“I docenti non vogliono essere valutati” è la diagnosi di quanto accade nelle scuole.
Una conclusione che deriva dall’assunto “l’operato dell’istituto romano è buona cosa”, una conclusione che richiama la morale, che sacrifica la cultura scientifica.
La favola del lupo e dell’agnello fornisce una valida immagine della situazione.
La valutazione dell’efficacia del servizio delle scuole è da affrontare in termini generali, incasellata all’interno di un processo incardinato sul controllo che consiste nel confronto tra obiettivi programmati e risultati conseguiti. Ne discende la necessità di
- enunciare la finalità;
- scomporre la finalità in obiettivi;
- definire i “criteri generali della programmazione educativa”;
- “programmare l’azione educativa”;
- disegnare un adeguato sistema organizzativo;
- realizzare un efficace sistema informativo;
- costituire punti di feed-back;
- …
Il rifiuto dei test, in assenza di questi presupposti, appare come una giusta risposta al malgoverno del sistema educativo.
Enrico Maranzana
1923 – Capacità di insegnamento, di veicolare concetti da sè agli altri
2003 il sistema educativo di istruzione e di formazione è orientato alla “promozione dell’apprendimento” che consiste nello “sviluppo di capacità e di competenze, generali e specifiche, attraverso conoscenze e abilità”
se x fare una valutazione di chicchessia, nel mondo reale, occorresse quel mare di chiacchiere burocratiche da lei elencato l’umanità starebbe ancora tra i rami! Esistono gli indici, se non ce ne sono di adeguati si possono “costruire ad hoc”! Non sono perfetti, come non lo sono i concorsi (non crederà veramente che servano per selezionare i migliori)! Assodato che la giustizia assoluta non è di questo mondo, un qualche tipo di valutazione degli insegnanti mi sembra sacrosanto.
PS negli insegnanti, come tra chicchessia, ci sono quelli capaci quelli meno capaci e quelli incapaci (parlo della capacità di insegnamento, di veicolare concetti da se agli altri)