Il gallerista

Il gallerista De Furbetti ha comprato per 2.500 euro due opere di un noto artista. Il giorno dopo le ha già vendute: una a 1.500 euro e l'altra a 1.700 euro. Qualche giorno dopo, gli telefona il collezionista De Tardetti che è disposto a pagare 5.000 euro per le due opere. De Furbetti riesce a riacquistare le due opere pagandole rispettivamente 2.000 e 2.500 euro. Quando si presenta il collezionista gli racconta tutta la storia, mostrando le varie ricevute:

– Ho pagato i due quadri a 2.500 euro;

li ho rivenduti a 1.500+1.700=3.200 euro: ho guadagnato 700 euro;

li ho ricomprati a 2.000+2.500=4.500 euro: ci ho rimesso 1.300 euro;

se te li rivendo a 5.000 euro, guadagno 500 euro ma in totale ci rimetto 100 euro.

Se li vuoi mi devi far guadagnare almeno i 700 euro che avevo guadagnato con la prima vendita, quindi devi darmi altri 800 euro.

A De Tardetti il discorso sembra corretto perciò gli dà 5.800 euro.

In realtà, De Furbetti sa che le cose non stanno così.

Quanto ha guadagnato complessivamente il gallerista?

Dov'è l'imbroglio?

Soluzione

Queste immagini sono di Giovanni Saini.
Per vedere la sua produzione

http://www.geocities.com/SoHo/Lofts/1758/index.html

Il valore economico delle sue opere non ha nulla a che vedere con il testo del problema proposto.

soluzione

Prima di tutto facciamo i conti per bene poi scopriamo l'imbroglio.

Spese del gallerista: 2.500 + 2.000 + 2.500 = 7.000 euro

Incassi del gallerista: 1.500 + 1.700 + 5.800 = 9.000 euro

Guadagno: 9.000 – 7.000 = 2.000 euro.

 

Come ha spiegato Roberto (Roma) ,

l'imbroglio è nella frase " Se te li rivendo a 5.000 euro, guadagno 500 euro ma in totale ci rimetto 100 euro." Per onesta, avrebbe dovuto dire " Se te li rivendo a 5.000 euro, guadagno 500 euro ma avendo già guadagnato 700 euro …"

 

Luposaltellante (Termini Imerese)

 l'ha spiegato in questo modo: L'imbroglio sta nel fatto che nell'acquisto da 4500 euro il capitale non è tutto del gallerista, infatti aveva gia guadagnato 700 euro dalla precedente vendita:solo 3800 euro era dunque la spesa sostenuta dal gallerista, per cui, rivendendoli a 5000 avrebbe guadagnato 1200 euro (e non rimesso 100).

 

Fiormaca (Molinella BO)

Si tratta di due distinte compravendite, non collegate seppure riguardanti la stessa merce. La prima si è già conclusa, con un guadagno di 700 euro; nella seconda, a fronte di un esborso di 4.500 euro, si ha un introito di 5.800 euro, con un guadagno di 1.300 euro.

 

X (Caltagirone CT)

Quando De Furbetti dice: "li ho ricomprati a 2.000+2.500=4.500 euro: ci ho rimesso 1.300 euro" non tiene conto dei 700 euro guadagnati in precedenza: l'imbroglio è proprio qui. 

Barney (Catania)

ha formulato il ragionamento del gallerista con un'espressione algebrica:

Detti A1, A2, A3 e A4 gli importi (con segno) delle 4 operazioni effettuate, il guadagno totale (corretto) è dato da:
A1+A2+A3+A4 = -2500+3200-4500+5000=1200
Col ragionamento del gallerista invece sarebbe:
(A1+A2) + (A2+A3) + (A3+A4) = A1+2*A2+2*A3+A4 = -2500 + 2*3200 – 2*4500 + 5000 = -100

Franz Kafka (Carpi MO)

L'astuto de Furbetti ha in realtà conteggiato due volte le due transazioni (+3200-4500=-1300) con il seguente meccanismo:
-2500+3200 = +700 (utile della prima coppia di operazioni)
+3200-4500= – 1300 (perdita della seconda coppia di operazioni)
+5000-4500= + 500 (utile della terza coppia di operazioni, se il compratore pagasse i 5000 Euro concordati)
+800 = + 800 (sovrapprezzo chiesto al compratore)
La somma algebrica di queste operazioni, come si può notare, vale +700 Euro, ma le operazioni (+3200 e -4500) sono state conteggiate due volte!

 

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