La quieta routine scolastica degli studenti del Liceo Brocchi di Bassano del Grappa (Vicenza) è stata turbata dall’arrivo in aula di alcune circolari che hanno acceso gli animi dei ragazzi. Se alcune classi sono state colpite dall’incomprensibile provvedimento di riduzione della ricreazione, tagliata di 5 minuti, altre hanno reagito molto male di fronte alla circolare che annunciava lo stop alla comunicazione dei giudizi dopo le verifiche e le interrogazioni.
Il preside Giovanni scriveva: “Se i voti non vengono comunicati, come si fa a conoscere il proprio andamento nelle varie materie?”.
La reazione degli alunni non è tardata ad arrivare, in poche ore hanno organizzato l’occupazione della scuola e hanno avvisato la stampa locale e il provveditorato. Nessuno si era infatti accorto che, sebbene le circolari avessero il consueto aspetto delle comunicazioni ufficiali, erano prive del numero di protocollo e del timbro della scuola. Si trattava infatti di circolari fittizie, create dal preside per un esperimento sociale, condotto da Zen in accordo con due classi di studenti impegnati in un progetto sulla legalità.
L’idea iniziale prevedeva di spiegare l’esperimento a tutti gli alunni in seguito e durante un’assemblea straordinaria, facendo riflettere gli studenti su come nasce una regola e su come la si può impugnare se ritenuta sbagliata. La reazione immediata degli studenti, che sui social hanno iniziato a dipingere il preside come un dittatore, le proteste dei genitori, e i numerosi articoli sulla stampa locale, in cui si parlava di mancato rispetto della legge sulla trasparenza, che impone la comunicazione dei voti agli studenti, ha decretato la fine dell’esperimento e un chiarimento da parte del preside. Ecco cosa si legge sulla sua nota:
Nelle intenzioni dei ragazzi delle due classi, il senso della legalità e della responsabilità va rintracciato a partire dalle semplici azioni della vita quotidiana. La legalità, perciò, va rispettata, e fatta rispettare: tutti siamo responsabili della salvaguardia delle regole che sole ci possono consentire una sana convivenza”.

Serena De Domenico.

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