Nel 1685, Isaac Newton intraprese lo studio del moto di un corpo attraverso un mezzo non viscoso e incompressibile. Scrive nei Principia mathematica philosophiae naturalis: «se in un mezzo rarefatto, composto di particelle uguali disposte liberamente ad uguale distanza l’una dall’altra, si muovono una palla e un cilindro con uguale diametro e con uguale velocità nella direzione nell’asse del cilindro, allora la resistenza della palla sarà la metà di quella del cilindro». Le pagine seguenti inquadrano il problema del profilo aerodinamico, giungendo alla costruzione del modello proposto da Newton e ne descrivono alcune proprietà elementari.
La prima volta che ho letto di questo problema è stato nel racconto “Una discesa nel Maelström” di Edgar Allan Poe. Il metodo sfruttato dal protagonista per evitare di essere risucchiato mostra che Poe conosceva il lavoro di Newton (o almeno il suo risultato): ma in quel caso il protagonista voleva massimizzare la resistenza al risucchio, invece di minimizzarla!