Scuole aperte d’estate e in un secondo momento anche la domenica. Un incubo che diventa realtà?
No, piuttosto un bel progetto, che avrà inizio già quest’estate per alcune scuole di Napoli.
Perché l’obiettivo del progetto proposto dal Ministro Giannini, già in cantiere da tanti anni, non è quello di tormentare gli studenti durante i mesi più caldi, ma ridurre la dispersione scolastica, coinvolgere i ragazzi, offrire loro impegno e intrattenimento quotidiano, nelle periferie a rischio del Paese da Quarto Oggiaro (Milano) a Caivano (Napoli).
700 le scuole coinvolte, tra superiori e medie. Scuole che diventeranno come una seconda casa, un nuovo cortile protetto, dove i ragazzi non ci andranno per studiare, ma per fare sport, musica, teatro, laboratori artistici e altre attività in grado di stimolare l’interesse dei ragazzi, farli divertire e tenerli lontani dalla strada e dai suoi pericoli. E i professori? Chi gestirà la scuola nei mesi estivi? Il Ministro Giannini ha precisato che i professori non saranno obbligati a prendere parte al progetto, “chi vorrà parteciperà”, ricevendo “un compenso, ma non molto alto”.
I fondi che verranno utilizzati per l’attuazione del progetto sono quelli europei per la dispersione scolastica, sulla quale l’Italia vanta un triste primato a livello europeo.
In realtà per fronteggiare concretamente il fenomeno della dispersione – tra il 27% e il 30% nell’area metropolitana di Napoli (a fronte di un dato italiano fra il 15% e il 17% ed europeo sul 10%), che conta 450 mila studenti – ci vorrebbe un esercito di maestre ed educatori.
“Scuola al centro” è un passo che prova a solcare la strada giusta. Si tratta di un progetto beta, che presto verrà esteso ad altre scuole italiane. L’obiettivo è quello di creare un modello da applicare in altre periferie italiane, dove le scuole verranno aperte a chi a scuola non ha alcuna voglia di andarci.

Serena De Domenico

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