperimentali).

Stanley Kubrick

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Stanley kubrick
Autore: Domenico De stefano
Descrizione: La mia tesina si sviluppa prendendo come centro unificatore Stanley Kubrick, un regista che può essere definito ellenistico, non tanto per il canone della brevitas in quanto i suoi film sono alquanto lunghi, ma per i canoni della polyedeia( varietas) e d
Materie trattate: greco, latino, italiano, storia, filosofia, matematica, fisica, geografia astronomica, inglese
Area: umanistica
Sommario: Stanley Kubrick è considerato a tutt’oggi uno dei più importanti registi del XX secolo, specie per la sua espressività lontana dai canoni hollywoodiani e la sua capacità quasi unica di esplorare la gran parte dello spettro dei generi, senza farsi dominare dalle convenzioni, ma anzi trasfigurandole. Malgrado i costi anche elevati che richiedevano i suoi film, ebbe in breve tempo carta bianca per tutte le fasi di lavorazione delle sue opere. Il senso estetico dei suoi film è però il risultato di un lavoro di integrazione fra diversi canali comunicativi: il contesto reale delle sue storie è infatti un tessuto di immagine e musica, elemento fondamentale per veicolare emozioni nello spettatore. In ogni pellicola il regista recupera ispirazioni dalla storia dell’arte di ogni secolo, da Jack Torrance abbandonato sulla sedia di lavoro che richiama Il sonno della ragione genera mostri di Goya, ai magistrali piani sequenza di Barry Lyndon, continue citazioni dei quadri inglesi tra il Cinquecento e il Seicento. La musica inoltre, elemento fondamentale, sottolinea in ogni film momenti particolari. Dal “Ludovico Van” di Alex che celebra la sua ultraviolenza, al candido swing della chiusura de Il dottor Stranamore che celebra con leggerezza la fine dell’essere umano imputabile alla sua stessa stupidità. Ogni momento costruito tra immagine e suono è una risata a denti stretti sulla convenzionalità, è un rasoio che seziona i comportamenti degli attanti svelando come dietro le grandi ideologie ci sia solo la bassa animalità dell’essere umano. Anche il tempo dell’azione è utilizzato da Kubrick come veicolo espressivo e fa parte di quel tessuto comunicativo che ha sperimentato in ogni suo film: le inquadrature sono spesso prolungate, esitanti, gli attori recitano in uno stato quasi ipnoide (evidenti gli esempi di 2001: Odissea nello spazio, Lolita, Shining, Eyes Wide Shut e, per certi versi, anche Arancia meccanica), lasciando lo spettatore libero di indugiare sulle singole componenti dell’immagine. Più che alla parola, Kubrick era interessato all’organizzazione spazio-temporale della narrazione, facendo perdere lo spettatore in una metacomunicazione continua. La curiosità suscitata da uno dei suoi massimi capolavori, 2001: Odissea nello spazio, è proprio dovuta al lavorìo di sottrazione che Kubrick vi dedicò: inizialmente il progetto originale prevedeva molti più dialoghi e scene decisamente più “didascaliche” (come la sequenza finale, in cui il feto astrale avrebbe dovuto distruggere un anello di bombe atomiche che circondavano la Terra), ma il regista lo “spolpò” gradualmente, creando un flusso di apparente non-comunicazione (l’Universo silenzioso e spettrale) nel quale lo spettatore potesse perdersi. Basti sapere che nella durata quasi interminabile del film, circa 3 ore, solo 40 minuti sono dialogati. Inoltre, grazie al suo estremo eclettismo, Kubrick riuscì a muoversi agilmente in ogni genere, innovandolo e arricchendolo.
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Vedere l’invisibile

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Vedere l’invisibile
Autore: Jacopo Canestri
Descrizione: Percorso filosofico e scientifico finalizzato a scoprire dei metodi che rendono possibile la conoscenza di ciò che sfugge alla sfera sensoriale: dei metodi che rendono VISIBILE l’INVISIBILE
Materie trattate: matematica, filosofia, letterature italiana e inglese, fisica, latino,geologia,storia dell’arte
Area: umanistica
Sommario: A prescindere da qualsiasi dottrina filosofica, il fatto che percepiamo il mondo e interagiamo con esso tramite i nostri sensi, è assodato. Fin dalla nascita i sensi sono il nostro unico strumento di ricerca e d' interpretazione. Fu Aristotele a classificare le percezioni del nostro corpo in cinque grandi sfere sensoriali ognuna che risiedeva in un organo ben preciso: il tatto nella pelle, il gusto nella bocca, l'olfatto nel naso, l'udito nell'orecchio e per ultimo il senso che sfruttiamo di più per rapportarci con l'esterno, la vista che risiede nell'occhio. Il verbo “io vedo” deriva direttamente dal verbo greco “oida”, traducibile come “io so”, il cui tema del participio è “id-“. Da quest'ultima coniugazione di “oida” si sono formati molti termini delle lingue modere tra cui la parola italiana “idea”, e la parola inglese “wit”, che significa intelligenza. La vista è il senso su cui facciamo maggior affidamento: non crediamo se non vediamo! Riteniamo la perdita della vista molto più penalizzante della perdita di un qualsiasi altro senso. Tutto ruota attorno al nostro occhio, un organo molto complesso e molto sensibile alla luce. Vedere significa infatti trasformare la radiazione luminosa in impulsi nervosi che il cervello può interpretare.Tutto ciò che è materiale, concreto e ha contatti con la realtà è facile da visualizzare. Basta aprire gli occhi. in|vi|sì|bi|le: agg., s.m., s.f. che sfugge alla percezione dei sensi perché escluso da qualsiasi configurazione materiale definizione dal vocabolario della lingua italiana I nostri cinque sensi sono dunque limitati. Aprire gli occhi solamente, tastare, assaggiare, annusare o aguzzare l'orecchio non sono azioni sufficienti per “scoprire” l'invisibile. Prima bisogna ideare un modo in grado di fornire una consistenza materiale al non-conoscibile, un espediente per renderlo familiare associandolo a qualcosa di facile comprensione ed effettuare così un vero e proprio transfert gnoseologico. In ausilio dei cinque sensi interviene così l'intelletto umano che riesce sempre in qualche modo a coniugare formalità e invisibilità usando svariate scorciatoie che attraversano tutti i campi della conoscenza, dalla letteratura alla scienza, dalla matematica all'arte, tutte convergenti ad un solo scopo: apprendere la realtà e la vera essenza delle cose siano esse visibili o invisibili.

Beyond The Wall

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Beyond the wall
Autore: Pierfrancesco Conte
Descrizione: Il ’68 può essere considerato un anno tra rivolta e rivoluzione: un anno che, pur fallendo dal punto di vista politico, ha radicalmente cambiato il modo di concepire la società, abbattendo i limiti dell’epoca e ponendosi oltre un muro fatto di pregiudiz
Materie trattate: storia, italiano, filosofia, inglese, cinema, musica, storia dell’arte, latino, geografia astronomic
Area: umanistica
Sommario: “Il 1968 è stato per molti versi un anno particolare, oserei dire unico e in un certo qual modo irripetibile, nel quale grandi movimenti di massa socialmente disomogenei (operai, studenti e gruppi etnici minoritari) e formati per aggregazione spesso spontanea, attraversarono quasi tutti i paesi del mondo con la loro carica contestativa e sembrarono far vacillare governi e sistemi politici in nome di una trasformazione radicale della società. La portata della partecipazione popolare e la sua notorietà, oltre allo svolgersi degli eventi in un tempo relativamente concentrato ed intenso, contribuirono ad identificare col nome dell’anno il movimento, il Sessantotto appunto. Se in tutto il mondo si torna a parlare del ’68, non è solo per celebrarne l’anniversario, ma anche per comprendere appieno gli effetti di quel periodo e l’eredità che ha lasciato. La contestazione di quell’anno fu il risultato di un malessere sociale profondo, accumulatosi negli anni ’60, dovuto al fatto che lo sviluppo economico (il cosiddetto boom economico) non era stato accompagnato da un adeguato aumento del livello sociale e di benessere delle classi più basse. E se ne torna a parlare forse anche per un’ inconscia vicinanza dei giorni nostri a quel periodo. Infatti, probabilmente, la grande depressione economica a livello mondiale che stiamo vivendo e le testimonianze delle anamnesi storiche che i sessantottini quotidianamente portano alla ribalta, fanno avvicinare inevitabilmente nell’immaginario collettivo e nella realtà sociale i due momenti storici. Il ’68 è stato un anno in cui è successo di tutto: un anno capace di concentrare eventi che bastano per un decennio. Tra le considerazioni generali su quell’anno: il movimento degli studenti fu davvero eccezionale e “globale”. Partì dal cuore dei paesi avanzati: gli Usa, e poi Germania, Italia, Francia, coinvolgendo università di periferia e capitali, studenti medi e giovani intellettuali. Si sviluppò, poi, in Spagna, nel cuore della dittatura fascista più importante e ancora dopo coinvolse i paesi socialisti, Jugoslavia, Polonia,e Cecoslovacchia (con la sua “primavera” di Praga). Finì per riguardare anche i paesi latino-americani, il Brasile, e poi il Messico (partendo dalla vicenda di piazza delle tre culture), in coincidenza con le Olimpiadi (memorabile la protesta dei Black Power). E non risparmiò il Giappone e la Corea. Il movimento di sommossa popolare che raggiunse la sua apoteosi nel ’68 cominciò a manifestarsi già durante la prima metà degli anni sessanta. Erano passati appena vent’anni dalla fine della seconda guerra mondiale e sul mondo si affacciava una generazione di adolescenti che stavano diventando adulti, ed erano tantissimi. Erano cresciuti nel benessere e la mite benevolenza, valori supremi in un mondo in cui nessuno metteva in dubbio la fede in un progresso senza limiti. C’era la guerra fredda in atto, ma mitigata dal disgelo avviato negli anni Cinquanta da ChruÅ¡??v. C’era una guerra vera, nel Vietnam, e una serie di miti rivoluzionari: Che Guevara e Mao Zedong. C’era anche, in quei giovani, una gran voglia di vivere, di impegnarsi, di sognare su come uscire dai confini del presente. Non volevano rassegnarsi ad una vita ipocrita, come quella che secondo loro facevano i genitori. I ragazzi si erano accorti che i loro padri, dopo aver fatto la Resistenza, dopo aver toccato con mano un mondo migliore, si erano rassegnati. Messa su famiglia, trovato un impiego (ai tempi a vita) hanno taciuto su quello che hanno fatto e sognato: e sono rimasti in silenzio perfino i veri eroi. I politici chiamati a guidare e risanare la società avevano paura delle derive irrazionali e così pensarono che il buon governo fosse solo la sicurezza materiale. E le università erano distanti dalla società, perché dovevano riprodurre un sapere che, dopo la follia del fascismo, si voleva verificabile, oggettivo, non in balia degli umori di chi stava fuori dal muro che proteggeva l’accademia dalle incursioni dei barbari. Nel campo occidentale ( Europa e Stati Uniti) un vasto schieramento di studenti e operai prese posizione contro l’ideologia dell’allora nuova società dei consumi, che proponeva il valore del denaro e del mercato nel mondo capitalista come punto centrale della vita sociale. I giovani si rendevano conto che il modo stava cambiando!”

Spieghiamo le vele con la scienza e la letteratura

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Spieghiamo le vele con la scienza e la letteratura
Autore: Francesco Laffi
Descrizione: L’idea per questa tesina nasce durante serate di lezioni in preparazione alla patente nautica che ho sostenuto quest’anno. Infatti mi accorsi che molti degli aspetti tecnici della navigazione e dell’imbarcazione si basano su presupposti scientifici che ne
Materie trattate: astronomia , meteorologia , operette morali , st coleridge
Area: scientifica
Sommario: Fin dalla preistoria l’uomo volse lo sguardo alle stelle per orientarsi nello spazio e nel tempo, riconoscendo in esse delle guide stabili e sicure. Tuttavia, la tecnica e gli strumenti antichi non permettevano di ricavare dall'osservazione della volta celeste un punto nave stimato, infatti "non esistono elementi in grado di attestare la pratica di una vera e propria navigazione astronomica nell’antichità, cioè una navigazione condotta con strumenti che consentissero di stabilire la posizione della nave in mare sulla base dei soli riferimenti astronomici." Gli antichi navigatori del mediterraneo usavano la volta celeste come una bussola, il cui ago era la Stella Polare, che forniva loro una direzione di riferimento fissa e facilmente individuabile. Le costellazioni fondamentali per la ‘ricerca della Polare' sono l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore, formate da stelle circumpolari, che quindi non scendono mai sotto la linea dell'orizzonte: "da questa constatazione è derivata l’immagine letteraria delle Orse che ?non si bagnano mai nell’Oceano?, come ricordano Omero nel passo riportato sopra (Odissea, V, 273-275) e Virgilio (Georgiche, 1, 246)." Con la definizione dei punti cardinali la Stella Polare acquista ulteriore importanza perché è quasi coincidente con il polo settentrionale celeste, è quindi un ottimo riferimento per il nord. Se con la successiva scoperta del campo magnetico terrestre e l'invenzione della bussola, strumento meno preciso ma più pratico, la Stella Polare non era più l'unico riferimento, parallelamente venivano sviluppate tecniche e strumenti che permettono una navigazione astronomica completa.
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La velocità

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La velocità
Autore: Francesco Cavrini
Descrizione: Analisi multidisciplinare sull’importanza della velocità nella cultura contemporanea, con brevi richiami al mondo latino ed alle scienze della Terra
Materie trattate: matematica, fisica, filosofia, latino, inglese, italiano, arte, fotografia, musica, storia, geografi
Area: umanistica
Sommario: Treni ad alta velocità, automobili che corrono ai 350 Km/h, reti internet ADSL, frenesia, sono solo alcuni esempi di quanto la nostra vita sia oggi connessa alla rapidità. Abbiamo di essa una duplice percezione: da un lato ci appare come un fenomeno meccanico connesso alla tecnologia che progredisce sempre più, dall’altro ci rendiamo conto che ne siamo profondamente influenzati e ci sembra quasi sia parte di noi. E’ da quest’ultima sensazione che ho preso spunto per la mia analisi, volta ad evidenziare quanto la velocità sia importante nella letteratura, nelle arti, nella filosofia, oltre che nelle discipline scientifiche. Velocità uguale spazio fratto tempo. Una definizione semplice che però mette in luce una relazione fondamentale: il concetto di velocità non è separabile da quelli di tempo e spazio. Un movimento rapido è connesso ad un tempo “alterato”, in letteratura così come in fisica. Con la rivoluzione relativistica di Einstein infatti il tempo e lo spazio vengono spodestati dal loro trono di “concetti assoluti” e cominciano a dipendere dalla velocità del sistema di riferimento. Sorte analoga per la massa, simbolo per eccellenza della materialità dei corpi. Einstein con la sua teoria fornisce una base scientifica al relativismo temporale, tema del resto già trattato da pensatori quali Seneca e Sant’Agostino. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il filosofo francese Bergson conduce una riflessione sulla questione del tempo giungendo a delle conclusioni che influenzano profondamente la cultura e le arti, come si può notare nell’opera Four Quartets del poeta americano T.S. Eliot. Ho in seguito rintracciato nell’avanguardia futurista il culmine dell’esaltazione della velocità. Parole in libertà, compenetrazione d’ambiente e oggetto, spazio-tempo alterato, distruzione della quadratura, fotodinamismi, immaginazione senza fili, aeropittura, dinamismo plastico, teatro totale; diverse espressioni della medesima ideologia: l’ideologia della velocità. Non sarebbe infatti erroneo affermare che i futuristi sono ebbri di velocità, rifacendosi alla nozione nietzscheana di ‘ebbrezza’, intrisa di profondo vitalismo. Musica e fotografia futuriste forniscono inoltre lo spunto per un confronto fra la ricerca dell’espressione della rapidità d’inizio Novecento e quella dei nostri tempi. Ma la velocità è un tema ricco di sfumature e se ne può rintracciare l’influenza anche in un ambito così apparentemente distante come la storia; la strategia della guerra lampo, attuata dal regime di Hitler nei primi anni della seconda guerra mondiale, è basata proprio sull’idea di condurre una rapida espansione dominatrice.

Mutagenesi ambientale

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Mutagenesi ambientale
Autore: Paolo Masoni
Descrizione: La seguente tesina ha l’intento di spiegare il concetto di mutagenesi in relazione all’odierno problema dell’inquinamento ambientale e le conseguenze che tale relazione ha nei confronti della salute umana. Verranno spiegati i caratteri fondamentali di que
Materie trattate: chimica, fisica, biologia, laboratori di ricerca
Area: scientifica
Sommario: Lo sviluppo dell’inquinamento terrestre e dell’emissione delle sostanze nocive e pericolose per l’uomo ha radici storiche che vanno di pari passo con lo sviluppo economico, industriale e tecnologico degli Stati del Mondo. Sono molti i periodi storici in cui si sono sviluppate innovazioni tecnologico-industriali con lo scopo di migliorare e di incrementare la produzione di beni utili all’uomo; ma a questo miglioramento non si accostò un efficiente controllo e monitoraggio da parte di equipe di scienziati delle conseguenze che dette tecnologie ebbero sulla salute umana. Questo limite fu dovuto in parte anche alla non-presenza, nei periodi che vanno dal XIX fino ai primi anni del XX secolo, di tesi e studi scientifici all’avanguardia in grado di spiegare e anche tentare di presentare efficaci rimedi per ridurre gli effetti che tali emissioni ebbero sulla popolazione. Per rispondere a tali esigenze, effettivamente importanti, si dovette aspettare l’inizio del Novecento, in cui la scienza in generale (ovvero tutti i suoi ambiti di studio: dalla fisica alla chimica, dall’ecologia alla biologia eccetera..) conobbe un grande periodo di sviluppo i cui “manifesti” più importanti sono: la nota teoria sulla relatività e l’effetto fotoelettrico di Einstein, lo studio delle onde elettromagnetiche di Guglielmo Marconi, gli studi sul nucleare di Enrico Fermi, la sintesi dell’aspirina, la sintesi dell’insulina derivanti dalle prime scoperte e applicazioni delle bio-tecnologie. La Mutagenesi Ambientale nasce all’inizio del 1900 con la scoperta delle leggi fondamentali della genetica moderna e con lo studio approfondito dei meccanismi e delle strutture genetiche. L’ispiratrice e la fondatrice di tutto il settore della ricerca sulla “mutagenesi chimica” prima, e della “mutagenesi ambientale” dopo, è stata indubbiamente Charlotte Auerbach, soprattutto negli anni in cui dirigeva la “Mutagenesis Research Unit” del Medical Research council presso l’Institute of Animal Genetics dell’Università di Edimburgo (Scozia), la prima istituzione scientifica di ricerca, riconosciuta a livello nazionale ed internazionale nel settore della mutagenesi teorica e sperimentale. Gli studi sulla mutagenesi ambientale hanno avuto un forte impulso nel periodo della Seconda Guerra mondiale, soprattutto in conseguenza alle consistenti emissioni di agenti nocivi derivanti dalle produzioni dell’industria pesante finalizzata allo scopo di costruire macchinari bellici. A partire dal 1965, avendo inoltre fatta molta attenzione ai pericoli genetici prodotti dalle radiazioni

De mediolano. Ricordi di letterati

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: De mediolano.ricordi di letterati
Autore: Giulia Onorato
Scuola: Liceo linguistico
Descrizione:L’Italia è un paese ricchissimo di città dal passato illustre, splendide e colte, ma quando si tratta di Milano questa città non viene quasi mai riconosciuta come “città bella”. Chi la conosce profondamente, invece ne ha un giudizio del tutto diverso, pur non tralasciando gli aspetti negativi presenti, del resto, in qualsiasi metropoli. Il capoluogo lombardo è certamente molto ricco, indubbiamente i suoi cittadini hanno il dono della laboriosità, dell’efficienza e dell’originalità in diverse attività. Ma è anche una città bella. Di una bellezza elegante, non vistosa, addirittura aristocratica. Se si percorrono le vie dei cosiddetti “quartieri alti” si ammirano palazzi splendidi, ricchi di cortili addirittura fastosi. Bisogna ricordare che il cittadino più illustre è forse Ambrogio, il patrono della città, che è tutt’ora celebrato il 7 dicembre, giorno in cui si inaugura la stagione lirica alla Scala, celebre teatro, che a tutt’ oggi ospita rappresentazioni di livello internazionale.
Materie trattate: latino, italiano (Manzoni), francese (Stendhal), inglese (Dickens)
Area: umanistica
Sommario: Introduzione L’Italia è un paese ricchissimo di città dal passato illustre, splendide e colte, ma quando si tratta di Milano questa città non viene quasi mai riconosciuta come "città bella". Chi la conosce profondamente, invece ne ha un giudizio del tutto diverso, pur non tralasciando gli aspetti negativi presenti, del resto, in qualsiasi metropoli. Il capoluogo lombardo è certamente molto ricco, indubbiamente i suoi cittadini hanno il dono della laboriosità, dell’efficienza e dell’originalità in diverse attività. Ma è anche una città bella. Di una bellezza elegante, non vistosa, addirittura aristocratica. Se si percorrono le vie dei cosiddetti "quartieri alti" si ammirano palazzi splendidi, ricchi di cortili addirittura fastosi. Bisogna ricordare che il cittadino più illustre è forse Ambrogio, il patrono della città, che è tutt’ora celebrato il 7 dicembre, giorno in cui si inaugura la stagione lirica alla Scala, celebre teatro, che a tutt’ oggi ospita rappresentazioni di livello internazionale. Questa città è sempre stata centro di cultura, teatro di importanti dibattiti, culla di movimenti artistici. Tra gli illustri letterati ed artisti che vi sono vissuti o vi hanno soggiornato, tra fine "700 e inizio "800, si ricordano due grandi letterati italiani, Foscolo e Manzoni. In alcune delle loro opere maggiori, Milano fa da scenario alle vicende narrate. Nel romanzo, considerato come il romanzo storico d’eccellenza, I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ritroviamo Milano come teatro di scontri ed insurrezioni nel periodo seicentesco. In Foscolo ricordiamo l’episodio dell’accesa discussione tra Parini e Ortis, nel suo romanzo epistolare, sullo sfondo di una città in epoca neoclassica e romantica. Anche gli artisti stranieri non rimasero impassibili davanti a questa città. Ricordiamo Stendhal o meglio Henri Beyle, che si sentiva milanese nel cuore e si rispecchiava negli abitanti milanesi; partecipava sovente alla vita dei salotti prendendo parte alle rappresentazioni del Teatro alla Scala. Mentre Stendhal rimase immediatamente affascinato da Milano, il celebre autore inglese Dickens non provò subito le stesse emozioni, dapprima descrivendo Milano ironicamente, poi apprezzandola per l’arte e i costumi dell’epoca. Origini di Milano â€" Cenni storici
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Dr House Medical Division

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Dr house medical division
Autore: Federica Tiraboschi
Descrizione: con la tesina di maturità ho voluto delineare la figura del dr house, protagonista di una nota serie televisiva, con riferimento alle analogie che lo stesso presenta in relazione alle correnti artistiche e letterarie dell’ ottocento. in particol
Materie trattate: italiano, inglese, arte, filosofia
Area: umanistica
Sommario: Tra le moltissime serie TV che spopolano in questo periodo ce ne sono alcune il cui successo è ormai appurato e indiscutibile; tra queste sicuramente possiamo annoverare tutti i serial americani a sfondo "medicoâ€"sanitario", ossia serial come \"Grey's Anatomy\" o \"E.R\", che per molto tempo hanno appassionato fan italiani e di tutto il mondo. Tra questi c'è anche Dr. House â€" Medical Division. Dr. House â€" Medical Division (House, M.D.) è una serie televisiva statunitense del 2004 ambientata nel reparto di clinica medica dell'ospedale universitario fittizio Princeton-Plainsboro Teaching Hospital, situato nel New Jersey. La serie è incentrata sulle vicende di un'equipe di diagnostica medica guidata dal Dr. Gregory House. Chi è dr. House? Dr. House, interpretato da Hugh Laurie, è un medico privo di tatto, con metodi poco ortodossi, scontroso con i colleghi, con i suoi pazienti e anche con i suoi pochi amici. «Ẻ un dissacratore della morale, un trasgressore della legalità. House non riconosce nessuna autorità: è un anarchico logico, un epistemologico ed etico» Anticonformista, irriverente, intrattabile e misantropo. Un sovvertitore di qualsiasi rappresentazione tradizionale dell'eroe, ma anche più semplicemente del medico. Infatti dr. House è soprattutto un ottimo medico, eccellente con un naturale senso clinico che gli hanno procurato nel suo ambiente un grande rispetto.
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Matematica : non solo numeri

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Matematica : non solo numeri
Autore: Hind Chfouka
Descrizione: la tesina mette in evidenza i rapporti che la matematica ha con diverse discipline.
Materie trattate: economia, letteratura, infotmatica
Area: umanistica
Sommario: Sebbene sia molto diffusa ai giorni nostri l'idea che considera la matematica una materia scolastica arida, troppo astratta, lontana dalla vita quotidiana se non addirittura inutile, l'atteggiamento che tende semplicemente ad ignorarla è a mio parere sbagliato. Questa opinione nasce probabilmente dai metodi di insegnamento con i quali si affronta questa disciplina. Essa non è solamente "far di conto". Spesso la scuola privilegia per lo più l'aspetto tecnico del calcolo che è certamente essenziale ma non è il fine della matematica, ne è uno degli strumenti. La matematica in origine è la scienza che si occupa dei calcoli e delle misure, nasce probabilmente quando l'umanità passa dalla fase di cacciatore-raccoglitore a quella di agricoltore-allevatore, quando cioè sorsero problemi relativi alla divisione del territorio e all'amministrazione razionale delle risorse. Attualmente invece si può parlare di matematica attuariale â€" che ha per oggetto la valutazione attuale di impegni futuri relativi alle assicurazioni sulla vita- e di matematica finanziaria â€" che si occupa di problemi di capitalizzazione, calcolo di rendite, ammortamenti…- Essa quindi si propone di indagare il mondo empirico e di fornire un'organizzazione razionale dei fenomeni naturali. Un'indagine che, tuttavia, dalla realtà riceve solamente il primo "impulso", ma i risultati a cui giunge prescindono dal mondo esterno; Anche studi puramente astratti, e non solo quelli motivati da esigenze scientifiche e tecniche, si sono dimostrati di grandissima utilità. La scoperta delle sezioni coniche (parabole, ellissi e iperboli) che tra l'altro venne abbandonato per diversi anni per scarsità di interessi pratici, hanno poi reso possibile in secoli recenti la moderna astronomia, la teoria del moto dei proiettili e la legge gravitazionale universale. Un esempio molto semplice e di carattere pratico che dimostra come l'opinione che giudica la matematica "lontana dalla quotidianità" sia infondata, potrebbe essere quello di trovare le altezze o le distanze di oggetti inaccessibili o difficilmente accessibili mediante misure eseguite su oggetti facilmente accessibili, basandoci sul teorema di Talete. Pensiamo di avere un grande piazzale in cui è innalzata un'asta molto alta e vi è pure un paletto verticale poco più alto di un metro e pensiamo di dover misurare con un normale metro da sarto l'altezza dell'asta. Una persona del tutto digiuna di matematica pensa che sia necessario arrampicarsi fino alla cima dell'asta; in realtà volendo trovare 1'altezza dell'asta senza salire così in alto basta misurare l'altezza del paletto, la lunghezza dell'ombra del paletto in una data ora del giorno e la lunghezza dell'ombra dell'asta alla stessa ora. E' chiaro che il rapporto tra l'altezza dell'asta e quella del paletto sarà uguale al rapporto tra le lunghezze delle due ombre. Per esempio, se il paletto era alto un metro e mezzo e la sua ombra era lunga ottanta centimetri, mentre 1'ombra dell'asta era lunga otto metri, 1'asta sarà alta quindici metri.
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Genealogia dell’idea di europa

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Genealogia dell'idea di europa
Autore: Matteo Lai
Descrizione: l'elaborato è incentrato sullo sviluppo del concetto di unità europea a partire dalla sue prime manifestazioni, dimostrando che si tratta essenzialmente di un concetto di relazione.
Materie trattate: filosofia,storia,latino
Area: umanistica
Sommario: INTRODUZIONE Quando si è davanti a una cartina è ben chiaro ciò che è Europa e ciò che non lo è; ma su cosa è basata questa nostra inconscia divisione non è semplice da ricercarsi, le categorie, da noi utilizzate, sono ormai radicate talmente tanto in profondità nella nostra testa da non poterne più trascendere; sicuramente il punto di vista di un Afgan

Il sottile confine tra follia e genio

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il sottile confine tra follia e genio
Autore: Ileana Scebba
Descrizione:
Materie trattate: latino, italiano, storia dell\’arte
Area: umanistica
Sommario: Il primo passo per comprendere a fondo l'argomento è una precisazione sul termine "folle". Chi è il folle? Folle è colui che ha un rapporto alterato con la realtà. Vive nel suo mondo, ha le visioni, sente voci o musiche che persone cosiddette "normali" non percepiscono. Colui che nel linguaggio comune viene ormai, forse per errore, definito "folle" o "pazzo" che fa lo stesso, è l'individuo che più precisamente a livello medico viene definito "psicotico". Lo psicotico quindi è colui che ha un rapporto totalmente alienato con la realtà. Colui che invece può sembrare "strano" o "particolare" è invece il nevrotico . nevrotico è colui che nonostante sia ben radicato nella società che lo circonda, assume degli atteggiamenti che fanno arricciare il naso alla gente comune. Nevrotico è per esempio colui che ha un bisogno costante di lavarsi le mani, probabilmente per qualche ragione rimossa, ma anche per citare un caso famoso la rinomata paziente di Freud, Anna O. . un'altra categoria di nevrotici sono quindi anche tutti coloro che vengono definiti "isterici". Dopo questa breve definizione del termine trovo opportuno passare in rassegna le varie tappe del mio percorso. Partendo da personaggi storici come Nerone, passando per Hitler, Stalin, Pirandello, Coleridge e Dalì, arriverò a trattare argomenti di attualità, quali la chiusura dei manicomi (ad opera di Franco Basaglia) e la cosiddetta "art brut", l'arte di coloro che sono ricoverati nei reparti psichiatrici degli ospedali. Innanzitutto da sempre si è ricercata la causa di una malattia di questo genere. Quali risposte sono state date a questa domanda? Ai tempi di Freud per esempio si riteneva che l'origine fosse semplicemente di origine genetica. Questo è in parte vero, come molti studiosi oggi concordano. Ma in realtà è fin troppo riduttivo limitare la presenza di questo fenomeno unicamente alla componente genetica. Ciò che influenza in grande misura il presentami di sintomatologie psicotiche negli individui è il contesto storico, o per meglio dire, l'ambiente, nel quale essi sono costretti a vivere. A questo proposito chi meglio di Nerone, prima, e di Hitler, poi, può essere scelto come testimonianza di ciò che ho affermato poco sopra? Quando si pensa a Nerone ciò che a tutti viene in mente è l'incendio di Roma del luglio del 64.
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7 in condotta

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: 7 in condotta
Autore: Marco Guzzio
Descrizione: È una descrizione di come esistano delle connessioni tra i numeri e tutti gli aspetti della realtà
Materie trattate: storia, religione, filosofia, arte, lett. italiana latina inglese, matematica, fisica, astronomia
Area: scientifica
Sommario: Avete mai pensato \"Che strazio i numeri e la matematica!\", \"Non ci capisco proprio nulla!\", \"É una materia inutile… a che mi serve nella vita saper fare un logori…coso o come cavolo si chiama?!?\", \"Non ne posso più! Appena finisco gli studi finalmente non ne farò più! e guai a chi si azzarda soltanto a contraddirmi…\" o cose del genere? Beh, se l'hai fatto, sei in buona compagnia: fai parte del 97% circa degli studenti italiani! Magari non hai mai fatto pensieri così orrendi, ed in quel caso faresti parte del restante 3% degli italiani… certo, in fondo la compagnia ci sarebbe pure… in fondo… ma il calcolo delle probabilità mi suggerisce di non sperarci troppo… Se poi facessi un sondaggio fra gli studenti italiani su cosa pensino riguardo all'interdisciplinarietà della matematica, dopo aver dovuto soddisfare la richiesta di spiegar loro il significato di \"interdisciplinarietà"(pare che gli studenti italiani siano fra i più ignoranti d'Europa), probabilmente otterrei una risposta del tipo <<Non credo che la matematica possa trovare collegamenti con qualche altra materia, è troppo diversa, è un mondo a sé stante che non c'entra niente con tutto il resto!>>… si, illusi! Intere generazioni sono cresciute con questa piuttosto sciocca credenza, vera quanto il mostro di Loch Ness… In ogni modo, riflettete un attimo. Dove siete per ora? In casa? al lavoro? da qualche parente? dentro una galleria d'arte? o su una panchina di un parco pubblico? magari vi state leggendo un bel libro? oppure state osservando un romantico cielo stellato? O forse siete in vacanza… e come vi muovete? In macchina? con un traghetto? in aereo? magari state andando in un hotel all'estero, o già ci siete… oppure in una baita di montagna? o in mezzo al mare su un gommone, o una barca, o ancor meglio in crociera? o magari sul bagnasciuga prendendo il sole? Ed intanto ingannate il tempo leggendo questo libricino trovato su uno scaffale di una libreria, solo soletto, fra le pubblicazioni a tiratura ridotta. Fate così: alzate lo sguardo da questo scritto e guardatevi attorno!… Ah, ovviamente prima finite di leggere questa pagina… Fateci un attimo caso… quanti numeri, espliciti o nascosti, vi sono attorno a voi? Come, non ne trovate di nascosti? Volete che vi aiuti io a scoprirli? Premetto che io non lo so, perché non sono lì con voi e non mi è possibile contarli di persona, ma anche se fossi lì dovrei rinunciare all'impresa, perché in tutti i casi sopra proposti ed anche in tantissimi altri casi il totale tende ad infinito! Non ci credete? Volete sapere perché? Continuate a leggere e troverete un po'di risposte… buona lettura!
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Essere e apparire

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Essere e apparire
Autore: Valentina Maresca
Descrizione:
Materie trattate: pedagogia, metodologia, italiano, latino, inglese, biologia
Area: umanistica
Sommario: Essere è di tutti; apparire sta diventando la prerogativa base dell'animale sociale. Essere e apparire sono i corrispondenti di reale e desiderato, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere, o ciò che vogliamo che gli altri pensino che noi siamo. Un dettaglio da non trascurare però è che è molto difficile tornare indietro, in quanto essendo noi abituati a proporci per ciò che ci sembra più opportuno, o necessario, non ci dedichiamo a dovere a capire la nostra realtà, cioè come siamo realmente, e tanto meno ci adoperiamo per migliorarci sul serio, tutti presi dal migliorare quell'immagine che dovevamo "vendere" di noi. Riprendere l'abitudine alla sostanza, ritrovare l'abito mentale di relazionarci con la realtà, con le persone reali e non con la loro immagine, è un percorso che può essere faticoso e non breve. A volte poi, l'impegno nei confronti dell'apparire è così grande che finiamo per credere anche noi di essere come vorremmo apparire, restiamo così noi stessi vittime della mistificazione. A questo punto riprendere il contatto con la realtà può diventare anche doloroso e ammettere che siamo tutt'altro da quello che avremmo desiderato, può costare caro in termini psicologici, ma è un passaggio inevitabile se si vuole intraprendere la strada del risanamento
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Il pendolo inaffidabile

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il pendolo inaffidabile
Autore: Giovanni Mascellani
Descrizione: un esperimento in cui vengono confrontati il pendolo di galileo ed il pendolo di huygens, più qualche piccola considerazione filosofica sull'approssimazione della scienza sperimentale.
Materie trattate: fisica, filosofia, matematica
Area: scientifica
Sommario: L'argomento di questa tesina prende le mosse da un esperimento che quest'anno ho avuto occasione di compiere. La mia scuola organizza ogni anno un'iniziativa denominata Scienza?… Al Dini!, nell'ambito della quale vengono allestiti dei laboratori pomeridiani gestiti da docenti dell'istituto su argomenti di tipo scientifico (matematica, fisica, chimica, biologia…). Gli studenti interessati hanno la possibilita di avvicinarsi e compiere ricerca sull'argomento del loro laboratorio, fino alla conclusione dell'iniziativa che prevede, generalmente nel periodo di aprile, tre giorni di apertura al pubblico e di presentazione del lavoro compiuto in ogni gruppo. Quest'anno ho partecipato ad un laboratorio dal titolo Curve matematiche ed in particolare la mia attenzione si è focalizzata su una di esse, la cicloide. Tra le sue tante proprietà, più o meno teoriche o “pratiche'', compare l'introdurre una correzione, descritta per la prima volta da Christiaan Huygens, al pendolo di Galileo Galilei: esso, infatti, non possiede realmente le proprietà che il grande scienziato gli attribuì. Nel nostro gruppo abbiamo quindi ricostruito un modello di pendolo di Galileo e di Huygens per confrontarli e mostrarne le diversità. L'esperimento è stato fatto e presentato con successo al pubblico; tuttavia i dati che erano stati raccolti in quell'occasione sono poi per lo più rimasti privi di un'elaborazione accurata: si sa, appena prima della maturità lo studio è tanto! Ho quindi pensato di riprenderli ed inserirli in questa tesina, evidenziando le differenze tra i pendoli di Galilei ed Huygens. Al lavoro di tipo scientifico ho anche aggiunto una parte più filosofica, riflettendo su quale senso possa avere nel pensiero scientifico una legge non completamente in accordo con i dati sperimentali come è stata la legge del pendolo proposta da Galilei. Senza alcuna pretesa di completezza, ho fatto qualche ricerca in merito e trovato un articolo che mi è sembrato interessante in proposito.
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Lo strano anello

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Lo strano anello
Autore: Marika Podesta
Descrizione: concetto di strano anello e sua concretizzazione nel libro di hofstadter \”godel,escher,bach:un'eterna ghirlanda brillante\”
Materie trattate: logica matematica, arte, musica
Area: scientifica
Sommario: CONCETTO DI STRANO ANELLO â€" INFINITO – FRATTALI Il fenomeno dello strano anello racchiude in sé il concetto di infinito: l'infinito potenziale negativo, che non finisce mai e l'infinito attuale, perfetto e chiuso. Il primo detto anche falso infinito, è caratterizzato dalla ripetizione all'infinito di una medesima operazione di divisione (concezione efficacemente rappresentata da Sisifo, condannato a trasportare in eterno sulla sommità di un monte un masso che, appena giunto in cima rotolava a valle). Il secondo, l'infinito attuale, è un infinito chiuso e, per così dire, compiuto, identificabile cosmologicamente con l'universo. I greci non lo nominavano mai in matematica e cercavano il più possibile di evitarlo in quanto creava problemi difficilmente risolvibili. A tal proposito si vedano i paradossi di Zenone sull'impossibilità del moto. Esemplare è come il concetto di apeiron (illimitato) avesse il carattere implicito di non-esistenza, di mancanza, rappresentato da quell' a privativo, caratteristico anche dei suoi attributi. Il concetto di infinito viene da sempre e non a caso rappresentato con anelli, figure circolari o addirittura' strani anelli' che si ricongiungono dopo anomale contorsioni. Fra le immagini maggiormente utilizzate vi è appunto il cerchio (ciclo infinito), figura geometrica costituita da un'unica linea che ritorna su se stessa, in cui non è possibile distinguere né principio né fine. Altro simbolo molto noto in campo matematico è l'otto orizzontale ideato dal matematico J.Wallis. Morfologicamente simile, ma più complesso è il nastro di Mobius: si tratta di una striscia a cui, prima di congiungere gli estremi, viene impartita una rotazione di mezzo angolo ad un'estremità. Un oggetto molto semplice ma inquietante allo stesso tempo, che ha attirato l'attenzione di matematici ed artisti tra cui M.C.Escher, che ebbe modo di interpretarlo in una sua splendida raffigurazione. In molti disegni dell'artista interviene ampiamente il concetto d'infinito contenuto nello strano anello. Molto più antico è invece l'ouroboros, che rappresenta il concetto d'infinito mediante l'immagine di un serpente che si morde la coda formando un cerchio. Attribuito all'antica alchimista Cleopatra, questo simbolo rappresenta la natura ciclica delle cose, la teoria dell'eterno ritorno: in sostanza tutto ciò che è assimilabile ad un ciclo infinito. Per derivazione anche l'eternità è una metafora spesso associata a questo simbolo in quanto data dal ripetersi costante di cicli infiniti, è anche simbolo del paradosso logico.
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Un’ esposizione universale particolare: l’e42

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Un' esposizione universale particolare: l'e42
Autore: Settimo De cario
Descrizione: nella mia tesina ho focalizzato l'attenzione sui monumenti artistici edificati in occasione delle esposizioni universali. la riflessione nasce alla vigilia dell'expo2015, l'esposizione universale che si terrà a milano. in particolare mi sono soffe
Materie trattate: storia dell\’arte, storia
Area: umanistica
Sommario: Il 31 marzo 2008 la città di Milano si è aggiudicata l'organizzazione dell'esposizione universale del 2015 battendo la concorrenza della città turca di Smirne. Un'esposizione universale è un'imponente manifestazione di tipo fieristico caratterizzata da un tema specifico e ospitata da un unico Paese organizzatore ma con la partecipazione di più Nazioni e/o organizzatori internazionali. L'organismo che regola e monitora la qualità delle esposizioni è il BIE (acronimo di Bureau of International Expositions o Bureau International des Expositions). Queste manifestazioni colossali differiscono dalle altre fiere minori (e dalle esposizioni internazionali e specializzate) perché richiedono solitamente una progettazione da zero dei padiglioni in cui vengono ospitate le mostre espositive e questo ha spesso spinto le nazioni organizzatrici di tali eventi a una vera e propria competizione per la struttura più spettacolare e memorabile. Considerato l'elevato numero di Paesi che hanno aderito all'organizzazione che gestisce le esposizioni, questi avvenimenti rappresentano inoltre un rilevante strumento per migliorare le relazioni tra i Paesi che vi partecipano oltre che una notevole occasione per esprimere e pubblicizzare la propria cultura e un veicolo di scambio culturale. Sono proprio questi, come si legge da una nota ufficiale, gli obiettivi dell'Ufficio Internazionale delle Esposizioni (BIE). " …una expo è un luogo unico dove si pratica educazione attraverso sperimentazione, cooperazione attraverso partecipazione e sviluppo attraverso innovazione. Sono un messaggio d'interesse universale; un'esperienza educativa e ricreativa, laboratori di sperimentazione che mostrano le novità e lo straordinario" . Oltre che dal punto di vista politico-culturale, le esposizioni hanno sempre avuto un notevole impatto anche sull'economia dei Paesi organizzatori. L'organizzazione di tali eventi richiede, infatti, cospicui investimenti. Questi però, soprattutto nei tempi recenti, hanno fruttato un rilevante incremento del locale fatturato imprenditoriale, la creazione di nuovi posti di lavoro oltre che un naturale aumento dell'afflusso di turisti nel periodo interessato dalla manifestazione. Le esposizioni universali hanno rivestito un ruolo importante anche nella storia dell'architettura, perché per il loro allestimento si sono spesso impegnati architetti aperti a stili innovativi e a inedite sperimentazioni tecniche che hanno plasmato opere divenute in seguito celeberrime. I casi più noti del passato riguardano Londra e Parigi.
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L’infinito nel finito

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: L'infinito nel finito
Autore: Gabriele Brambilla
Descrizione: la mia tesina è la descrizione dell'area di progetto da me svolta durante questo anno scolastico. essa consiste nell'analisi di alcune osservazioni fatte dal prof. d. b. hibbert su di un particolare tipo di elettrodeposizione i cui aggregati presenta
Materie trattate: matematica, fisica, chimica, informatica
Area: scientifica
Sommario: PREFAZIONE Questa tesina è l'area di progetto da me svolta durante questo anno scolastico come previsto dal programma del mio liceo. La mia area di progetto tratta principalmente di due campi: quello dei frattali e quello delle elettrodeposizioni ottenute tramite la Diffusion-Limited Aggregation (DLA). Essa consiste nell'indagine su alcune osservazioni, svolte dal prof. D. B. Hibbert, insegnante di chimica analitica dell' University Of The New South Wales di Sydney, su una particolare situazione fisico-chimica tramite l'utilizzo dei modelli frattali. Il suo sviluppo segue, attraverso le materie di Matematica, Fisica, Chimica e Informatica, lo svolgimento del lavoro durante l'intero anno scolastico: la prima parte confersice un' infarinatura del concetto matematico di frattale, la seconda affronta nelle sue componenti di fisica e chimica il meccanismo della DLA, mentre la terza tratta della simulazione informatica usata per la conferma dei modelli ipotizzati. Aggiungo in ultimo che, su consiglio dei miei professori, ho preferito escludere l'utilizzo del concetto di dimensione geometrica nonostante sia molto utilizzato nella costruzione di modelli frattali, perché esso è troppo complesso per essere spiegato e utilizzato in un'area di progetto. Ho scelto di seguire questo tema nella mia area di progetto perché mi aveva molto incuriosito lo strutturarsi della geometria frattale nelle situazioni osservabili in natura e volevo tentare di applicare il metodo e le conoscenze acquisite in questi ultimi anni scolastici. MODELLI MATEMATICI DEI FRATTALI La geometria frattale è un insieme di modelli matematici usati per descrivere alcune situazioni presenti in natura non riconducibili alla geometria euclidea.
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Il dovere della libertà

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il dovere della libertà
Autore: Samanta Acanfora
Descrizione: la tesina è principalmente incentrata sul romanzo di oriana fallaci \” un uomo\”, e sulla grecia, dove il libro è principalmente ambientato.
Materie trattate: italiano, storia, geografia, st.dell\’arte,inglese,francese,tecnica turistica,psicologia
Area: umanistica
Sommario: Premessa Ho scelto di parlare di un argomento poco conosciuto e che spesso non si studia sui libri di scuola. Questo, dopo aver letto il libro: "Un uomo" di Oriana Fallaci. Questo romanzo ha diverse chiavi di lettura, può sembrare un romanzo ideologico anche se non è propriamente l'idea che la scrittrice vuole evidenziare, può sembrare un romanzo verità, un invettiva contro il potere, a tratti un romanzo d'amore o una biografia. "Un uomo" è tutto questo e ancora molto di più. Per quanto riguarda le materia scolastiche, frequentando una scuola tecnico-professionale, ho dovuto collegare materie umanistiche a materie tecniche. Il percorso, quindi, è articolato in due sezioni, la prima riguardante le materie umanitarie e precisamente la trama del romanzo e la vicenda storica, la seconda incentrata sulla Grecia, dove la vicenda è principalmente ambientata. "UN UOMO" Oriana Fallaci La Fallaci comincia a scrivere la storia di Alekos Panagulis, raccontando il sogno che fece la notte prima dell'attentato. Quella notte, infatti, Alekos sognò dei pesci, questi animali per chi è scaramantico, come lo era lo stesso Alekos, sono un presagio di cattivo augurio… E, infatti..
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L’amore e la sessualità

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: L'amore e la sessualità
Autore: Fabiana De Leo
Descrizione: l'amore e la sessualità,il grande binomio che ha sconvolto e cambiato la vita degli uomini..portandoli a cantare,lodare e evocare tutti i vari tipi di amori…
Materie trattate: letteratura italiana,letteratura latina,storia dell\’arte,letteratura inglese,psicologia,filosofia,s
Area: umanistica
Sommario:
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Viaggiare nei sogni

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Viaggiare nei sogni
Autore: Mirella De nicolais
Descrizione: le varie interpretazioni dei sogni dal sogno come attività psichica dal sogno dell'uomo come realizzazione dei suoi desideri.
Materie trattate: filosofia,storia,italiano,francese,spagnolo,inglese,latino
Area: umanistica
Sommario: I sogni… molte persone hanno perso o semplicemente non credono più nel loro significato. Tutti sono più razionali di fronte alla realtà che ci circonda, non hanno più speranze e la gioia di vivere. Una volta ascoltando una canzone rimasi affascinata: <<[ …] abbiamo sogni però che ci vuole un bel po' ad abbandonarli senza averci provato ed è stupendo sapere che c'è un movimento che parte da te dalla tua voglia di fare e sognare da sempre che vita vuoi! Lo spettacolo del mondo lo facciamo noi tra studenti, artisti e operai [ …] Lo spettacolo del mondo lo facciamo noi tra impiegati, poeti e questo è il popolo dei sogni e ci siamo anche noi a inseguire la vita che c'è [ …] ecco a voi il popolo dei sogni che ama e che spera che lotta e ci prova a sentire la vita più che può. [ …] >> Il sogno ci dà la forza di andare avanti, di proseguire il nostro cammino, ma quando viene infranto allora va inteso come illusione, utopia, fantasia, lontano dalla realtà, è l' impossibile.
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Il nome

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Il nome
Autore: Luigi Tarchi
Descrizione: la tematica viene trattata sotto vari punti di vista, riflettendo sia sull'aspetto tecnico, materiale ed astratto del nome.
Materie trattate: filosofia, letteratura italiana, arte, storia, inglese
Area: umanistica
Sommario: Filosofia > Ferdinand De Saussure (Ginevra 1857-1913): "Corso di linguistica generale\". Il concetto fondamentale da cui si sviluppano le teorie di Saussure è che la lingua è un sistema di segni che esprimono idee. Quindi Saussure indica con il nome di semiologia la scienza generale dei segni sociali di cui una parte è costituita dalla linguistica: scienza che si occupa di quello specifico segno che è il segno verbale. La semiologia, dal canto suo, studierà anche i segni non verbali ( scrittura, alfabeto dei sordomuti, riti simbolici, segnali militari, e così via ). Ciò che però tratta la linguistica non è il linguaggio poiché esso è un concetto più ampio analizzabile sotto diversi punti di vista ( fisico, psichico, fisiologico ), ma piuttosto quella sua parte essenziale che è la lingua. Per questo motivo Saussure fa una distinzione netta tra lingua e parola: la prima rappresenta il momento sociale del linguaggio ed è costituita dall'insieme di strutture e regole che ciascun individuo assimila dalla comunità di cui fa parte, senza poterle inventare o modificare. La parola è invece il momento individuale, variabile e creativo del linguaggio, ossia la maniera in cui il soggetto che parla utilizza il codice della lingua in vista dell'espressione del proprio pensiero personale. «Noi chiamiamo "segno" la combinazione del concetto e dell'immagine acustica: ma nell'uso corrente questo termine designa generalmente solo l'immagine acustica, per esempio una parola ( arbor, ecc. ). Si dimentica che se arbor è chiamato "segno", questo avviene perché esso porta il concetto "albero", in modo che l'idea della parte sensoriale implica quella del totale. L'ambiguità sparirebbe se si designassero le tre nozioni qui in questione con dei nomi che si richiamano l'un l'altro pur opponendosi. Noi proponiamo di conservare la parola "segno" per designare il totale, e di rimpiazzare "concetto" e "immagine acustica" rispettivamente con significato e significante: questi ultimi termini hanno il vantaggio di rendere evidente l'opposizione che li separa sia tra di loro, sia dal totale di cui fanno parte. Quanto a "segno", se continuiamo ad usarlo, è per il fatto che non sappiamo come rimpiazzarlo, poiché la lingua usuale non ce ne suggerisce nessun altro». Il fatto che lingua e parola siano realtà distinte è cosa nota e comprovata ad esempio dalle afasie ( l'incapacità di parlare: il malato coglie i messaggi linguistici, ma ha perso l'uso della parola ) o dalle lingue morte ( assimilabili anche se non si parlano più ). Un'altra importante conseguenza che discende dalla separazione della lingua dalle parole è che si separa allo stesso tempo: ciò che è sociale da ciò che è individuale. Ciò che è essenziale da ciò che è più o meno accidentale.
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Oltre la soglia del dolore

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Oltre la soglia del dolore
Autore: Silvia Fulli
Descrizione: ecco che proprio nel momento di maggiore precarietà, quando tutto sembra perduto ed ogni cosa si mostra nella sua insensatezza, l'uomo si attacca alla vita. supera il dolore e vive quella pienezza di luce che è tanto lontana dal buio che lo avvolge
Materie trattate: letteratura italiana, filosofia, letteratura latina, storia, letteratura inglese, arte
Area: umanistica
Sommario: Cosa c'è oltre la sofferenza? Cosa c'è oltre la morte? LA VITA C'è il risveglio. C'è il sole. C'è la luce. C'è MATTINA. M'illumino d'immenso. Dopo la notte buia in trincea e il rumore degli spari e le urla strazianti dei compagni feriti e la fame e la sete e la morte, eccola. E' la vita. La mattina. Ecco che nel momento di maggior disperazione nell'uomo si accende il suo istinto primordiale. E vive. E vuole vivere. Nella condizione di più assoluta privazione arde il vitalismo. E allora il soldato, il poeta, l'uomo s'illumina. La luce di verità lo travolge, si sostituisce alle tenebre e l'immenso lo investe. Diventa parte di una realtà di vita assoluta. Oltre qualsiasi durezza, oltre qualsiasi meschinità, l'uomo vuole esistere. Trova in sé la vita proprio quando tutto intorno è morte. E' un uomo, direbbe Kierkegaard, che supera la disperazione aprendosi all'infinito, aprendosi alla fonte delle infinite possibilità che caratterizzano l'esistenza, aprendosi a Dio. E' un uomo che vince "la malattia mortale", che va avanti, che prosegue nel suo cammino e ama la propria esistenza. Cima Quattro il 23 Dicembre del 1915 Un'intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d'amore Non sono mai stato tanto attaccato alla vita (G. Ungaretti, Veglia, in Allegria, "Il Porto Sepolto") I versi di questa poesia di Ugaretti (1888 â€" 1970) descrivono una notte passata dal poeta al fronte durante la prima guerra mondiale (1915 â€" 1918), accanto al corpo di un compagno ucciso. La reazione dell'autore è una ribellione disperata al destino di morte, un prorompente sentimento di attaccamento alla vita. "L'appetito di vivere è moltiplicato dalla prossimità e dalla quotidiana frequentazione della morte" dice il poeta. E' spinto a scrivere lettere piene d'amore e a dichiararsi attaccato alla vita proprio dall'uomo ormai morto che gli è vicino, dalle sue mani congestionate che "penetrano" nel silenzio e lo trasformano in parola poetica. Paradossalmente, proprio nel momento in cui tutta l'umanità è sconvolta dalla guerra e immersa in una realtà di violenza e morte, l'uomo guarda oltre la meschinità di quel momento storico che lo delude. Continua a lottare per la vita nonostante il crollo delle certezze segnato dal conflitto mondiale. E' forse lui quell'uomo che poco prima Nietzsche (1844 â€" 1900), nella "Gaia Scienza", aveva definito un Superuomo?
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Ordine e caos

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Ordine e caos
Autore: Gianmaria Saracino
Descrizione: un viaggio tra frattali, attrattori, mappe logistiche, per iniziare a vedere fenomeni e strutture con occhi diversi. n.b.: la tesina era inizialmente stata pensata come supporto ad una spiegazione orale, pertanto a volte può apparire non esauriente a
Materie trattate: matematica, fisica…..
Area: scientifica
Sommario: Dalla "Grande Macchia Rossa" di Giove ad una foglia di felce, dall'andamento della crescita delle popolazioni animali alle celle di convezione per giungere alla crescita dei cristalli: tutto questo è casualità, "rumore", disordine apparente che cela dietro di sé strutture ordinate, imprevedibili e sempre nuove. La matematica dei frattali, nata e sviluppatasi con l'avvento dei computer, ha permesso una rilettura di antichi problemi mai del tutto risolti o accantonati poiché troppo spinosi e apparentemente poco interessanti. Mandelbrot, Barnsley, Julia, Lorenz sono solo alcuni dei grandi artefici di questa rivoluzione che dagli ultimi trent'anni sta scuotendo il panorama scientifico nel senso più largo del termine.
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Il silenzio tra parole e numeri: la punteggiatura e lo zero

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Ilsilenziotraparoleenumeri:lapunteggiaturaelozero
Autore: Rebecca De guttry
Descrizione: le tesine svolte dalla mia classe dovevano essere attinenti all'area di progetto \”silenzio e parola\”. ho scelto così di trattare per italiano della storia della punteggiatura, considerando l'interpunzione come simbolo del silenzio, per inglese di r
Materie trattate: italiano, inglese, matematica
Area: umanistica
Sommario: "Ma nella vostra edizione c'è una virgola?". E' iniziata con questa semplice domanda, durante una qualsiasi traduzione in una qualsiasi ora di latino, la mia avventura. Mai prima di allora avevo prestato particolare attenzione a quei piccoli segni tra le parole. Mi sembravano così scontati, ero così abituata a virgole, punti e segnetti vari, che mai mi ero fermata a riflettere sul loro significato e sulla loro storia. Cosa sarà mai un punto? Un punto, punto e basta. Eppure questa semplice domanda fu sufficiente per risvegliare la mia curiosità. In pochi secondi la mia mente volava già e non seguiva più le parole del professore… Ma allora ai tempi dei latini c'era già la punteggiatura? Come è nata? Insieme alla scrittura o successivamente? Perché? Non ci volle poi molto perché la mia curiosità si trasformasse in un'idea: fare della punteggiatura l'oggetto della mia tesina. L'argomento mi affascinava e si adattava perfettamente all'area di progetto. I segni interpuntivi non sono forse simboli del silenzio? Di quel silenzio che, come scriveva Brignoli sul Giornale italiano di filologia, "è la tela su cui linguaggio e musica tessono i loro ricami sonori". Decisi così di raccontare la storia di questi simboli del silenzio, soffermandomi poi sulla "filosofia della punteggiatura" dei grandi autori. La mia scelta ricadde quindi su James Joyce e Virginia Woolf. Ero e sono tuttora affascinata da come questi due autori abbiano piegato le regole della punteggiatura per ottenere risultati ineguagliabili. Con la "non-punteggiatura" nel flusso di coscienza di Molly Bloom nell'Ulisse, o con l'abbondanza del punto e virgola per rendere il procedere del monologo interiore in Mrs. Dalloway, questi due maestri hanno raggiunto una carica espressiva straordinaria. Non restava che scegliere la terza materia. Nel ricercare un possibile riferimento al silenzio nelle varie materie, mi sono così imbattuta nello zero. Ancora una volta mi resi conto che prima di allora mai avevo riflettuto sulle potenzialità di questo "numero del silenzio". Era un numero che destava la mia attenzione solo quando rappresentava i miei risparmi. Eppure anche questo piccolo tondo doveva avere la sua storia e le sue peculiarità. Non vedevo l'ora di iniziare la mia esplorazione del mondo della punteggiatura e dello zero…
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Rinchiusi nello strano anello

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Rinchiusi nello strano anello
Autore: Ilaria Raia
Descrizione: tesina ispirata dalla lettura del libro \”godel. escher e bach:un'eterna ghirlanda brillante\”;è un \”viaggio\”attraverso i paradossi linguistici e concettuali dei quali, a quanto pare, mai riusciremo a liberarci!
Materie trattate: matematica, inglese, italiano, filosofia
Area: scientifica
Sommario: Non c'è bisogno di sognare di essere Alice. Non c'è bisogno di seguire un coniglio bianco col panciotto per cadere in un mondo che metta a dura prova le nostre certezze e quelle del nostro sistema di ragionamento. Non serve ascoltare un simpatico discorso tra la Lepre Marzolina e il Cappellaio Matto all'ora del tè per aggrottare la fronte, roteare velocemente entrambe le pupille e tentare, dopo un intenso sospiro, di riprendere il filo del discorso che sembra essere scappato chissà dove. Il mondo di Alice è il nostro: anche le pareti della nostra realtà sono intinte di sfumature d'assurdo. Il paradosso è una costante della nostra vita. Cos'è un paradosso? Una smagliatura nella nostra conoscenza? Un infernale prodotto della nostra mente che si diverte a mettere in discussione la realtà, o ciò che "crediamo" tale? E' un lusso per le persone con elevato senso umoristico e che si limitano a divertirsi con questi "giochi", o un antico, ma altrettanto sofisticato, "navigatore satellitare" che ci consiglia con poca invadenza quale strada percorrere per migliorare i nostri strumenti di analisi del mondo? Un mero esercizio per vivacizzare l'intelletto o un monito degli déi (come scrive Wittgenstein nelle Osservazioni sopra i fondamenti della matematica) perché si agisca senza riflettere? I paradossi sono definiti da Odifreddi come "gli argomenti che imbarazzano il pensiero, sorprendenti perché poco probabili, ma molto credibili, oppure molto probabili, ma poco credibili". Il nostro pensiero ne è imbarazzato, eppure ne è segretamente attratto: così, per seguire quel filo che sfugge, si sale, poi si scende, ma ci si ritrova stranamente prima più giù e poi più su. Altre volte, pur salendo e scendendo vari scalini, ci si ritrova inaspettatamente al punto di partenza, come se i gradini fossero quelli dell'opera di Escher "Salita e discesa".Questo è il fenomeno che Douglas R. Hofstadter in "Gödel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante" definisce Strano Anello. Gödel ne scoprì uno persino nella matematica e cosa più intrigante, sembra essere proprio la traduzione in termini matematici di uno dei più antichi paradossi filosofici: il paradosso di Epimenide o del mentitore. Questi strani anelli quindi, o paradossi, sembrano essere dappertutto e soprattutto accompagnano da sempre gli uomini! Alcuni, come Russell, hanno tentato di estromettere questa invadente presenza che si nasconde bene per poi far capolino nei momenti meno opportuni.

Ecosistema adolescenza

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Ecosistema adolescenza
Autore: Carlotta Bartoccini
Descrizione: nel percorso adolescenziale il protagonista non è mai del tutto solo: egli è sempre in compagnia di altri (genitori, insegnanti, coetanei, altre persone significative) che possono offrirgli una guida sicura e comprensiva, oppure richieste incomprens
Materie trattate: letteratura italiana, letteratura francese, letteratura inglese, storia, storia dell\’arte, filosofi
Area: umanistica
Sommario: L'adolescenza viene considerata ancor oggi una fase dello sviluppo umano nel corso della quale l'individuo si trova ad attraversare una fase di transizione fra l'infanzia e l'età adulta. L'adolescente, che deve poter superare tutte le difficoltà per diventare SOGGETTO, si trova a dover affrontare anche una situazione relazionale, familiare e sociale complessa, caotica, disturbante e frustrante ed è evidente che le sue possibilità di superare tutti gli ostacoli, a questo punto, diventano veramente esigue. In tutte le adolescenze il protagonista deve affrontare una gran mole di problemi: a volte le situazioni difficili sono distribuite lungo il percorso e possono essere affrontate una dopo l'altra con risultati validi altre volte invece le situazioni si presentano più complesse,e rendono assai difficile, a volte quasi impossibile, la risoluzione di essi. Non c'è adolescenza senza problemi anche se nella maggior parte dei casi possono essere risolti. I problemi, d'altronde, non sono entità fatali e incomprensibili che capitano a caso. Sono sempre in rapporto con il contesto culturale e sociale in cui l'adolescente vive, con le relazioni che egli ha con il suo ambiente più prossimo, con la sua storia. Nel percorso adolescenziale il protagonista non è mai del tutto solo: egli è sempre in compagnia di altri (genitori, insegnanti, coetanei, altre persone significative) che possono offrirgli una guida sicura e comprensiva, oppure richieste incomprensibili tali da svalorizzare il senso del suo impegno, o al limite dargli indicazioni frammentate e contraddittorie che aggiungono confusione alla mancanza di esperienza. Ed è proprio in questo \"ecosistema\" estremamente fragile che l'ambiente fisico (isola o città) e quello relazionale (padri, amici, parenti) diventano protagonisti e definiscono il passaggio dall'infanzia, all'età adulta.
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A proposito di oggetti

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: A proposito di oggetti
Autore: Davide Piva
Scuola: Liceo scientifico
Descrizione: funzione tecnologica, letteraria e artistica degli oggetti dal 1880 al 1970
Materie trattate: storia, storia dell\’arte, letteratura italiana e inglese
Area: umanistica
Sommario: Gli ultimi decenni del secolo Ottocento rappresentano, per l’Europa, un periodo di convulsa crescita economica. Nonostante la parentesi della grande depressione fra 1873 e 1895, l’economia dei Paesi più avanzati del continente conosce, nel complesso, uno straordinario sviluppo, che sfocia nella cosiddetta seconda Rivoluzione industriale, la quale raggiunge il culmine nell’ultima parte del secolo e nel primo decennio del Novecento: essa si accompagna a importanti scoperte scientifiche, all’utilizzo di nuove tecnologie meccaniche, elettriche e chimiche, nonché a massicci incrementi di produzione e alla riorganizzazione finanziaria e industriale del sistema produttivo. Il numero delle fabbriche si moltiplica, la proprietà si concentra, il capitalismo tende a trasformarsi in senso monopolistico. Henry Ford, il fondatore di quella che sarebbe diventata la più celebre casa costruttrice di automobili del mondo, sosteneva che per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, bisognava metterli nelle condizioni di poter acquistare le merci prodotte, cioè trasformarli in consumatori; per poterlo fare, occorreva però pagare buoni salari e nello stesso tempo abbassare i costi e quindi i prezzi delle merci. Come far quadrare questo cerchio? La risposta sta nell’aumento smisurato della capacità produttiva consentito dalla standardizzazione dei prodotti e dall’aumento della produttività, resi possibili dalla catena di montaggio, o meglio dal sistema del management scientifico inventato dall’ingegnere Henry Taylor. Il principio di base sta nella scomposizione del processo produttivo in particelle elementari, tali da richiedere al lavoratore dei movimenti semplici, ulteriormente facilitati dal fatto che la "catena" è fatta in maniera tale da portare il pezzo da lavorare davanti a una postazione fissa. In tal modo, sono abbattuti i tempi morti provocati dagli spostamenti degli operai e ogni gesto può essere misurabile con il principio del cottimo: a maggiore velocità, più salario, e quando la velocità diventerà più alta per tutti, si taglieranno i tempi di movimento delle macchine. A Henry Ford non sfugge il fatto che questo modo di lavorare ripetitivo è alienante, ma è convinto che è quello maggiormente adatto alla natura e alle aspirazioni della grande maggioranza del genere umano. La pianificazione aziendale, resa possibile con questo metodo, si fondava sulla separazione dell’attività di ideazione da quella di esecuzione, separazione del lavoro intellettuale da quello manuale. Attraverso la produzione industriale nel XX secolo ogni cosa diventa merce: ogni prodotto umano perde la propria specificità di oggetto unico e particolare per diventare anonimo frutto di una vasta produzione di massa, tesa alla soddisfazione dei bisogni umani e contemporaneamente, come sosteneva Marx, oggetto che viene scambiato sul mercato.
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L’uomo moderno: il nuovo prometeo

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: L'uomo moderno: il nuovo prometeo
Autore: Chiara Baccolini
Descrizione: la tesina parla di come l'uomo dell'epoca odierna abbia perso il senso del limite e per questo si avvicina alla figura mitologica del titano prometeo.
Materie trattate: filosofia, inglese, biologia, storia dell\’arte
Area: umanistica
Sommario: Il mito di Prometeo Il titano Prometeo appare per la prima volta nella Teogonia e nelle Opere e i giorni di Esiodo, nel VII sec a.C. Prometeo è il previdente, l'astuto che inganna Zeus, padre degli dei, offrendogli le ossa di un bue sacrificato avvolte nel grasso, in modo da farle sembrare la parte migliore, e conservando così la carne per gli uomini. Zeus, una volta svelato l'inganno, priva gli uomini del fuoco. Aiutando l'umanità per la seconda volta, Prometeo riporta il fuoco al genere umano, rubandolo. Zeus, per vendicarsi, invia agli uomini Pandora, colei che aprirà poi il vaso contenente tutti i mali del mondo. Anche Eschilo parla del titano in Il Prometeo incatenato. Prometeo non è solo il furbo, ma il titano in rivolta che si ribella contro Zeus, quando quest'ultimo, giudicando mal riuscita la razza umana, vuole ricominciare e sostituirla con un'altra. Per contrastare il piano di sterminio, Prometeo ruba il fuoco agli dei e, con l'occasione, consegna agli uomini le arti e le scienze. Per punirlo, Zeus lo fa incatenare in una montagna sul Caucaso con catene d'acciaio, e ogni giorno un'aquila ne divora il fegato che durante la notte si è ricostruisce. L'uomo greco Prometeo è quindi colui che, in nome del progresso, della civiltà e del benessere degli uomini, compie il peccato di hybris, cioè il peccato di tracotanza, contro il volere divino, e per questo viene punito. Sia Esiodo che Eschilo, con questo mito, vogliono infatti mettere gli uomini in guardia contro il peccato della dismisura. Eschilo scrive: <<La mancanza di misura, maturando, produce la spiga del traviamento, e il raccolto che se ne trae è di fatto solo lacrime>> 1. Gran parte della filosofia greca si basa su questo monito. L'uomo saggio è colui che non supera il limite. La formula posta all'entrata del tempio dell'oracolo di Delfi " Conosci te stesso", ripresa da Socrate, invita infatti l'uomo a prendere conoscenza della propria finitudine, del fatto cioè di essere mortali. La sola strada per l'uomo di essere felice è quindi quella della conoscenza dei propri limiti. Il passaggio dal Medioevo all'età moderna Il senso del limite subisce un'evoluzione nel corso della storia, in particolare, nel passaggio dal Medioevo all'età Moderna, il senso del limite greco e cristiano cade. L'epoca medioevale Il mondo medioevale è caratterizzato dall'influenza della religione cristiana: la vita è

La simbologia dello specchio

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La simbologia dello specchio
Autore: Benedetta Bertoli
Descrizione: la mia tesina riguarda il tema dello specchio. partendo dal primo libro della saga “harry potter”, ho collegato le varie materie scolastiche ad argomenti che si riferissero a tale oggetto, basandomi soprattutto su libri e film da me esaminati
Materie trattate: letteratura inglese, letteratura italiana, pedagogia, metodologia, storia, storia dell’arte e
Area: umanistica
Sommario: Avevo solo otto anni quando mi regalarono i primi due libri sulla vita e le avventure di un timido e dolce ragazzino di nome Harry Potter. Harry, da tenero bambino orfano desideroso e bisognoso di amore, si trasformò pian piano, con l'avanzare della saga, in un coraggioso e maturo ragazzo, che affronta problemi molto più grandi di lui, allegorie delle difficoltà che una persona normale deve superare ogni giorno. Io diventai grande con lui, leggendo e interessandomi agli sviluppi della sua storia: i sette libri di Joanne, infatti, non sono semplicemente un racconto per bambini, direi piuttosto che, a partire dalla terza puntata, essi diventano gradualmente una storia drammatica irta di pericoli e gravi difficoltà da contrastare, ma anche colma di sentimenti leali e sinceri come l'amicizia, che può legare anche tre ragazzi normali. Una delle cose che più affascina ed intenerisce dell'intera saga, è il fatto che il protagonista ha perso entrambi i genitori e perciò è dovuto crescere troppo in fretta. La scena che colpisce maggiormente, infatti, anche al di là della persecuzione del protagonista da parte di Voldemort, suo malvagio nemico, è il momento in cui Harry, specchiandosi nello Specchio delle Brame, vede i suoi genitori accanto a lui e pensa che essi possano essere ancora vivi, da qualche parte. E' da questa toccante parte del primo libro, che ho preso l'ispirazione riguardo la mia tesina, svolgendo un elaborato che toccasse le argomentazioni da me ritenute illuminanti e principali circa l'argomento. Riferendomi a vari romanzi da me letti e ragionati, ho improntato il mio lavoro in larga parte riguardo al tema dello specchio come oggetto di vanità, come per la malvagia matrigna della bella Biancaneve. Grazie all'interpretazione dell'omonima fiaba da parte dello psicoanalista e psichiatra Bruno Bettelheim, ho colto l'occasione per interessarmi di varie complicazioni nella crescita del bambino, le quali possono essere arginate grazie anche ai numerosi consigli simbolici presenti da sempre nelle fiabe più classiche. In queste storie, curiosità molto interessante, ricorre spesso il numero tre che, secondo lo studioso citato, è quello maggiormente associato al sesso: amando molto la "Divina Commedia" dantesca, ho eseguito così un percorso nell'opera, per ricercare gli infiniti cenni dell'autore a quel numero, dietro al quale si celano moltissimi simboli. Essendo venuta a conoscenza, grazie ad un libro sulla vera storia della matrigna di Biancaneve, che la propaganda nazista aveva assunto come icona di bellezza ariana, fra le altre, anche la statua di Uta di Namburg, la musa ispiratrice di Disney che portò all'ideazione della figura della perfida Grimhilde, nel film di animazione su Biancaneve, mi sono interessata molto all'efficacia della propaganda nazista del tempo; in seguito, ho analizzato anche il comportamento del regime del
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Fonti di energia rinnovabile

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Fonti di energia rinnovabile
Autore: Sara Gillo
Descrizione: relazione riguardante alcune fonti di energia rinnovabile, con particolare riferimento all'italia.prospettive per il futuro.
Materie trattate: scienze della terra, chimica, fisica
Area: scientifica
Sommario: Sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che si rigenerano o non sono \"esauribili\" nella scala dei tempi \"umani\". Denominate anche "fonti di energia alternativa", si tratta soprattutto di solare, geotermico, biomasse, eolico e idroelettrico. Il fabbisogno energetico italiano dipende, oggi, solo per il 16% da fonti di energia rinnovabile. Tuttavia, l'aumento continuo del prezzo del petrolio e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra, hanno portato numerosi scienziati, ingegneri, economisti e politici a lanciare una campagna a favore delle energie rinnovabili. Per Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica nel 1984, la prima fonte di energia resta il solare. Come ha spiegato in una recente intervista: "Una superficie ben soleggiata di 200 chilometri quadrati potrebbe produrre da sola l'energia equivalente a quella prodotta da tutte le fonti fossili del pianeta". Le regioni italiane che potrebbero essere vocate a sfruttare l'energia solare sono quelle del Sud e le isole, dove " sarebbe possibile produrre energia con fonti rinnovabili al 100%". La Toscana, il Lazio e la Campania potrebbero sfruttare il geotermico, mentre tutta la penisola potrebbe sfruttare le biomasse perchè ci "sono 300 mila ettari non utilizzati dove si potrebbero coltivare piante non ad uso alimentare ma solo per la produzione di energia. ENERGIA SOLARE All'interno del Sole, attraverso reazioni nucleari, nuclei di idrogeno si fondono insieme, formando nuclei di elio: in questo processo si ha una leggera perdita di massa, che si trasforma in energia radiante. L'energia prodotta nel nucleo migra verso l'esterno. La radiazione emessa è di due tipi: elettromagnetica e corpuscolare. La prima si estende dai raggi X fino alle onde radio; la gamma dello spettro visibile corrisponde al circa il 50% dell'intera energia emessa dal Sole e raggiunge la superficie terrestre in 8 minuti e mezzo illuminandola e riscaldandola.
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L’uomo combattuto tra guerra e pace

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: L’uomo combattuto tra guerra e pace
Autore: Ilaria Cilano
Descrizione: titolo della mia tesina è l’uomo combattuto tra guerra e pace e il tema che si propone di affrontare è come l’uomo si pone e si sia posto di fronte alla guerra e abbia tentato, e tenti tuttora, di raggiungere la pace.
Materie trattate: storia, filosofia, italiano, latino, greco, inglese
Area: umanistica
Sommario: Titolo della mia tesina è l'uomo combattuto tra guerra e pace e il tema che si propone di affrontare è come l'uomo si pone e si sia posto di fronte alla guerra e abbia tentato, e tenti tuttora, di raggiungere la pace. Bobbio definisce il pacifismo come teoria che considera la pace un bene supremo tanto desiderabile da considerare ogni sforzo per raggiungerla degno di essere perseguito. Mira quindi ad una pace durevole e universale, perpetua, come la definì Kant nel suo saggio del 1795. Non si tratta dunque di una pace d'impero, quale quella denunciata da Calcago, capo caledone, che nell'Agricola di Tacito incita i suoi uomini a difendere la propria libertà dall'imperialismo romano. Quella che a Roma, dai tempi di Virgilio, veniva chiamata "pax augustea" non era vista allo stesso modo dai popoli sottomessi. La pace cui mira il pacifismo non può nemmeno essere definita pace d'equilibrio che è piuttosto una condizione di stallo con forti tensioni tra i paesi interessati come quella che si ebbe durante la guerra fredda in seguito alla corsa agli armamenti. Per evitare situazioni di questo genere il pacifismo si propone di agire contro le cause che le determinano contrapponendo, nel caso della guerra fredda, la politica del disarmo a quella della corsa agli armamenti. In questo caso, quando si agisce direttamente sui mezzi che potrebbero causare una guerra, si parla di pacifismo strumentale. Secondo la partizione di Bobbio ci sono tre tipi di pacifismo: strumentale, istituzionale e finalistico. Il pacifismo strumentale opera attraverso due grandi strade: il disarmo e la non violenza. Quest'ultima è la dottrina attraverso la quale Gandhi ottenne l'indipendenza dell'India senza scontri armati ed è la stessa dottrina che il Dalai Lama sta utilizzando per rendere il Tibet indipendente e lo ha portato ad ottenere il Premio Nobel per la Pace nel 1989. La non violenza non è quindi una passiva sopportazione dei soprusi e delle ingiustizie bensì una forma di pacifismo propositivo, attivo, che tenta di raggiungere gli scopi che si è prefissato usando metodi diversi da quelli violenti. E' quindi un atteggiamento diverso da quello passivo, che non potrebbe nemmeno essere definito pacifismo. Atteggiamento che viene criticato da Glucksmann, giornalista e filosofo francese, che in un'intervista del 2003 faceva notare che lo slogan dei manifestanti "non fate la guerra, fatevi un tè" denunciasse una forma di egoismo e di attenzione solamente al benessere del proprio paese piuttosto che uno spirito altruistico e umanitario nei confronti di popolazioni vittime di regimi dittatoriali o guerre.
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Bisanzio : il sogno di una civiltà

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Bisanzio : il sogno di una civiltà
Autore: Adriano Angelini
Descrizione: la tesina si propone di inquadrare la civiltà bizantina nel mondo medioevale: forte della tradizione classica e dell'innovazione che riesce a proporre l'impero di costantinopoli riesce a sopravvivere per secoli in un mondo in cui le barbarie regnano
Materie trattate: storia-arte-italiano-inglese
Area: umanistica
Sommario: Da principio era la parola, una parola dal suono magico, come poche altre nella storia. Anche se non fosse mai esistito un impero chiamato Bisanzio, quel nome sarebbe sicuramente rimasto impresso nella memoria degli uomini per la sua musicalità e per le immagini che ancora oggi evoca : oro e malachite e porfido, cerimoniali maestosi e solenni, pesanti broccati intessuti di rubini e smeraldi, sontuosi mosaici rifulgenti fra nuvole ed incenso. Poi, la posizione privilegiata. Posta alle porte dell'Asia, sulla punta orientale di un grande promontorio triangolare bagnato a Sud dal mar di Marmara ed a Nord Est da un'insenatura profonda e navigabile nota fin dalla più remota antichità come il Corno D'Oro. Bisanzio costituiva uno splendido porto naturale ed una roccaforte invalicabile, tanto che bastò fortificarla soltanto dal lato di terra. Ed era difficile attaccarla anche dall'acqua, perché il mare di Marmara è protetto da due stretti lunghi ed angusti il Bosforo ad est e l'Ellesponto, o Dardanelli, a Ovest. Infine, l'uomo : Costantino I, imperatore di Roma. Nessuno ha meritato il titolo di " Grande" quanto questo sovrano, che in appena quindici anni prese due decisioni epocali, ciascuna capace di mutare il corso della storia : l'adozione del cristianesimo come religione ufficiale dell'impero ed il trasferimento della capitale da Roma alla nuova città eretta sul luogo dell'antica Bisanzio, la città che per sedici secoli avrebbe portato il suo nome, Costantinopoli. La domanda sorge spontanea : come fece l'ambizioso progetto di Costantino a resistere così a lungo quando oltre i suoi confini regnavano caos e disordine? La risposta è nella tradizione, unita ad un'innovazione del tutto particolare, che esso incorpora in se stesso e che finisce per renderlo unico sia dal decaduto Occidente, che tuttavia si apprestava nell'ombra a rinascere più forte che prima, e l'Oriente sempre meno affascinante e misterioso. Cultura Greca, organizzazione statale romana e religione cristiana sono gli elementi chiave di Bisanzio. E' essenziale la coscienza di appartenere ad un impero, ed è questa coscienza a fondamento e salvaguardia della continuità della Nuova Roma e dell'Oriente di fronte al crollo dell'Occidente. Bisanzio trarrà forza non solo dalla cultura latina, della quale non resta, dopo l'età di Eraclio (610-641), che il diritto, la scienza giuridica e fossili della lingua burocratica e militare; sono i "logoi ellenikoi", l'ellenismo tardo antico, pagano e cristiano, a costituire il carattere autentico della cultura di Bisanzio.
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La curiositas

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La curiositas
Autore: Oriana Poeta
Descrizione: la curiositas: il motore che mi porta a scoprire la realtà e mi spinge ad indagare il mondo sotto ogni aspetto scientifico,artistico, letterario.
Materie trattate: italiano,latino,matematica,fisica,scienze,filosofia,storia, inglese,ed.fisica,storia dell\’arte
Area: umanistica
Sommario: Introduzione Perché "La curiositas"? Ho scelto come topos letterario del mio percorso di esame "la curiositas" perché è un argomento che trovo particolarmente affascinante e sempre attuale. La curiositas è, per me, come un motore che mi porta a scoprire la realtà e mi spinge ad indagare il mondo sotto ogni aspetto scientifico, artistico, letterario. Ho sempre creduto che l'assenza di "curiositas" sia desolante per l'essere umano, perché la dimensione più interessante e naturale per l'uomo è la conoscenza. Ho sempre dato spazio, infatti ad una mia sana "curiositas", al \"sapere\" non solo come conoscenza, ma come \"sapore\", \"gusto\" per il comprendere orizzonti che vanno al di là della semplice nozione di dati, nel tentativo, perché no, di varcare le frontiere del conoscibile. Credendo in un strettissimo nesso tra essere e conoscere ritengo che l'uomo cerchi sempre di spingersi al di là delle proprie possibilità, con un desiderio che è insito nel suo stesso intelletto per un sapere fecondo che va verso la ricerca della libertà, e parafrasando una frase del vangelo direi che "la conoscenza ci rende liberi". ("La verità vi farà liberi\"). Proprio la letteratura, il sapere scientifico ed artistico, da sempre espressioni autentiche dell'uomo, ci forniscono la prova che "la curiositas" è un atteggiamento mentale positivo che guarda all'innovazione, al cambiamento degli orizzonti culturali che pone interrogativi e sollecitazioni da percorrere per sfidare l'ignoto, e suggestivo è stato per me riscontrare la mia stessa curiositas intellettuale negli autori che ho affrontato nel percorso di studio e le varie applicazioni che la sete di conoscenza ha nei diversi ambiti disciplinari. Direi, pertanto, che questo percorso mi descrive ed è il "mio argomento" e non può non appartenermi.
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Qual è la natura di un paradigma?

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: Qual è la natura di un paradigma?
Autore: Giuseppe Spina
Descrizione: descrizione della filosofia di kuhn e del concetto di paradigma, estensione del concetto di paradigma ad altri ambiti come l’arte,la scienza la storia
Materie trattate: storia (totalitarismi), filosofia (kuhn), arte (impressionismo, espressionismo, degas, dalì), scienze (la rivoluzione tolemaica)
Area: umanistica
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La densità critica

Tesina – Premio maturità 2008
Titolo: La densità critica
Autore: Luca Bischetti
Descrizione: l'argomento trattato è di fondamentale importanza per determinare l'evoluzione ela futura morte dell'universo, grazie a spunti di matematica e fisica, con particoalre importanza alle geometrie non euclidee…..
Materie trattate: astromia, matematica, fisica
Area: scientifica
Sommario: Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Sono queste le grandi domande che si pone da sempre l'uomo. Voglio partire a descrivere la nascita dell'Universo dall'omonimo dipinto di Paul Gauguin. L'enorme quadro interpreta il ciclo della vita umana, dalla nascita alla morte. In questa sede mi preme soprattutto descrivere a fondo la prima di queste domande esistenziali, ovvero la teoria scientifica comunemente conosciuta come Big Bang. Fin dall'antichità sono pervenute ai nostri tempi varie leggende riguardo la nascita del mondo e del cosmo: dalla Genesi della Bibbia, passando per i Veda indiani e il capolavoro babilonese Zarathustra, arrivando infine agli Hi Ching cinesi. Solo con Giordano Bruno e Galileo Galilei si inaugura una nuova visione del cosmo e si ricerca sistematicamente e con metodi scientifici l'origine dell'Universo. Ma dall'inizio del XX secolo si propongono le prime teorie supportate da prove sperimentali inattaccabili che spiegano con precisione le varie possibilità sia di nascita che di morte del nostro Universo. In questa trattazione sono concentrata alcune delle teorie fisiche e matematiche più accreditate dai grandi studiosi del nostro. La parte di dimostrazione razionale e matematica non poteva essere tralasciata anche se, a volte, rende pesante la lettura per chi non possiede quello spirito scientifico volto alla comprensione profonda degli eventi.
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