La rivoluzione industriale, che si diffuse in tutta Europa a partire dall’Ottocento, trasformò inevitabilmente il modo di vivere e di pensare le città. A partire da questo fenomeno tipicamente storico-culturale, anche l’arte cercò di adeguarsi alle nuove esigenze. Soprattutto l’architettura, che non restò indifferente all’utilizzo dei nuovi materiali, come il ferro, il cemento armato e il vetro ma, si adoperò ingegneristicamente per la soluzione e realizzazione di opere urbane.

Architettura e ingegneria si fondono insieme, tant’è che il lavoro dell’architetto è rivolto non solo alla costruzione delle chiese, dei palazzi ma, anche a tutte quelle strutture funzionali per lo sviluppo delle nuove metropoli: si pensi a Parigi e a Londra. Anche in Italia l’architettura ingegneristica fa il suo ingresso. Tra il 1863 e il 1880, Alessandro Antonelli realizza la Mole Antonelliana, una cupola appoggiata su di una base di metallo e sormontata da un’altissima guglia. Ciò che emerge è la struttura e l’assenza di superflue decorazioni: la funzionalità appunto. La tour Eiffel del 1887-1889 di Gustave Eiffel, è un altro esempio di come l’architettura di fine ‘800 si sia spinta nel portare all’estrema soluzione le teorie ingegneristiche. È  interamente realizzata in ferro ed è il frutto di calcoli che le permettono di rimanere in equilibrio su quattro piedi. Fu motivo di critiche e scandali, e oggi è tra i monumenti più famosi al mondo.

 

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